MARCIANISE. L’appalto del palazzetto dello sport a Tommaso Colella fa sempre scandalo: l’assessore Rossano, suo direttore dei lavori presiede la giunta per costituirsi contro il suo rivale

13 Novembre 2021 - 18:50

MARCIANISE -( g.g.) Subito la notizia: in assenza del sindaco Antonello Velardi che insieme all’assessore alle finanze Gabriele Amodio, non ha presenziato chissà perchè alla seduta di giunta che aveva all’ordine del giorno anche  la costituzione di parte civile del Comune nel procedimento giudiziario sulle firme false della lista velardiana “orgoglio marcianisano”.

É stato il vicesindaco Tommaso Rossano, assessore ai lavori pubblici, a presiedere i lavori. Compresi quelli che hanno portato all’approvazione unanime di un’altra delibera, quella in cui il Comune di Marcianise attiva le procedure per costituirsi in giudizio davanti al Consiglio di Stato, che di qui  a poco discuterà il ricorso presentato dall’imprenditore marcianisano Grillo nell’ambito della arcinota vicenda dell’appalto relativo al nuovo palazzetto dello sport.

Sappiamo bene che la relazione tra gli amministratori comunali di Marcianise e l’etica politica e istituzionale sia a dir poco labile. Però, visto che Velardi e Amodio si sono assentati, sarebbe stato opportuno che lo facesse, almeno in occasione dell’approvazione della delibera sul palazzetto dello sport, anche il vice sindaco Tommaso Rossano, che recentemente è stato il progettista e il direttore dei lavori della non certo frugale abitazione di residenza dell’imprenditore Tommaso Colella, a cui Rossano è legatissimo.

É a dir poco inopportuno, per noi anche peggio ma rispettiamo i termini formali che un vice sindaco, il quale è stato arruolato professionalmente da un imprenditore con incarichi importanti e lucrosi, vada a presiedere una riunione di giunta nella quale si va ad approvare una delibera che costituisce in pratica il Comune in un giudizio nel quale il Colella è formalmente presente, in quanto si tratta di colui che, acrobaticamente, quella gara d’appalto per il palazzetto si è aggiudicato dovendosi, conseguentemente, anche lui  oggi difendere, costituirsi da convenuto nel giudizio al Consiglio di Stato attivato dall’imprenditore Grillo titolare dell’impresa seconda classificata.

Saranno dunque i giudici di ultima istanza delle procedure amministrative  a pronunciarsi definitivamente sulla lunghissima querelle relativa alla costruzione progettata e, naturalmente, non ancora realizzata, del nuovo palazzetto dello sport di Marcianise ad opera di un Raggruppamento temporaneo di imprese che comunque, per semplificare, conduce alla persona del  già citato  Tommaso Colella.

Questo giornale ha scritto tantissimi articoli ed è realmente inutile allungare più di tanto  la struttura di quello odierno. Offriamo, allora,  due possibilità, a chi non conosce le puntate precedenti, per capire di cosa stiamo parlando e di quanto cospicui, corposi siano gli interessi economici in gioco: la prima consiste nell’utilizzare il motore di ricerca di Casertace, o anche esterni scrivendo magari “Colella” o “Tommaso Colella” oppure ancora Mic ciò il nome dell’impresa  a questi riferibile. Il secondo modo è quello di utilizzare la sentenza che il  Tar della Campania ha pronunciato qualche mese fa, precisamente il 23 giugno scorso, con la quale, respingendo il ricorso della seconda impresa classificata, che fa riferimento all’altro imprenditore di Marcianise Grillo, ha sostanzialmente, seppur temporaneamente, ri-validato l’aggiudicazione  a favore di Tommaso Colella.

Nella sentenza del Tar, infatti, sono elencate sinteticamente, tutte le tappe della storia compresi i due provvedimenti dell’allora dirigente di settore Fulvio Tartaglione, che annullavano l’aggiudicazione a  Felice Colella , compreso l’ardimentosa, temeraria determina che una delle tante vittime del sindaco Antonello Velardi, cioè il dirigente Floriano Di Cicco aveva firmato revocando in pratica la revoca fatta da Fulvio Tartaglione e ridando la parola alla commissione aggiudicatrice, la quale, presieduta al tempo da Francesco Saverio Letizia, coordinatore della campagna elettorale di Velardi, poi dirigente in comando, in fine letteralmente scappato  a gambe levate al Comune di Napoli  ha ripristinato l’esito della prima aggiudicazione a favore di Colella con motivazioni che non siamo riusciti assolutamente a trovare e che invece sarebbe fondamentale reperire, perche in questa ingarbugliatissima storia , c’è una vicenda, una ed una sola , che suscita scandalo: Tommaso Colella ha presentato un’offerta che prevede l’utilizzo di materiali di categoria 3 , in sostanza strutture prefabbricate il cui uso è vietato nella costruzione di  manufatti che hanno una destinazione pubblica e che dovranno  accogliere un numero ingente di persone. In questo caso occorre costruire in modo da garantire attraverso il cemento armato, caratterizzato secondo le prescrizioni di legge, l’adozione della categoria 4 che, per altro, è richiesta espressamente nel capitolato di gara.

L’imprenditore Grillo si è visto respingere il ricorso presentato con l’obiettivo di ottenere l’annullamento della determina di de cicco e della nuova aggiudicazione, la seconda, effettuata dalla commissione presieduta dal citato Francesco Saverio Tartaglione.

Ma il Tar come potrete leggere dal testo integrale della sentenza che vi pubblichiamo sotto a questo articolo non entra minimamente nel merito delle contestazioni tecniche argomentatissime che indussero Fulvio Tartaglione a revocare per la seconda volta l’esito della gara, dopo un primo tentativo andato a vuoto in quanto impallinato dal Tar per il semplice motivo che non era fondato su argomentazioni granitiche, bensì sull’assenza della firma del dirigente sull’atto di prima aggiudicazione della gara.

Non entra nel merito perché Grillo soccombe nel ricorso, prima in sede di decisione sulla richiesta di sospensiva, poi, il 23 giugno, anche nel merito, solo perchè i giudici amministrativi affermano che non avendo impugnato a suo tempo cioè in sede di prima aggiudicazione, l’esito di questa gara, Grillo ha anche rinunciato a far valere formalmente una manifestazione dei propri interessi economici, aziendali, risultati danneggiati dalla determina con cui il Comune di Marcianise ha sancito l’attribuzione dei questo progetto a Felice Colella. Nel momento in cui, così argomenta il TAR, Grillo impugna la determina di “revoca della revoca” firmata da Floriano De Cicco, arriva in pratica fuori tempo massimo, perché non presentando il ricorso in prima battuta non avrebbe fatto valere la legittimazione necessaria per essere attore di una procedura giudiziaria che può essere finalizzata pur solamente alla tutela di interessi specifici che verrebbero lesi.

Ecco perchè i giudici amministrativi napoletani hanno dichiarato inammissibile il ricorso di grillo. E dunque, non certo in quanto abbiano riconosciuto la trasparenza di una procedura che invece hanno definito testualmente “poco lineare”.

Grillo non si arrende, ritiene che la rivendicazione formale finalizzata a far valere la consistenza di ipotetici interessi economici lesi abbia piena validità anche se è spostata nel tempo, anche se è esposta attraverso l’impugnazione della determina di De Cicco e della conseguente ri aggiudicazione a Tommaso  Colella di questo appalto.

 

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