MONNEZZOPOLI. Lemon John, il bullo di Lido Sinuessa scatenato. Dovute risposte a Zannini sulle notti mie e su quelle sue, di Luserta e di Giuffrida. Poi i casi del mio prestanome, di Capua e della sua responsabilità politica

10 Ottobre 2023 - 19:37

Abbiamo intenzione di proseguire sino all’infinito. Ogni volta che parlerà del sottoscritto e di questo giornale, noi replicheremo, colpo su colpo e senza sconti, in attesa di un documento giudiziario che fornirà un solido strumento per i lettori per valutare chi sia il sottoscritto, chi è Zannini e chi è la dottoressa Pignetti. I 46 voti di Arienzo, i tempi che non tornano sull’avvento della Nocerino, l’intesa con la Giacobone, il marito e il cognato e il perchè dopo tutto quello che è successo con gli appalti e le assunzioni, noi diffidiamo a dir poco sulla Centrale Appaltante della Provincia

CASERTA(Gianluigi Guarino) Premettendo che Giovanni Zannini non ha avuto ancora il fegato di fare il mio nome e il mio cognome (e questo dimostra molte cose) veniamo alla replica dovuta al suo post uscito nel suo profilo Facebook (e che noi vi mostriamo in alto) nel pomeriggio di ieri subito dopo la pubblicazione di un nostro articolo che lo riguardava (CLIKKA E LEGGI). Magari sui dopocena e sulle feste senza “pregiudizi” me li potete dare tu e il tuo amico Antonio

Luserta qualche consiglio per come gestire la vivibilità di quelle ore in modo tale da mantenere nitida quandanche feroce lucidità per tutta la nottata.

A quel punto i nostri lettori sarebbero in condizioni di maturare un loro pensiero rispetto ai dopocena del sottoscritto e su quelli tuoi con Luserta, con tanti altri e su quelli del tuo amico commercialista Enrico Maria Giuffrida, peraltro arrestato il 23 marzo scorso (CLIKKA E LEGGI) nell’omonimo agriturismo mondragonese.

Fatta la premessa, andiamo avanti.

Zannini, la pubblicità e i soldi di CasertaCe

Zannini dice che controllerà la pubblicità che passa da quello che lui definisce “giornalaccio”. Lo faccia pure. Si accorgerà che se non ci fossero, nel conto corrente dell’editore, 5mila euro (grande somma) di scoperto, CasertaCe, giornale povero per antonomasia il cui direttore viaggia in auto, non di 100mila euro, com’ è la tua, ma in una usata di 10 anni, pagata 7mila euro e già con 130mila km sul groppone, non riuscirebbe neppure a pagare i collaboratori.

E si accorgerebbe che il sottoscritto ha dato fondo a tutti i risparmi di famiglia indebitandosi con l’agenzia delle Entrate con la quale, grazie a questi soldi di famiglia, sta ancora combattendo, mentre tanti si danno alla latitanza fiscale, affrontando la terza rottamazione. Questo modello di vita, caro Zannini, è un po’, anzi un bel po” differente dal tuo, che io non ho mai critico salvo entrare nel merito oggi solo perchè i tuoi sconclusionati attacchi sono diventati di natura personale e fino a quando tu non hai inserito nel ragionamento questioni economiche che sono fuori, come sai troppo bene, dalla mia forma mentis, avendo deciso io di campare per testimoniare i principi in cui credo e non certo per fare soldi, che pur la mia testa mi avrebbe consentito di fare.

Per quanto riguarda la tua intenzione di venire a conoscenza degli sponsor di questo giornale, voglio evitare che tu, da uomo immacolato quale sei, compia all’improvviso un reato cercando di ottenere copia delle fatture emesse e inviate agli sponsor. Se proprio lo desideri, chiedo all’editore la cortesia di mandartele a Mondragone, anzi le pubblico, e così magari puoi renderti conto in quali ristrettezze sobrie, frugali, francescane, campano questo giornale e chi vi lavora. Per dirla alla Massimo Troisi nella famosa gag della Annunciazione “poveri ma onesti”.

