REGGIA DI CASERTA. Elezioni Rsu: tutti i risultati e i seggi ottenuti dalle sei liste in campo

8 Aprile 2022 - 15:49

La lista con il maggior seguito è quella espressa dalla Confederazione Unsa, di Carmine Egizio, la quale vede evidentemente premiato il suo movimentismo

 

 

CASERTA (pm) Alla Reggia di Caserta si sono concluse ieri le tre giornate delle elezioni per il rinnovo triennale della R.S.U. della sede, la rappresentanza sindacale unitaria. Com’è noto, le RR.SS.UU. sono organismi locali costituiti sia nel settore del lavoro pubblico che in quello privato e rappresentano collettivamente  tutti i dipendenti, senza un necessario riferimento alla loro iscrizione ad un sindacato. In generale, le RR.SS.UU. in ogni posto di lavoro sono titolari del potere di contrattazione decentrata su determinate materie, mentre per altre materie hanno diritto all’informazione preventiva, all’informazione successiva e alla consultazione. Esercitano le proprie competenze congiuntamente con le organizzazioni sindacali territoriali di categoria, essendo nate, nel 1991, come strumento per ricomporre in un unico organismo le varie rappresentanze delle maggiori confederazioni sindacali e con l’intento di porre un argine alle divisioni ed alle frammentazioni della rappresentanza sindacale.

La materia, come si vede, non è delle più attraenti e sembra riconducibile a fatti circoscritti all’interno.

Al contrario, bisogna porre attenzione ai risultati elettorali che si sono avuti al museo vanvitelliano, il quale più ci preme, perché essi saranno destinati ad incidere su quella realtà organizzativa, sul clima istituzionale e sulle relazioni di lavoro, fondamentali per la migliore azione gestionale. Difatti e come abbiamo scritto più volte e documentatamente, da tempo non corrono buoni rapporti tra il D.G.

Tiziana Maffei ed alcune delle organizzazioni sindacali di base.

Dallo spoglio dei voti espressi, a cui si è proceduto stamattina, per ognuna delle sei liste in lizza, si sono registrati i risultati seguenti:

Lista I       Federazione Confsal – UNSA, con capolista Carmine Egizio,  voti conseguiti 41 – seggi ottenuti 3

Lista II     Cisl-FP, con capolista Luigi Mottola, voti conseguiti 19 – seggi ottenuti 1

Lista III   USB, con capolista Luisa Guerra,  voti conseguiti 6 – seggi ottenuti 0             

Lista IV   UILPA, con capolista Angelo Donia,  voti conseguiti 12 – seggi ottenuti 1

Lista V     FLP, con capolista C. Antonio Panella, voti conseguiti 7 – seggi ottenuti 1

Lista VI   FP-CGIL, con capolista Gaetano Trocciola, voti conseguiti 21 – seggi ottenuti 1

Come si vede, la lista con il maggior seguito è quella espressa dalla Confederazione UNSA, di Carmine Egizio, la quale, avendo ripreso da pochi mesi la propria attività dopo un significativo periodo di sospensione, vede evidentemente premiato il suo movimentismo.

Male va la Cisl-FP, che alle precedenti elezioni del 2018 fu la prima lista con 48 voti e 3 seggi conseguiti.

Da una valutazione complessiva del voto si ha l’impressione che siano state penalizzate le liste che in questi anni hanno privilegiato un profilo basso nei rapporti con il D.G. Maffei, quasi un appeasement, anziché andare al contraddittorio sui tanti temi sindacali in discussione. Alcuni dei quali delicatissimi, attenendo alla sicurezza ed alla salubrità dei luoghi di lavoro, sui quali è stato persino richiesto l’intervento ispettivo della ASL, la quale esercita la vigilanza in materia.

In generale, le ragioni di politiche sindacali fin troppo concilianti verso la controparte datoriale di alcune sigle sindacali rispetto ad altre non sono facilmente decifrabili. Specie quando i temi del lavoro da affrontare sono di oggettiva gravità ed hanno una loro evidenza difficilmente opinabile. Ma, anche se nessuno lo ammetterà, neppure tra i sindacati rivali nella logica dei “parenti serpenti”, crediamo che non vi siano estranei fenomeni di cogestione e di do ut des. Spesse volte relazioni sindacali accomodanti nascondono contraccambi di favori o la difesa di posizione di comodo.

Come che sia di tutto ciò, a giudicare, alla fine, restano pur sempre i dipendenti chiamati al voto.