Omicidio Izzo, condanna definitiva a 12 anni per il collaboratore di giustizia Cipriano D’Alessandro

19 Maggio 2025 - 12:04

Fu ucciso dai sicari del clan nel bar di un distributore di benzina

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Diventa irrevocabile la condanna a 12 anni di reclusione per Cipriano D’Alessandro, 62 anni, originario di San Cipriano d’Aversa, accusato di aver partecipato all’omicidio di Stefano Izzo, avvenuto nel 1991 presso una stazione di servizio a Pastorano.

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Giuseppe De Marzo, ha infatti rigettato il ricorso presentato da D’Alessandro, confermando così la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli.

Stando alle ricostruzioni investigative, Stefano Izzo si trovava nel bar annesso al distributore di carburanti in località Spartimento degli Abruzzi, quando fu raggiunto da tre uomini che gli spararono diversi colpi con armi da fuoco, uccidendolo sul posto. La vittima, all’epoca dei fatti, lavorava come guardiano per un’azienda agricola a Pignataro Maggiore, riconducibile al clan Nuvoletta.

Per molti anni l’omicidio è rimasto senza colpevoli, finché le rivelazioni di due collaboratori di giustizia, Cipriano D’Alessandro e Nicola Panaro, indicati come tra gli autori materiali dell’agguato, hanno permesso di riaprire e chiarire il caso.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’omicidio si inseriva nel contesto della faida tra i Nuvoletta e il gruppo Schiavone del clan dei Casalesi, in lotta per il controllo dei centri di lavorazione delle pesche. La morte di Izzo sarebbe stata decisa come rappresaglia per l’assassinio di Emilio Martinelli, fratello di Enrico Martinelli, ucciso a Grazzanise nel 1985. Izzo, secondo gli investigatori, avrebbe avuto un ruolo nell’omicidio Martinelli in qualità di specchiettista, ovvero colui che sorveglia e segnala i movimenti della vittima.

Con la pronuncia della Cassazione, la condanna a carico di D’Alessandro è ora definitiva.