Il capitolo del prestanome

Ebbene sì, lo confesso: c’è una persona che ha in mano il 94% delle quote della società che edita Casertace. Ma, purtroppo, non è un prestanome. Se l’ è proprio prese. Ha voluto fare l’editore dopo aver visto dai conti del giornale che CasertaCe non è e forse non sarà mai una questione di business, ma semplicemente una cosa che sta li per dare un senso alla vita di questo giornale, fondata sulla volontà di combattere (ma non a chiacchiere e con i proclami) per l’affermazione della legalità, prima di tutto di quella politica e costituzionale. Il rimanente 6% ce l’ha un altro amico, che attraversa guai tanto grandi da necessitare lui, di un sussidio.

La quota del 94% è stata acquisita per un solo euro da un’altra persona che aveva intrapreso l’attività editoriale, salvo poi ripiegare su altro interessi. Un euro consumato immediatamente in un bar per un caffè, da uno che, ripeto si è dichiarato pronto a dare una mano non perché in questo giornale ci siano soldi da gestire, in quanto è perennemente a rosso fisso.

Un amico ha detto “lo faccio io l’editore”, gratuitamente come gratuitamente mi stanno e ci stanno assistendo fior di professionisti, notai, grandi avvocati, grandi commercialisti, solo per evitare l’ennesimo pignoramento del nulla, perché le cifre che girano nel conto dell’editore di Casertace sono piccolissime, finalizzato solamente, dato che quel 94% delle quote non vale nulla, ma proprio nulla, (e inutilmente) a fiaccare il sottoscritto e a fare in modo che questo giornale possa tacere sulle malefatte della politica casertana. E se oggi l’obbligo che la legge impone ad una testata registrata in tribunale di avere un editore, non è assolto dal sottoscritto come persona fisica, così com’è stato attraverso una partita Iva mia, personale, con la quale negli anni in cui battagliavo insieme a te per rovesciare l’amministrazione comunale di Mondragone che ritenevo densa di ombre, inicua tantissimi debiti con l’agenzia delle entrate perchè preferivo dare qualche soldo ai collaboratori e non all’Iva è solo perchè la folle e unica pratica di fare l’editore come persona fisica con una partita Iva da libero professionista, determinerebbe attacchi ancor più gravi, e con nessuna possibilità di rivalsa economica per i motivi appena spiegati, ma solo finalizzati a tapparci definitivamente la bocca. Questo sei tu, che conosci bene la notte, questo sono io che conosco bene le qualità enogastronomiche del formaggio di pecora e del vino di casa, non del Jack Daniels, che appartengono al mio ethnos, al mio ethos e all’intero mio knowhow

Questa persona non ha prestato il suo nome, ma solo il suo sostegno morale.

I prestanomi – e tu lo sai bene caro Zannini – servono nelle operazioni malandrine, in quelle con cui certe società che hanno capitali sociali di 12mila euro e un solo dipendente, vincono gare d’appalto da 2 milioni di euro, così come è successo nei giorni scorsi alla società della famiglia di Antonio Bardellino, da noi smascherata, ad opera dell’amministrazione comunale di Aversa di cui tu, insieme a Stefano Graziano, sei stato il regista fino alla giornata di oggi quando quest’amministrazione tra le più turpi che la storia di questa provincia ricordi, è andata a casa per la mancata approvazione del bilancio di Previsione (CLIKKA E LEGGI). E con questo non voglio assolutamente dire che tu abbia responsabilità personali sul fatto specifico appena raccontato. Ho detto, dico e dirò sempre, invece, che hai responsabilità politiche rispetto a questo appalto, così come ce l’hai, per quanto riguarda la filiera dei rifiuti di cui ci stiamo occupando.

