PARENTOPOLI ALL’ASL. I sindacati autonomi chiedono un regolamento per le posizioni organizzative, ma così i congiunti e gli amici di Nicola Cristiani della Cisl non potrebbero battere il record di trent’anni di privilegi. E allora…
2 Agosto 2023 - 19:13
Di fronte alla richiesta formalizzata al direttore generale Amedeo Blasotti, l’inossidabile capo della Cisl si è opposto e si capisce anche il perché. Lo capiamo sicuramente noi, che da decenni conduciamo un’inutile battaglia per la legalità e l’equità, per difendere i tanti dipendenti costretti a svolgere funzioni che non gli toccherebbe svolgere, senza guadagnare un euro in più. Vi facciamo una sintesi di quello che sta accadendo, ma anche delle puntate precedenti.
CASERTA (gianluigi guarino) Tra gli anni 2004 e 2005, l’Asl di Caserta, con operazione in stile “forestali siciliani”, ha attribuito circa 300 tra posizioni organizzative e incarichi di coordinamento, appesantendo il bilancio dell’azienda nella relazione tra questa ed il cosiddetto comparto, riguardante tutte le professioni sanitarie appartenenti alla categoria D.
Il Contratto nazionale di lavoro vigente a quel tempo limitava, si fa per dire, il periodo in cui un dipendente poteva svolgere una funzione di coordinamento o di posizione organizzativa che gli consentiva di avere uno stipendio significativamente lievitato, nell’ordine di 1000 euro al mese in più, a tre anni, con la possibilità di rinnovo per altri tre anni e per altri tre anni finali. Complessivamente, dunque, nove anni e non più di nove anni. I dipendenti del comparto che si videro riconosciute queste posizioni organizzative, le avrebbero dunque potute ricoprire fino al 2013 per quelli che le avevano ottenute nel 2004, fino al 2014 per coloro che le avevano ottenute nel 2005.
Se oggi di quei 300 ne sono rimasti 140 in servizio, è perché tutti gli altri sono andati in pensione. Nessuno di essi, infatti, dopo aver ottenuto i non obbligatori due rinnovi della propria posizione organizzativa o del proprio incarico di coordinamento, per tre anni e per tre anni ancora, ha cessato di svolgere la sua funzione, in applicazione di una norma vigente, visto che il Contratto nazionale di lavoro è una fonte del diritto a tutti gli effetti e la sua firma ad opera delle cosiddette parti sociali arriva dopo una accurata analisi in modo che nessuno dei suoi contenuti sia in contrasto con leggi e norme di rango superiore. Come abbiano fatto le posizioni organizzative del 2004 e del 2005 a sopravvivere nel loro status, divenuto un privilegio feudale, lo possiamo ben immaginare, conoscendo le identità, la vita e le opere dei vari direttori generali, dei vari direttori sanitari e amministrativi che si sono avvicendati a capo dell’Asl. Mai gendarmi e difensori del diritto, mai controllori del corretto uso del pubblico denaro, sempre, invece, a disposizione del politico di turno per eludere il diritto in modo da favorire questo o quell’altro cliente. Qualcosa si saranno inventati anche al di fuori dei due rinnovi possibili, le comodità di parenti e amici. E non solo parenti e amici dei politici, ma anche parenti, amici e clientes dei sindacati dell’apparenza, dei sindacati del particulare. E qui, come al solito, non abbiamo alcuna difficoltà a fare i nomi e i cognomi. A partire da quello che noi abbiamo sempre considerato la punta di lancia di questo sistema. E’ certo che Nicola Cristiani, comandante in capo della Cisl-Funzione pubblica, è da un centinaio di anni – abbiamo perso ormai il conto – al suo posto di padrone del vapore. E da cent’anni si è seduto ai tavoli delle fine contrattazioni sempre con l’idea di posizionare prima di tutti i parenti suoi, mogli, affini, figli, nipoti e chi più ne ha più ne metta. Successivamente, di fare lo stesso con persone già tesserate o in grado di tesserarsi personalmente portando con sé un bel pacchetto di speranze, di questuanti per mentalità, pronti a genuflettersi davanti ad un metodo, più che davanti ad una persona, pur di ottenere le stesse cose che hanno visto ottenute con il sistema di parentopoli e/o amicopoli.
Nicola Cristiani, Salvatore Stabile: c’eravamo tanto amati…
I due sembra che abbiano litigato, visto cha la Cisl di Nicola Cristiani, sempre in apparenza, ha letteralmente cannibalizzato e svuotato la Fials di Salvatore Stabile, all’indomani dei problemi giudiziari che hanno colpito il figlio di questi e hanno lambito lui stesso. Ma ciò non può far dimenticare che Cristiani e Stabile, entrambi aversani, siano stati pappa e ciccia per decenni, trasformando i tavoli della contrattazione sindacale, in veri e propri suk mediorientali del più becero clientelismo sindacatocratico. E più si ingrossavano le fila dei loro iscritti più contavano, più influivano al cospetto delle controparti Asl e anche Azienda ospedaliera, in quanto quegli iscritti erano anche elettori. E d’altronde, per certificare ancora meglio questa questa relazione stretta tra un certo modo di utilizzare la funzione sindacale e l’effetto che questa modalità ha determinato, direttamente o indirettamente, sulla funzione politica basta constatare il percorso sindacale e politico, solo apparentemente parallelo ma in realtà pieno di intersezioni, che ha contrassegnato gran parte della vita del citato Salvatore Stabile e di suo fratello Giuseppe. per gli amici Peppe, consigliere comunale, presidente del consiglio comunale, assessore del Comune di Aversa, dove ormai è considerato una sorta di highlander.
