MONDRAGONE. OPS! Nel comune di Zannini si sono “arrubati” (cfr. De Luca) i computer dell’ufficio Ragioneria

22 Febbraio 2025 - 12:57

L’ipotesi di un furto comune è la più probabile. Ma andrebbe valutata, alla luce di ciò che è successo negli ultimi mesi, insieme ad altra possibilità. Nostra previsione sulla percentuale di chances di soluzione del giallo? 0%

MONDRAGONE (g.g.) – Le inchieste delle procure che coinvolgono anche il comune di Mondragone, non è più un segreto, sono molteplici. Così come gli ingressi nelle stanze del comune di uomini della polizia giudiziaria che operano, per l’appunto, su mandato della magistratura inquirente?

Spostandoci, invece, dal piano penale al piano contabile, su Mondragone grava il pericolo del dissesto finanziario del comune, dopo che la corte dei Conti ha bocciato il riequilibrio di bilancio votato dal consiglio comunale,

o meglio, votato dalla maggioranza votata dal consigliere regionale Giovanni Zannini. E scusate se non nominiamo il sindaco formale della città, così come non facevamo con il suo predecessore, poiché, con rispetto parlando, contano come il due di coppe alla briscola quando la carta scoperta è degli altri segni, spade, denari e bastoni.

È chiaro che un furto, come quello verificatosi stanotte, all’interno delle stanze che ospitano il settore guidato dal dirigente Mario Polverino, ovvero la ripartizione Finanze, Bilancio e Ragioneria del comune non può, ragionevolmente (scusateci il giro di parole, assolutamente voluto), essere derubricato come un normale ingresso di ladri che portano via delle cose allo scopo di venderle o di ricettarle. O altro ancora.

Se poi queste cose sono rappresentate dai personal computer che contengono sicuramente dati sensibili e importanti per la gestione finanziaria dell’ente, documenti di bilancio ma anche mandati di pagamento, liquidazione relative a fornitori, riteniamo che bisogna essere molto prudenti sull’analisi dei fatti.

Il blitz di questi malviventi ha colpito anche l’ufficio Anagrafe e Stato Civile.

Per carità, l’ipotesi del furto fine a se stesso messo a segno da uno o più ladri non politicizzati resta quella più probabile. Ma alla luce di quanto scritto finora e degli avvenimenti succedutisi negli ultimi mesi, non possiamo neppure escludere una matrice di tipo diversa, ossia che qualcuno abbia voluto risolvere qualche problema imbarazzante, asportando materialmente i dispositivi che contenevano la memoria di fasi amministrative della città.

Ovviamente, avendo esperienza di ciò che si è sviluppato in certi rapporti istituzionali a Mondragone, siamo un poco scettici sul fatto che chi di dovere riuscirà a venire a capo della vicenda.