OSPEDALE DI CASERTA. Attenti a quei tre. Che…Bottino per l’appalto con la Vicamed: 690mila euro. Indagati anche MIMMO OVAIOLO e NICOLA TURAFELLI
29 Novembre 2018 - 13:39
CASERTA – Ieri sera abbiamo dato notizia del coinvolgimento dell’ex direttore generale dell’Asl di Caserta e dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, cioè dell’ospedale civile del capoluogo, cioè Francesco Bottino, nell’indagine su appalti e mazzette all’Asl Napoli 1.
Bottino non c’entra con i presunti reati compiuti nell’Asl napoletana, ma siccome i protagonisti principali degli stessi sono i componenti della famiglia Dell’Accio, dagli accertamenti operati dalla magistratura inquirente napoletana è saltato fuori anche un super appalto, aggiudicato proprio alla loro impresa dall’ospedale civile di Caserta nell’anno 2012.
La prima novità di giornata è che l’indagine è stata chiusa, per cui agli indagati è stato notificato l’avviso formale ai sensi dell’articolo 415 bis del Codice di Procedura Penale, che vale anche come informazione di garanzia.
Dalla lettura di questo documento, ci accorgiamo che oltre a Francesco Bottino risultano indagate anche due altre persone molto conosciute, che al tempo svolgevano alte funzioni dirigenti nell’azienda: Domenico “Mimmo” Ovaiolo, all’epoca direttore amministrativo, e un’altra vecchia conoscenza dei lettori di Casertace, cioè Nicola Tufarelli, che svolgeva il ruolo di direttore della U.O.C. Tecnologia Ospedaliera e Innovazione Tecnologica.
Su tutti e tre grava l’accusa di turbativa d’asta in concorso. Di qui a un mese il Pm formulerà, al 99%, la richiesta di rinvio a giudizio che li farà passare dallo status di indagati a quello di imputati.
In poche parole, perché il dettaglio lo potete leggere nello stralcio dell’avviso di conclusione indagini che pubblichiamo in calce, tra Bottino, Ovaiolo, Tufarelli e la società dei Dell’Accio, la Vicamed Srl, ci sarebbe stato un accordo per truccare la gara finalizzata ad acquistare quattro colonne laparoscopiche, richieste rispettivamente dai quattro primari Ferdinando Salzano De Luna, Sergio Izzo, Salvatore “Chicco” Massa e Ettore Borsi.
La Vicamed Srl operava in Campania come rivenditore autorizzato della nota azienda Olympus Italia Srl.
L’operazione avvenne per la cifra vertiginosa di 690mila euro più Iva, in pratica poco meno di 840mila euro.
Secondo l’ipotesi accusatoria, un prezzo superiore del 330% rispetto a quello che la Olympus, produttrice delle colonne laparoscopiche, praticava abitualmente sul mercato.
Questa enorme differenza ha costituito un profitto esponenziale, che fino a prova contraria ha introitato solo l’azienda dei Dell’Accio, a meno che, dalle fasi successive del procedimento non esca fuori altro sull’utilizzo e sulla destinazione di questa vera e propria riserva aurea creata con l’anomalo (chiamiamolo così) valore aggiunto scaricatosi sul prezzo.
Va detto in conclusione che, sempre secondo la formulazione provvisoria dell’accusa, l’operazione venne puntellata anche dall’allontanamento, in modo che non potesse partecipare alla gara, della Endoscopy Srl, la quale evidentemente certe cose le sapeva e avrebbe potuto facilmente denunciare questa abnorme differenza di prezzo.
Ciò perché aveva, a sua volta, un rapporto con la Olympus Italia, di cui era agente di commercio per la Campania.