MARCIANISE. Complimenti al sindaco della legalità: già 9 mesi di proroga all’impresa con interdizione tombale per mafia

25 Febbraio 2019 - 18:25

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – Dite quello che vi pare, ma di fronte a queste cose nessun potere dello Stato, quand’anche importante ed autorevole qual è senz’altro quello rappresentato dalla Prefettura di Caserta, può pensare di poter essere esente per definizione dalle critiche.

La nostra non è un’azione di delegittimazione dell’estensione organizzativa sul piano locale dei poteri esecutivi del governo nazionale.

La nostra, al contrario, è un’azione finalizzata alla rilegittimazione di un’autorità ormai ampiamente screditata, non dagli articoli di Casertace, ma dalla spietata evidenza e dall’inconfutabilità di fatti che non si formano attraverso costruzioni logiche di questo giornale, ma che sono dentro a documenti che noi ci limitiamo esclusivamente a raccogliere e a presentare nella loro integrità letterale.

Avevamo promesso di allargare il discorso sull’illegalità di Ecocar alla piazza di Marcianise, dove pure l’azienda romana, con tutta una serie di magheggi, continua ancora oggi, con i buoni uffici di Gerardo Doppietta e compagnia, a esercitare il servizio di raccolta dei rifiuti, godendo di una proroga inaugurata nel settembre scorso e che si estenderà sicuramente (ma ulteriori allungamenti del tempi extracontrattuale sono più che probabili), almeno fino all’epilogo del mese di giugno, così come abbiamo registrato da una recente determina del Comune di Marcianise (CLICCA QUI).

Già questo sarebbe sufficiente per ribadire al prefetto di Caserta che così non va, che un’azienda la quale, dal febbraio scorso, è definitivamente interdetta per infiltrazioni mafiose dallo Stato Italiano, non può e non deve continuare ad incassare vagoni di danaro, milioni e milioni di euro, per effetto di proroghe contrattuali frutto dell’incapacità delle due amministrazioni comunali, quella di Marcianise e quella di Caserta, di ridare una parvenza di regolarità all’affidamento utilizzando quantomeno l’arma di una garetta per gli affidamenti a termine, in attesa che la gara principale venga realizzata.

Naturalmente per Caserta nemmeno questo discorso è ormai più applicabile, in considerazione della vergognosa vicenda che ha portato la Dda a compiere pesanti perquisizioni al sindaco Carlo Marino, al dirigente Marcello Iovino, eccetera, in quanto sospettati di aver truccato la suddetta gara che, per il capoluogo, valeva 116 milioni di euro nell’arco di 7 anni.

Di fronte a questo scempio, la Prefettura avalla.

Anzi, le Prefetture, visto che quella di Latina, a cui si deve la nomina dei due amministratori straordinari di Ecocar, ha consentito che questi concordassero con il Prefetto di Caserta e i suoi funzionari il ricorso ad un articoletto di una legge che consente proroghe quando vengono messi in discussione l’ordine pubblico e la pubblica salute, proprio perché non c’è ancora un’azienda vincitrice di una nuova gara.

Ovviamente le due Prefetture fanno abuso di questo articolo perché il dato dei 13 mesi di proroga relativo a Caserta e dei 9-10 mesi di Marcianise rappresentano una vera e propria montagna di sterco attraverso cui uno Stato smentisce e annichilisce se stesso.

L’IMPERO DELLA SIGNORA SVETLANA – Già l’altro giorno abbiamo detto che una donna russa che lavora in una ditta di ascensori a Napoli, non sappiamo se spedita da queste parti da Putin o da un magnate, è diventata la più importante imprenditrice della provincia di Caserta, colei che è in grado di fatturare almeno 1 milione e 600mila euro al mese, cioè quasi 20 milioni di euro all’anno.
Si chiama Svetlana Kaltygina (CLICCA QUI) ed è l’amministratrice sia del Consorzio Ecocar Ambiente Scarl, sulla carta titolare dell’appalto in proroga di Caserta (anche se il Comune paga la Ecocar Srl), società interdetta e unica sopravvissuta nell’appena citato Consorzio, sia di Marcianise Servizi Srl.

Va da sé che la presenza della signora Katygina suscita più di qualche dubbio sul fatto che i Deodati, dopo la condanna patteggiata dall’ex dominus Antonio Deodati e dopo il rinvio a giudizio, incassato sempre in Sicilia, da Francesco Deodati (ancora oggi incredibilmente rappresentante di Ecocar Srl nelle trattative e negli incontri con la prefettura di Caserta e con i commissari nominati da quella di Latina), si siano veramente fatti da parte.

