RAPINE & ROLEX. E’ di CASERTA il titolare della nota gioielleria dentro a “Il Tarì” ARRESTATO. Orologi di lusso rubati e trasformati: così facevano milioni

17 Settembre 2025 - 11:15

CASERTA – Un ruolo di primo piano nell’organizzazione (CLICCA E LEGGI TUTTI I NOMI) dedita al traffico internazionale di orologi di lusso rubati è emerso per Arturo De Marco, originario di Caserta, titolare della gioielleria “I Maestri del Tempo” all’interno del Tarì di Marcianise. Secondo gli inquirenti, De Marco non era un semplice commerciante ma costituiva un punto di riferimento tecnico fondamentale per la banda guidata da Raffaele Fiengo.

Dalle intercettazioni ambientali emerge un rapporto solido tra i due, caratterizzato da una disponibilità costante. Fiengo lo chiamava affettuosamente “Arturone” e lo contattava a qualsiasi ora per valutazioni, riparazioni o modifiche degli orologi. De Marco rispondeva sempre prontamente, dimostrando una competenza tecnica eccezionale: stimava i pezzi, li lucidava, sostituiva quadranti, interveniva sulle ghiere e alterava i numeri di serie per occultarne l’origine illecita.

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli hanno accertato che il gioielliere custodiva nelle sue casseforti personali orologi di altissimo valore, come il Richard Mille Yohann Blake successivamente sequestrato nel suo negozio. La sua profonda conoscenza del settore gli permetteva di distinguere a colpo d’occhio un quadrante falso da uno autentico e di riconoscere i dettagli tecnici di modelli come il Rolex Daytona o il Patek Philippe 5980.

Secondo l’accusa, De Marco contribuiva a trasformare modelli ordinari in esemplari esclusivi, come nel caso dei Daytona “Ruby” o “Gold Cristal”, assemblati con quadranti in meteorite o madreperla. Questo ruolo tecnico lo rendeva un ingranaggio essenziale dell’organizzazione criminale, in grado di aumentare il valore di mercato degli orologi e facilitarne lo smistamento verso i canali esteri.

La sua attività professionale nella gioielleria del Tarì di Marcianise sarebbe stata quindi utilizzata, oltre che per le sue attività legali, anche come copertura per attività illecite che includevano la ricettazione, l’alterazione e la commercializzazione di orologi di lusso rubati in tutta Europa.