Accusati di prendere il reddito di cittadinanza e spacciare davanti alle scuole. 34enne si difende dalle accuse e parla ai giudici: “Ecco la mia versione”

19 Febbraio 2022 - 13:50

VILLA LITERNO (g.v.) – Organizzati non solo per vendere droga, ma anche per incassare il reddito di cittadinanza, nonostante non ne avessero diritto. Nella rete dei carabinieri sarebbero finiti 48 pusher, nell’ambito di una indagine coordinata dalla Procura aversana, con una retata scattata il giorno di San Valentino.

Stamattina, sabato, dinanzi ai giudici del tribunale di Aversa-Napoli Nord, sono iniziati i primi interrogatori degli indagati nell’inchiesta che ha visto coinvolti circa 50 persone nella presunta attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
Roberta De Simone, 34enne originaria di Nocelleto di Carinola una delle donne coinvolte nell’inchiesta e difesa dall’avvocato Domenico Della Gatta, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Grunieri respingendo tutte le accusa, chiarendo che con Paola Savanelli, 39enne di Casal di Principe, aveva avuto solo qualche incontro di natura commerciale, essendo che la stessa svolgeva l’attività di commercio di detersivi ed articoli per la casa.

La droga, secondo l’accusa, veniva smerciata soprattutto all’ingresso delle scuole, in particolare a Castel Volturno ed Aversa, e persino davanti alla sede del Comune di Villa Literno. Per gli ordini telefonici, i pusher utilizzavano un codice: «Maria» per la marijuana, «Mario» per l’hashish e «bubbazza» per la cocaina. E anche per le località dove incontrarsi venivano utilizzati messaggi criptici: «in mezzo alla via» era piazza Marconi a Villa Literno, «zig zag» era una piccola traversa sempre nello stesso comune dove venditore e acquirente potevano incontrarsi lontano da occhi indiscreti