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TERZA PUNTATA. L’INTERPORTO DELLA VERGOGNA. La concessione di Leroy Merlin all’Ise, ma i lavori li fa una società in mano a olandesi farlocchi. E il Siad di Gigetto…

20 Novembre 2018 - 13:47

“Antichi Splendori” sempre più…splendidi – Sono tre i permessi a costruire incassati da quelli dell’Interporto, precisamente i numeri 965, 972 e 1009.

A ben leggere questi permessi ci si accorge che il beneficiario degli stessi, roba veramente pazzesca, è un soggetto giuridico diverso dal contraente dell’accordo negoziale, che è l’Interporto Sud Europa: a far irruzione sulla scena e anche sul cartello del cantiere del capannone destinato a ospitare Leroy Merlin (ovviamente denso di irregolarità, a partire dalla distanza dalla strada prospiciente), è la società Antichi Splendori, con sede nella zona interportuale di Maddaloni.

Amministratore unico, manco a dirlo, Giuseppe Barletta, che è subentrato ad Arcangelo Iodice, architetto di famiglia, il quale a sua volta aveva sostituito Giovanni Ventimiglia.

“Antichi Splendori”, società italiana, è completamente nella mani di una società olandese Tonard Investments B.V.

Va da sé che qualsiasi diavoleria giuridica sia stata o possa essere ancora utilizzata per giustificare tutto questo mai potrà superare l’anomalia della totale sostituzione di un soggetto giuridico, titolare dei tre permessi a costruire, che poi scompare dalla scena.

Perché questo succede con l’Ise ormai decotta (amministratore Antonio Campolattano).

Domanda: dato che i permessi a costruire li ha chiesti Interporto Sul Europa e i lavori sono realizzati da Antichi Splendori, che dunque sarà l’impresa che incasserà i tanti quattrini di Leroy Merlin e compagnia, chi pagherà e con quali soldi del 120 rate-barzelletta relative ai terreni a prezzi stracciati ceduti dal Comune di Marcianise?

I cittadini-contribuenti partiranno per l’Olanda per prendersi quei quattro pidocchi, li chiamiamo ancora così, che toccano alle casse del Comune?

Insomma, veramente una storiaccia.

Ma tutto questo può essere spiegato aggiungendo un altro fattore: forse ciò è accaduto poiché il contraente, cioè l’Ise, deve al Comune svariati milioni di euro, tra mancato versamento Imu e contenziosi riguardanti gli espropri.

Inoltre, niente risulta, restando al rapporto molto naif tra il Comune e l’Ise negli atti di questa procedura, rispetto a una verifica dei requisiti antimafia, di regolarità del Durc, così come prevedono il Codice Antimafia, l’articolo 91 del d.lgs 159/2011 e un altro decreto legislativo, il 50/2016, all’articolo 80 (Codice degli Appalti riformato), oltre che il Protocollo di Legalità firmato dal Comune di Marcianise con la Prefettura di Caserta il 20 maggio 2008.

Il Siad di “Gigetto”. Un atto che ha spaventato finanche Spasiano – Dulcis in fundo, l’ultimo dei cento scandali messi in fila in questa storia, autentico paradigma di questa terra.

A un certo punto il Comune di Marcianise si è accorto, ma forse se ne sono accorti quelli dell’Interporto, di aver esaurito gli spazi dove edificare, previsti dal Piano Commerciale in vigore. Panico.

La prima reazione è stata quella di tentare un blitz alla Regione Campania per ottenere un nuovo Siad con procedura semplificata. Spasiano sperava che con qualche santo negli uffici regionali la cosa si potesse fare, ma ha incrociato una funzionaria che si è limitata a verificare i requisiti che il Comune non aveva e di cui scrivemmo a cavallo di Ferragosto.

Si tratta di una documentazione che i lettori di Casertace possono consultare cercando la parola chiave “Siad”.

In un Ferragosto di tensione, Spasiano viene precettato dalle ferie dal sindaco Velardi, che evidentemente consigliato dai soliti noti dell’Interporto, esige dal dirigente la firma di una determina nella quale questi si assuma la responsabilità della chiamata diretta, senza passare nemmeno per un avviso pubblico, del commercialista locale Luigi Colella, per gli amici “Gigetto”, storicamente legato a doppio filo all’ex sindaco Filippo Fecondo (che forse a quel punto riprende una linea di dialogo con Velardi, con cui non parlava da mesi per le note vicende politiche).

Pare che Spasiano, finanche Spasiano, abbia resistito, affermando che una cosa del genere non avrebbe potuto passare inosservata al cospetto della magistratura e della polizia giudiziaria. E infatti così è stato, visto che tre o quattro giorni dopo, intorno alle ventina di agosto, gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta si sono presentati al Comune per acquisire quella determina e la documentazione acclusa.

Ma intanto la nomina di Gigetto ha consentito alla procedura finalizzata alla nuova cementificazione, targata Barletta, di proseguire.

Poi qualcosa è successo, ma questa è un’altra storia che forse, al di fuori di questa inchiesta, che si conclude con questa terza puntata, seguiremo con articoli singoli, già a partire dai prossimi giorni.

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