Parla un detenuto: “Dopo le botte qualcuno si fece pipì addosso. Ho ancora paura”
29 Giugno 2021 - 13:00
SANTA MARIA CAPUA VETERE – “Mi hanno ucciso di mazzate, dal primo piano al seminterrato sono sceso con calci, pugni e manganellate. I poliziotti penitenziari hanno commesso un grande errore, non è così che si danno i segnali” .
Queste le affermazioni di un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, una delle vittime dei pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020.
“Dopo gli arresti di ieri – prosegue nelle sue dichiarazioni riportate dall’Ansa – sono sollevato, li aspettavo da tempo. Ma ad oltre un anno di distanza ho ancora paura. Negli occhi ho ancora quei momenti terribili, mai vissuti in carcere e con nessun poliziotto della Penitenziaria, con i quali ho sempre avuto buoni rapporti. Ma quel 6 aprile fu una cosa assurda, mai vista. Ci hanno pestato per ore, facendoci spogliare, inginocchiare, qualcuno si è fatto la pipì addosso, a qualcun altro tagliarono barba e capelli. Il giorno dopo ci hanno fatto stare in piedi non so per quanto tempo vicino alle brande, come fossimo militari. Non potevo non denunciare, ma altri compagni impauriti non lo hanno fatto. Vorrei dimenticare, spero che il processo arrivi presto”.