Non solo posizioni organizzative. Hanno voluto anche i coordinamenti, raddoppiando gli stipendi.
I signori che, da 18 anni, continuano a ricoprire posizioni organizzative che non potrebbero ricoprire, non si sono accontentati, perché, come ha denunciato più volte Casertace, hanno svolto, a nostro avviso illegittimo, doppi incarichi: posizioni organizzative e funzioni di coordinamento in stretta contemporaneità. Al tempo, citammo alcuni esempi, tra cui quello del mitico Franco Crisci, titolare, per l’appunto, sia della posizione organizzativa che del coordinamento, con la moglie, anch’essa in possesso di entrambi i titoli e di entrambe le integrazioni economiche sui propri compensi. E poi citammo il caso di Allocca, anche lui, in pariglia con sua moglie, sia in posizione organizzativa che in coordinamento. Stesso discorso per Mario Falco, un tempo Cisl, poi Uil, anch’esso titolare di posizione organizzativa e di coordinamento, al pari di Luigi Giannini, un vero e proprio globetrotter, partito dalla Cisl, passato per la Fials e ora atterrato, si spera senza effettuare ulteriori scali, in maniera definitiva, alla Cgil.
Ecco perché abbiamo paragonato questa roba vergognosa, ripetiamo, per l’ennesima volta, da noi sempre denunciata, alla vicenda divenuta ormai proverbiale, vero archetipo della peggiore attitudine parassitaria meridionale, dei forestali della Sicilia.
Detto questo e sottolineato ancora una volta che si tratta, come succede per le tante vicende del malaffare casertano, di casi rimasti totalmente impuniti, senza che la Corte dei Conti si sia degnata una sola volta di dire a questi ricottari delle direzioni strategiche e di certi sindacati “uè, ragazzi, ma che cazzo fate? Questi non sono soldi vostri, ma appartengono ai cittadini”.
Potremmo continuare a lungo nella descrizione minuziosa di questa vergogna rimasta a cielo aperto e che rappresenta uno dei tanti casi di pessimo esempio, conosciuti dalla gente, da tantissimi cittadini, i quali hanno maturato giustamente e tossicamente l’idea che per andare avanti nelle nostre zone, ci si debba comportare così.
Dal 3+3+3 al 5+5, ma la solfa è sempre la stessa.
Contratto dopo contratto, siamo arrivati a quello del 2019-2021, ancora vigente, in quanto il nuovo è ben lungi dalla firma.
Questo contratto ha modificato il regime temporale delle posizioni organizzative. Naturalmente di quelle che iniziano durante il tempo di vigenza del contratto stesso, non quelle di prima, perché altrimenti, introducendo a freddo un principio di retroattività, si andrebbe a minare i principi fondamentali del diritto. L’ultimo contratto ha stabilito che una posizione organizzativa o un incarico di coordinamento debba durare 5 anni e che possa essere rinnovato per altri 5 anni per un’unica volta. Inoltre, udite udite, ha vietato il cumulo delle funzioni, in pratica l’accumulo tra la posizione organizzativa e l’incarico di coordinamento. Ciò vuol dire che la situazione, almeno quella scritta sulle carte normative ignorate sistematicamente, in tutto e per tutto, fino ad oggi, dai direttori dell’Asl di Caserta, si è modificata di poco, almeno nella sostanza. Mentre prima, la posizione organizzativa poteva durare al massimo 9 anni, adesso ne può durare 10.
I fessi che lavorano gratis anche per gli altri e i dritti reclutati dai cacicchi di De Luca.
Un approccio meritocratico all’assegnazione delle posizioni organizzative e degli incarichi di coordinamento dovrebbe, per equità e senso di giustizia, partire dal riconoscimento dei tanti infermieri e dei tanti amministrativi, di cui questo giornale si è occupato nei mesi scorsi, che le funzioni di organizzazione, le funzioni di coordinamento di aree in cui si erogano servizi, le svolgono realmente, senza avere un solo euro come corrispettivo. Perché neanche lo straordinario, molto spesso gli viene riconosciuto. Vanno a sostituire, anzi a tappare i buchi lasciati dai tanti loro colleghi andati in pensione e che non vengono sostituiti, visto che i direttori si muovono, sul fronte delle assunzioni, sul fronte dei concorsi, sul fronte dell’accesso a graduatorie di idonei di altre Asl e di altre Aziende ospedaliere, solo e solamente in base ai desideri della politica e in base ai desideri del sultano della Campania, il quale da un lato ci fa divertire con le sue battute da cabarettista consumato, dall’altra parte fotte ogni giorno i non raccomandati, per ingrossare le fila dei servi della gleba, di quelli che poi dovranno votare per lui e per i suoi diversi cacicchi territoriali.
