MARCIANISE. Carabinieri nella casa abusiva del sindaco Velardi. Un ultimo sforzino, guardi se per caso sotto al massetto di cemento e alla plastica la ditta ha dimenticato di togliere il pavimento
13 Giugno 2022 - 10:30
Così, quantomeno, la questione dello status di questi locali, così come questo risulta nella giornata di ieri 10 giugno, possiamo metterla in archivio Poi, quello che è successo nei 18 anni, di cui 6 da primo cittadino, in cui Velardi ha vissuto, ha usufruito e ha goduto di un’area residenziale abusiva, non è, al contrario un argomento ancora archiviabile, a partire dal problema fiscale
MARCIANISE – (g.g.) Suvvia, sindaco Velardi, un altro sforzino, un altro pò di sentimento e ci togliamo definitivamente questo dente del suo pezzo di casa che lei ha costruito abusivamente e che, con ogni probabilità non le è valso una condanna penale, grazie alla mano salvifica della prescrizione.
Ieri, abbiamo saputo che lo Stato italiano, la repubblica italiana le ha fatto visita, delegando, per l’occasione la Fedelissima, cioè i carabinieri. Questi, evidentemente stufi di leggere articoli, hanno voluto rendersi conto direttamente della situazione, dello status quo.
Sono saliti al terzo piano, non sappiamo se provvisti o meno di rullina misuratrice, e hanno trovato una situazione in linea di massima regolarizzata. L’unica cosa che bisognerebbe mettere a posto, però, è la credibilità di quel massetto di cemento che è un poco come quei tacchi rialzati, per non dare nell’occhio, dall’interno, utilizzati da chi un tempo madre natura, un nome a caso Berlusconi, non aveva dotato di una statura fisica almeno sufficientemente passabile per l’ego di chi la sfoggiava.
Quel massetto ha messo a posto, almeno formalmente, uno dei problemi principali della difformità, che le ha permesso, sindaco, di abitare per circa 18 anni, in un elegante appartamento, dotato di scale di accesso costruite dai piani inferiori, anche queste largamente abusive, mentre i titoli, le autorizzazioni, il permesso, la concessione o come cavolo la vogliamo chiamare, prevedeva che tutta quell’area dovesse essere un sottotetto, dove al massimo ci puoi fare un deposito, come si usava con gli antichi suppigni.
E invece il nostro ha dotato quell’area di tutti i confort. Non è che costruire in difformità, in violazione a una concessione edilizia, esaurisca ogni proprio effetto nella conseguenza di tipo comportamentale, della serie, io costruisco in difformità e per questo vengo denunciato.
No, non è così, perchè se il sindaco di Marcianise, ha vissuto 18 anni in quel terzo piano residenziale, se, da sindaco già in carica, vi ha vissuto negli ultimi 6, non è che non cambi nulla rispetto allo status di cittadino contribuente. Cambia eccome se cambia! Perchè le superfici come quelle di un sottotetto, non sono o lo sono in maniera molto più blanda, strutture a cui vanno riferiti i parametri della bolletta fiscale. In pratica, cambiano i divisori rispetto al dividendo e automaticamente il quoziente ne risente molto o moltissimo.
Ma questa è una cosa che andremo poi a vedere meglio prossimamente. Ritornando al massetto e all’invito accorato che rivolgiamo al primo cittadino di Marcianise, consigliamo, magari di dare un’occhiatina, già in queste ore, sempre magari chiamando il suo muratore di fiducia, a ciò che questi ha realizzato con il suo lavoro. Sempre magari, al limite, date un’occhiata insieme se per caso ci si è dimenticati di rimuovere il pavimento, prima di ricostruirci un massetto di cemento.
Magari era un lavoro, sempre magari, anzi magari magari, era un lavoro già programmato e commissionato da lei, sindaco Velardi. Solo che, magari alla quarta, così cantava Renato Zero in una sua nota ballata, il muratore Pietro Vastello se n’è dimenticato nel momento in cui ha poggiato sul pavimento, magari alla quinta per non sporcare, un bel telo di plastica su cui ha improvvidamente steso il cemento.
Sa perchè, sindaco Velardi, diciamo questo? Perchè sulla sua casa abusiva se ne sono dette di tutti i colori. Per cui, magari qualche suo detrattore politico può ipotizzare che, quando si saranno calmate le acque, il Vastello, chiamato d’urgenza perchè il massetto di cemento, ovviamente magari sta collassando, va a toglierlo trovandovi sotto il pavimento integro e fortunosamente protetto dal telo di plastica, della sua ex residenza che ha occupato illegalmente per 18 anni.
Avanti, un ultimo sforzino, dunque: togliamolo quel pavimento e almeno per quanto riguarda lo status giuridico attuale di quella sua casa, non ne parliamo più, avendo dovuto derubricare definitivamente la questione della sua autocertificazione del 13 dicembre, sulla quale invece andremo a dibattere in altra sede, visto e considerato che il doveroso sopralluogo che l’ufficio tecnico avrebbe dovuto fare, insieme ai vigili urbani, il 14, massimo il 15 dicembre, non è stato fatto.