E così non è azzardato ritenere che lo Stato Italiano, oltre a consentire che una società definitivamente interdetta per mafia costruisca utili e vantaggi, continuando ad erogare servizi di utilità pubblica, presti anche bordone a una famiglia pesantemente sotto inchiesta per reati gravi consumati all’interno del settore dei rifiuti in terra siciliana e in terra laziale, rimanendo esente da contestazioni penali solamente qui da noi, chissà poi perché.
Insomma, una roba senza precedenti rispetto alla quale trattenere la rabbia, l’esecrazione per una tale modalità di gestione e di esercizio di altissime potestà pubbliche è veramente difficile.
Finita qui?
Niente affatto.
Dopo la radiografia della vergogna fatta a Caserta, passiamo a quella di Marcianise.

 

IL GIOCO DELLE ATI, DEI CONSORZI E DELL’AVVALIMENTO -Mentre nel capoluogo l’associazione temporanea di imprese, aggiudicataria dell’appalto nell’anno 2012, era formata dalla Ecocar Srl e dalla I.P.I., che poi costituirono il Consorzio Ecocar Ambiete Scarl, firmatario del contratto col Comune, a Marcianise successe qualcosa di simile.
Quando Angelo Grillo dovette mollare la raccolta, si incazzò di brutto.
Occorsero i buoni uffici di politici e messaggeri di pace in perfetta conoscenza delle aree del malaffare camorristico, che si muovevano sull’asse Della Ventura-Belforte, per trovare un punto nuovo di sintesi che convincesse i Mazzacane ad accettare che il loro sodale Grillo fosse messo da parte.

La gara fu aggiudicata ad un’altra Associazione Temporanea di Imprese.
Un’altra fino a un certo punto, visto che gli attori erano sempre gli stessi.

Il 60% di quell’Ati era nelle mani dell’imprenditore casagiovese Roviello, titolare della ditta individuale Alba Paciello, che recava il nome di sua madre; il 40% apparteneva ad Ecocar srl.
Alba Paciello era stata nella partita dell’appalto di Caserta negli anni precedenti, ma, già in odore di interdittiva, non aveva partecipato all’Ati vincitrice nel capoluogo e conseguentemente al Consorzio Ecocar Scarl.
E l’I.P.I.? Viva, vegeta e più che presente nel 2012 a Marcianise.
Com’era successo a Caserta, dove molti dei requisiti a fondamento dell’aggiudicazione della gara all’Ati suddetta erano stati direttamente presentati da questa impresa, a Marcianise, non facendo parte direttamente dell’Ati, aveva trasmesso i requisiti della vittoria proprio ad Ecocar attraverso l’ormai noto istituto dell’avvalimento.

Questi, nel dettaglio: “Fatturato globale negli ultimi tre esercizi finanziari documentabili 2009 – 2010 – 2011 pari ad almeno € 45.000.000,00”; “fatturato globale per servizi di igiene urbana nel triennio 2009 – 2010 – 2011 pari ad almeno € 20.000.000,00”; “effettuazione nel triennio 2009 – 2010 – 2011 di servizi di igiene urbana avendo servito, per ogni anno del triennio, un numero di abitanti residenti pari ad almeno 40.000 … in un unico comune o più comuni contemporaneamente”.

Ora, se la I.P.I., com’è indiscutibile e largamente acclarato, è uscita di scena nel luglio 2016 dal Consorzio Ecocar Ambiente Scarl di Caserta (e Dio solo sa come facciano il Comune capoluogo e la Prefettura a considerare ancora vivi e applicati i requisiti di aggiudicazione forniti, ripetiamo, proprio da I.P.I.), a Marcianise siamo di fronte a un caso simile.

Se I.P.I. è morta da due anni e mezzo, può essere ancora vivo l’avvalimento attraverso il quale Ecocar ha assorbito quei requisiti che oggi, post mortem, sono ancora dentro al contratto, peraltro in proroga, tra la signora Svetlana Kaltygina e il Comune di Marcianise?

Il prefetto di Caserta, cioè lo Stato italiano, può benissimo continuare a fare orecchie da mercante, a far finta che questi articoli non esistano.
La speranza è che chi di dovere voglia quantomeno realizzare un accertamento sulle cose che stiamo denunciando.
Altro da scrivere, per oggi, non abbiamo.