Provocarono la morte di un operaio, ucciso da una scossa di 20mila Volt. Condannati in 5, assolto solo il figlio di Sagliocchi
13 Giugno 2024 - 17:03
Il verdetto, che ha coinvolti imprenditori e operai, è stato pronunciato stamattina
VILLA LITERNO (g.g.) Cinque condanne, tutte a due anni di reclusione, per omicidio colposo e per la violazione di più articoli del decreto legislativo 81/2008 ossia il testo unico sulla sicurezza relativa nei luoghi di lavoro.
Cinque condanne a due anni e un’assoluzione per la morte dell’operaio Marco Dell’Anno avvenuta a Villa Literno nel gennaio del 2018. Questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Aversa Napoli Nord per il 39 enne Vincenzo Sagliocchi, difeso dagli avvocati Nando Letizia e Giovanni Cantelli. Un cognome molto noto alle cronache trattandosi del figlio del molto più famoso Michele Patrizio Sagliocchi reso celebre nei fatti di giudiziaria, nello specifico nelle ordinanze sulle pompe di benzina che coinvolsero a suo tempo, oltre a lui anche i fratelli Nicola e Giovanni Cosentino e nell’altra ordinanza, sempre prodotta da un’indagine della Dda, per cointeressenze tra il clan dei casalesi, fazione Michele Zagaria e le alte burocrazie del Comune di Caserta, il riferimento riguarda l’ingegnere Franco Biondi che per questa vicenda è sotto processo e che, tra la altre cose, proprio stamattina è stato arrestato nell’ambito di un’indagine, stavolta sviluppata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Condannata a due anni Mattia
Sempre di Maddaloni è il terzo imputato condannato a due anni ossia il 48enne Antonio Iorio, residente a San Nicola La Strada, operaio della “24 Lab di Mattia Santacroce”
Proseguendo nella serie degli imputati condannati, arriviamo a Saverio Coppola 54 anni di Castel Volturno in qualità di datore di lavoro della Coppola Petroli di Castel Volturno che aveva commissionato all’impresa maddalonese e che erano relativi a un distributore di carburanti di Villa Literno. E poi ancora Abderrahim Sobti, 38 anni residente a Santa Maria A Vico, anch’egli operaio della “24 Lab di Mattia Santacroce”
L’omicidio colposo sarebbe stato, secondo i giudici del tribunale normanno la conseguenza di una serie di inadempienze relative alle norme del testo unico già citato sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, a partire dalla formazione dei dipendenti, passando per l’attribuzione di responsabilità di questa materia a chi il datore di lavoro avrebbe dovuto selezionare per garantire il controllo e il rispetto delle leggi; mancanza di cartellonistica di pericolo, addirittura un manovratore di gru non in possesso del patentino in un clima di faciloneria che poi ha provocato il movimento letale, compiuto da Antonio Iorio che con una staffa di metallo lunga 3 mt ha toccato la parte esterna non adeguatamente protetta dell’insegna luminosa del distributore che in questi lavori avrebbe dovuto sostituire quella esistente in precedenza. Un tocco fatale che ha sviluppato una scossa a 20mila Volt che non lasciò scampo al povero Marco Dell’anno Nel collegio difensivo anche gli avvocati Mario Corsiero, Giuseppe Siconolfi