Il capitolo di Capua

Veniamo alla vicenda di Capua, probabilmente sei tu che hai scritto il post in una condizione di poca lucidità e forse i limoni farebbero bene a te. A meno che tu, come spesso ti capita, fai il furbo e ritieni che tutti gli altri siano dei fessi e non valgano nemmeno un decimo della tua cazzimma, quando in realtà non avrebbero nessuna difficoltà ad averla e a mostrarla ma semplicemente non sono disponibili a spendere la propria esistenza terrena in una gara infinita per stabilire chi è il più furbo del mondo, chi è il più capace di tenere le mani in pasta, senza sporcarsele irreparabilmente.

Dici, infatti, che la Nocerino, essendo diventata assessore nel luglio 2022, cioè dopo le elezioni comunali di Capua, non ha potuto materialmente e politicamente incidere sull’appalto dei rifiuti, attribuito precedentemente, con una fase preparatoria iniziata durante l’amministrazione di Luca Branco e con una fase esecutiva perfezionata dal commissario prefettizio.

Siccome quando tu e Luserta andate camminando la sera e la notte, noi studiamo e scriviamo, è bastato consultare il nostro archivio per trovare un articolo del 16 settembre 2021. Quell’articolo ha fatto il paio con un video che non utilizzammo per un nuovo articolo 24 ore dopo ma che abbiamo conservato. Formalizzava l’ingresso in maggioranza della Nocerino con tanto di ulteriore definizione ufficiale dell’operazione nel corso di una conferenza stampa svoltasi il giorno dopo, cioè il 17 settembre 2021, (CLIKKA E GUARDALA IN VIDEO) a cui partecipano il sindaco Branco, la Nocerino e proprio tu Zannini, in quel momento come capo partito cioè leader dei moderati, come consigliere regionale e come residente della Commissione Ambiente Ecologia e Rifiuti della Regione Campania .

La procedura per l’affidamento, riteniamo per un breve periodo, del servizio di raccolta dei rifiuti viene perfezionata, completata nel marzo del 2022 dal commissario prefettizio, subentrato al sindaco Luca Branco, che nonostante l’ingresso in pompa magna della Nocerino nella maggioranza, non era riuscito a sopravvivere a causa della decisione di altri due consiglieri comunali, che con Zannini non c’entravano nulla, di staccare la spina. La Nocerino, dunque, seppur per poco tempo è stata, la rappresentante piena del Presidente della Commissione Ambiente e Rifiuti della Regione Campania, legittimata come tale proprio da Zannini nel corso della citata conferenza stampa.

Come abbiamo scritto ieri, non è improbabile che tutta questa relazione tra fatti e persone sia, come si scrive nei titoli iniziali o di coda di certi film, “puramente casuale“, solo frutto di coincidenze. Ma affermare che la Nocerino non avesse nessuna possibilità di dire la sua, anche sulla materia dei rifiuti, in una dialettica interna alla maggioranza in cui rappresentava il puntello decisivo in quei giorni, con tanto di imprimatur politico e fisicamente mostrato di Zannini, già presidente, sin dagli ultimi mesi del 2020, della Commissione Ambiente Ecologia e Rifiuti della Regione Campania, nella conferenza stampa, significa affermare una cosa che noi consideriamo solo ed esclusivamente inesatta, perché francamente metterci a propinar insulti come sta facendo Lemon John, quando si tratta di cose che riguardano l’uso del pubblico denaro, non ci va. Taglia la testa al toro come si suol dire il fatto che oggi proprio nella fase di preparazione e di esecuzione della gara d’appalto strutturale della raccolta dei rifiuti la Nocerino ricopre al carica di assessore a questo specifico ramo.

Capitolo gare

Abbiamo compiuto accertamenti documentali e a noi risulta che il procedimento per l’affidamento quinquennale alla Ecology Srl nella città di Capua è stata aggiudicata ed è è stata aggiudicata dalla centrale appaltante dell’amministrazione provinciale.