Ci sono infermieri e amministrativi costretti da 10 anni a svolgere funzioni di responsabilità che non gli toccherebbe svolgere ma che, al contrario, riempiono la loro giornata di fatica e di preoccupazione. Perché scontentare i direttori, quello generale, il sanitario, l’amministrativo, scontentare i direttori dei vari dipartimenti o i primari di un’Unità operativa complessa, può complicargli la vita ulteriormente, rendendola impossibile.
Qualche sindacato, a partire da Nursing Up, affiancato in questa occasione (vedete com’è strana la vita, certe volte) anche dalla Fials di Salvatore Stabile e dall’altro sindacato autonomo Nursing, ha chiesto al direttore generale Amedeo Blasotti, di rendere finalmente trasparente l’intera filiera della potestà amministrativa che porta all’assegnazione delle posizioni organizzative e di quelle di coordinamento, assumendo come riferimento biblico il Contratto nazionale di lavoro, così come dovrebbe essere normale.
Ora, se uno abita in un posto normale, lo stesso direttore generale dovrebbe anche offendersi di fronte a questa richiesta. Dovrebbe dire, “scusate cari signori del Nursing Up, Fials, Nursing, ma per chi mi avete preso? per chi ci avete preso?”. E’ chiaro che questa materia debba essere definita dentro ad un regolamento che le dia trasparenza, che possa consentire a qualsiasi aspirante, di misurarsi con una decisione che in quanto assunta dalla pubblica amministrazione possa dare la possibilità , facoltà fondamentale in uno Stato di diritto, anche di contestarla, di impugnarla in sede giudiziaria.
Indovinate un po’ chi è stato il primo ad opporsi a questa richiesta dei tre sindacati? Ma naturalmente i soliti confederali, Cgil, Cisl e Uil che qui a Caserta, soprattutto nel settore della funzione pubblica significa soprattutto Cisl, visto che Nicola Cristiani ha sempre fatto la parte del leone. Qual è il problema di Nicola Cristiani? Perché si oppone a quella che sarebbe una naturale espressione di trasparenza? Se l’Asl vara un regolamento, l’intera procedura dell’individuazione delle posizioni organizzative dovrà passare per la realizzazione di un concorso per titoli e colloquio conoscitivo. E’ chiaro che la moglie di Cristiani e tutta quanta la pletora delle sue clientele rischierebbero di perdere i loro privilegi. Perché se la trasposizione da una vecchia posizione organizzativa (scusateci la ripetizione tautologica, ma le parole sono queste per definizione amministrativa) ad una nuova, è resa possibile dall’ultimo contratto, quello 2019-2021, è ancor più vero che ciò è possibile solo se queste persone avessero, negli anni, comunque attraversato e superato una fase concorsuale. Ma i soggetti in discussione non sanno neanche cosa sia un concorso. Stanno da 18 anni a sollazzarsi tra posizioni organizzative e coordinamenti, solo e solamente grazie a nomine monocratiche, a determine dirigenziali. Se adesso l’Asl si rifiuta di varare un regolamento, forzando la trasposizione di queste antiche concessioni di privilegio, le varie clientele, i parenti, gli amici, le “cummarelle”, ecc. otterranno altri 5 anni che, aggiunti ai 18 già fatti, porterebbero a 23 anni le posizioni organizzative e gli incarichi di coordinamento. Forse l’unica cosa che non potrebbe essere rinnovata, proprio alla luce di quello che, come abbiamo già scritto prima, il nuovo contratto ha stabilito, sarebbero i doppi incarichi. Per il resto, la grande abbuffata continuerebbe alla facciaccia di quelli che sgobbano nelle corsie, di quelli che lavorano per sé e per altri, di quelli che si assumono responsabilità che non dovrebbero assumersi. E magari, alla scadenza del primo quinquennio, se non sono arrivati ancora all’età della pensione, di anni in posizione organizzativa o in coordinamento, ne potrebbero ottenere altri 5. E così arriverebbero a 28 anni. Una situazione che, secondo noi, può esistere solamente a Caserta o in qualche altra Asl della Campania, della Calabria, della Sicilia, indice di inciviltà e di profonda arretratezza. E così la posizione organizzativa, il coordinamento che per legge non possono essere attribuiti vita naturale durante, diventerebbero, di fatto, strutture a tempo indeterminato, veri e propri feudi consolidati attraverso un abuso di potere da parte di chi gestisce e di chi ha la potestà nelle Aziende sanitarie.
Blasotti e l’appena (ovviamente) riconfermato Gubitosa i personaggi ideali per uno come De Luca.
Amedeo Blasotti, e, quell’altro che sta all’ospedale, Gaetano Gubitosa, non a a caso confermato in questi giorni per altri 3 anni nella sua carica, rappresentano il tipo di persone che servono al governatore Vincenzo De Luca. Più che competenti, furbe e soprattutto obbedienti ed eventualmente pronte a rischiare in proprio.