Più che un Comune, TRENTOLA somiglia alla bancarella del torrone: il segretario fa il dirigente a tutto e affida gare direttamente con la barzelletta dei 139.900 euro
9 Settembre 2024 - 17:55
Contemporaneamente, infatti, è, ripescando un gioco popolare, “padrone e sotto”, controllante e controllato, segretario ma anche dirigente degli Affari Generali e dell’Ufficio Ragioneria. E così un finanziamento di 252mila viene ridotto a un progetto da 140mila, aggiustato poi da un ridicolo ribasso di 100 euro, perché lì sta la soglia che consente a sindaci e dirigenti di fare il comodo proprio. In calce all’articolo la determina in questione
Beninteso, la breve vicenda che illustreremo non è certo solo patrimonio tossico dell’attività amministrativa del Comune di Trentola Ducenta, non è solo una modalità furba e ribalda per gestire a proprio piacimento pubblico danaro da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Apicella.
Della serie “così fan tutti” e i giochini attorno alle soglie che stabiliscono il discrimine tra gare d’appalto, realizzate in un certo modo, più complicatamente controllabili, e affidamenti sostanzialmente diretti, firmati da un dirigente, ma qualche volta suggeriti dal livello politico, sono esistiti da sempre.
Per ogni versione del Codice degli Appalti, quella antecedente al 2016, quella divenuta decreto legislativo n.50 in quello stesso anno, con la definizione di Nuovo Codice degli Appalti e, infine, con l’ultima versione riformata, risalente all’anno scorso, ossia al 2023, con il decreto legislativo n.36, si sono modificate solamente le soglie, non certo i giochi di abilità dei politici e dei burocrati, che non un pensiero della propria vita riservano al bene comune, ma trascorrono le proprie giornate a lambiccarsi il cervello su come debbano sgraffignare quattrini dalle casse pubbliche, quelle riempite dalle tasse, dai tributi e dalle imposte nazionali, regionali, provinciali e comunali corrisposti dai cittadini.
Fatta la doverosa premessa, è chiaro che stavolta, avendo ricevuto una documentazione riguardante il Comune di Trentola, su questa dobbiamo riporre le nostre cure.
In effetti, al Comune di Trentola una specifica anomalia c’è. Oddio, neanche in questo caso si tratta di un unicum, ma possiamo affermare che qui la compagnia è meno numerosa.
Opera, infatti, un segretario comunale, il quale, per definizione, dovrebbe essere il controllore, il garante, in nome e per conto dello Stato, della correttezza delle attività interne di un Comune, che si fa notare soprattutto per quello che dovrebbe essere un interim, un incarico provvisoriamente ricoperto, ma che per lui è diventato strutturale.
Di cognome fa Tafuri, di nome fa Alessandro, di lui ci siamo già occupati qualche giorno fa per un’altra vicenda opaca (CLICCA E LEGGI).
Il Codice degli Appalti riformato, quello del 2023, ha stabilito un’altra cifra quale fondamento del discrimine tra quello che si può fare velocemente, diciamocela tutta, con inviti sbrigativi a qualche ditta, ma anche di fatto in dissonanza su ciò che l’Anac ha raccomandato, con affidamento diretto, e quello che invece va affidato a conclusione di una procedura di gara che parte da un bando.
La cifra è quella dei 140mila euro. Sembra ieri quando questi giochini venivano fatti attorno alla cifra di 40mila euro.
Ora, il governo, ritenendo che le polpette e i polpettoni rappresentino un’eccezione o un’aliquota controllabile delle attività svolte all’interno della pubblica amministrazione degli enti locali, ha innalzato pericolosamente queste soglie. Ma quale altra intenzione che non sia quella di affidare un lavoro, l’erogazione di un servizio, ad un’impresa già selezionata, nella testa dei livelli burocratici e politici di un’amministrazione comunale, ci può essere quando si propone la cifra di 139.900 euro per l’esecuzione di un lavoro?
Non ci prendiamo per i fondelli. Si stabilisce quella cifra perché si vuol controllare, senza alcun problema, che la ditta tot, già in rampa di lancio prima dell’attivazione della procedura, si vada ad aggiudicare quei quattrini senza intoppi. E nessuno osi porre il rilievo, relativo al fatto della dichiarata consultazione degli elenchi delle imprese intruppate nel Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione o Mepa che dir si voglia, gestito dal Ministero dell’Economia, perché là dentro i dirigenti selezionano le imprese che vogliono, che desiderano, senza alcun vincolo e senza alcuna limitazione.
Ed è esattamente quello che è successo a Trentola, come si può leggere dalla determina firmata da Tafuri, ancora una volta non nella veste di segretario comunale, ma di dirigente degli Affari Generali. Verrebbe da dire, chi controlla il controllore?
In effetti nella determina c’era scritto 140mila euro. E sapete quanto propone la ditta Maggioli come contributo di ribasso? 100 euro. Maggioli è una ditta molto nota quale erogatrice di servizi, dicono loro, avanzati alla pubblica amministrazione, che ha “opportunamente” corretto indicando la cifra di 139.900,00 euro. Ma questa determina il Tafuri la attua, come abbiamo già scritto prima, da responsabile dell’area degli Affari Generali, ma anche come responsabile dell’Area Finanziaria. C’era e forse c’è ancora un antico gioco, in voga soprattutto in estate, che si faceva con le carte napoletane. In palio c’erano delle solenni bevute di bicchieri di birra ghiacciata, solinga o mischiata allo storico chinotto o alla cola.
Si chiamava e si chiama ancora “padrone e sotto”. Tafuri, in questo caso, è sia padrone che sotto.
Ora, quanto possa tutto ciò garantire livelli standard di trasparenza all’attività amministrativa del Comune di Trentola Ducenta è facilmente immaginabile.
Va sottolineato, infine, che il finanziamento per quest’opera è di 252.118,00 euro. Insomma, qui andava fatta una gara d’appalto ordinaria. Resta fuori la cifra di 80.440,00 euro, calcolando naturalmente anche l’Iva e quelle parti fisse che portano la cifra di base a circa 170mila euro. Che fine ha fatto?