Magari ci sbagliamo, ma tutto quello che abbiamo scritto, dall’ ordinanza del tribunale di Benevento in poi, fondata sul presunto ruolo mazzettaro di un alto dirigente dell’amministrazione provinciale di Caserta, passando poi per la sequela impressionante di affidamenti attribuiti a imprese di Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano, alcune delle quali sotto il controllo di soggetti malavitosi o di soggetti colpiti da interdittive antimafia e poi messisi lateralmente, (a questo servono i prestanome caro Zannini). Tutto quello che abbiamo scritto sulle centinaia di assunzioni che hanno arriso alla vita di persone vicine anche allo stesso Zannini, un paio di esempio su tutti, l’assessore super zanniniano di Lusciano, Grimaldi, e la provvidenziale assunzione della figlia di mister Alfredo Campoli e dell’assessora più zanniniana di tutta la provincia, ovvero la moglie di Campoli, che si chiama Rosaria Tramonti, ci inducono a nutrire una certa diffidenza sulla cifra di trasparenza di tutto ciò che capita in quegli uffici.

Ed è ovvio che questa diffidenza sia anche lievitata nel momento in cui abbiamo appreso che la Centrale Appaltante della Provincia ha prodotto gli affidamenti del servizio dei rifiuti a San Cipriano, comune indiscutibilmente e totalmente zanniniano ma anche a Capua, Comune nel quale Zannini, dopo essersi accordato con la vicesindaca Marisa Giacobone, ma soprattutto con il marito Carmine Zenga e il suo esimio fratello Francesco Zenga, quest’ultimo incapace di produrre un solo termine nei suoi commenti social in risposta agli articoli che lo riguardano che non sia una parolaccia da troglodita o una minaccia, è diventato l’azionista di maggioranza dell’amministrazione di Villani, visto che sia la Giacobone che la Nocerino, avendo alle spalle Zannini, sono perfettamente in grado di spostare i numeri e i rapporti di forza del consiglio comunale di Capua verso il consigliere regionale di Mondragone che di qui a poco potrebbe essere in grado anche di dire ad Adolfo Villani quale sia il primo piede da mettere a terra quando si alza la mattina.

Tre interpretazioni sui post di Zannini e il caso Guida

Ci sono tre ipotesi relative alle risposte che Zannini dà ai nostri articoli: o non li legge per intero e qualcuno glieli sintetizza (male), o fa finta di non averli letti, oppure le sue cognizioni, e non è improbabile, gli consentono di coglierne traccia, qualche brandello, scollegati dal contesto logico.

Noi siamo, infatti, partiti da elementi oggettivi, relativi a questo argomento che l’ha fatto letteralmente imbufalire e che lo induce, lui che avrebbe tanto da fare al servizio della popolazione campana, a dedicare, bontà sua, a questo giornale tanto tempo della propria giornata. E’ un dato oggettivo che la Dda abbia compiuto 28 perquisizioni coperte da altrettanti decreti notificati agli indagati.

Questa indagine, a ragione o a torto si basa anche e soprattutto sul rapporto indiretto, garantito da soggetti fiduciari, tra il politico Luigi Bosco (che ha già ufficializzato la sua candidatura alle prossime Europee nel partito di Azione di Carlo Calenda, fusosi con i Moderati di Zannini in provincia di Caserta) e gli interessi di Nicola Ferraro, condannato definitivamente per camorra, tra i quali c’è anche quello di promuovere in ogni modo la penetrazione nei Comuni della Provincia di Caserta della società CZeta Spa, appartenente alla famiglia Aniello. Questo non lo diciamo noi, caro Zannini, ma lo mette nero su bianco la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Noi abbiamo aggiunto, in basa ad una nostra ricerca, che ha prodotto risultati incontestabili, che alla CZeta vanno aggiunte anche le società Ecology Srl e Eco Junk Srl.

In questa partita ci sarebbe, secondo la Dda, anche il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida. Zannini dice che lui ad Arienzo ha preso solo 46 voti. Noi diciamo che l’obiettivo principale, anzi pressochè esclusivo, che Guida perseguiva in quella tornata in cui si votò, e Zannini lo sa troppo bene, contemporaneamente per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale del centro suessolano riguardava la propria causa personale che si sarebbe esposta ad un danno qualora Guida si fosse impegnato, creando conflitti tra coloro i quali lo volevano votare come sindaco, nella concorrenza tra i candidati al consiglio regionale. Poi c’è il “dopo” rispetto a quel settembre 2020. Da allora, Guida è diventato ancor di più uno dei complementi oggetto attivi ed obbediente, dell’alleanza (tutt’altro che santa) tra Zannini e Magliocca, dimostrata da tanti episodi.

Ne citiamo due per tutti: la scalmanata esultanza, con tanto di gesto dell’ombrello e limoni sparsi a gogò, subito dopo la vittoria elettorale di Giorgio Magliocca alle elezioni provinciali del dicembre 2021 e lo sconcertante video (CLIKKA E GUARDALO) che lo stesso Zannini ha postato durante questa estate in cui, con una modalità dialettica che ormai gli appartiene e che ci ha indotto a ribattezzarlo “Lemon John, il bullo di Lido Sinuessa,” avverte tutti che lui e Magliocca, di cui pretende la presenza solo annuente e quasi totalmente silente, sono stati, sono e saranno una cosa sola, o citando l’antico duo di Wess e Dori Ghezzi, quest’ultima divenuta poi la moglie di Fabrizio De Andrè, “Un corpo e un’anima“.

Se il consigliere regionale di Mondragone, invece di dispensar insulti, avesse replicato in maniera composta confutando le nostre argomentazioni, noi ci saremmo confrontati con lui in maniera ordinata.

Invece non lo fa, anzi anche con questo ultimo post dà l’idea – e così ritorniamo all’assunto che da il titolo a quest’ultimo paragrafo dell’articolo – di non aver letto o di far finta di non aver letto oppure ancora di avere gravi problemi cognitivi quando si esce dal perimetro delle abilità dei giocatori di dadi.

Quello che abbiamo voluto dire e quello che diremo ancora: la responsabilità legale e la responsabilità politica

Sin dal primo articolo, pubblicato sabato, noi abbiamo precisato che la fotografia di questa filiera di affidamenti al gruppo imprenditoriale che, secondo la Dda è protetto e sponsorizzato da Nicola Ferraro, nell’ambito anche di un rapporto politico-imprenditoriale con Luigi Bosco, con il quale, ripetiamo, Zannini, no ha fatto un semplice accordo di coalizione, ma si è fuso politicamente, creando il simbolo di Moderati in Azione, non significa assolutamente che noi o chiunque altro, Dda compresa, siamo in condizione di dire che lo Zannini possa essere anche lontanamente e remotamente coinvolto.

Zannini non è coinvolto fino a prova contraria. Noi abbiamo affrontato il tema da un punto di vista politico. Zannini, e qui non occorre la prova contraria perché già c’è, è responsabile dell’imbarbarimento della politica casertana, trasformata in suk clientelare, in un abominio del do ut des.

La consistenza della filiera di affidamenti alle imprese vicine a Nicola Ferraro significa per ora che personaggi come l’imprenditore, (fino a ieri scrivevamo ex ma alla luce di questa indagine dobbiamo ancora definirlo come attivo), di Casal di Principe, Nicola Ferraro, hanno trovato terreno fertile in questo verminaio che il modo di far politica di Zannini ha costituito e alimentato.

Questa è politica, non diritto penale, e noi alla luce di quel che abbiamo letto in quei decreti di perquisizione abbiamo il diritto, anzi il dovere, di significarlo ogni giorno, piaccia o non piaccia a Lemon John.