Rosaria Massa, la ballerina pupilla di Michele Zagaria, che in palestra faceva la civetta con i boys

21 Novembre 2019 - 15:25

CASAPESENNA(g.g.) L’articolo di oggi ci consente di approfondire ancor di più di quanto non abbiamo fatto in passato, la personalità senza dubbio interessante di Rosaria Massa, non sappiamo se lo sia ancora oggi, di Vincenzo Inquieto insieme al quale ha ospitato per anni la latitanza di Michele Zagaria.

Particolare, particolarissimo, secondo il racconto che agli inquirenti fa Generoso Restina, a sua volta custode, per un periodo, della latitanza del boss, era il rapporto che legava Michele Zagaria a Rosaria Massa. Stavolta Restina non allude ad eventuali implicazioni sessuali, così come aveva fatto in un’altra sua dichiarazione (LEGGI QUI IL NOSTRO ARTICOLO), ma specifica la particolare considerazione, che potremmo definire intellettiva che Michele Zagaria aveva della donna, capace di interpretare alla perfezione tutte le necessità di presidio del territorio di cui era diventata occhiuta custode.

Zagaria raccontava con entusiasmo della capacità di Rosaria Massa di fornire informazioni in tempo reale su movimenti sospetti a Casapesenna, sull’apertura di nuovi cantieri che a suo avviso potevano nascondere strategie di mimetizzazione delle forze dell’ordine che lo cercavano. In una circostanza la Massa legò un biglietto al tergicristallo dell’auto di Anna Aversano, moglie dello stesso Restina, nel quale indicava le targhe dei veicoli dei poliziotti, le case che erano state perquisite, l’orario di passaggio e la marce degli autoveicoli.

Ben altra consistenza aveva invece la collaborazione di Anna Aversano, la quale in una circostanza cercò di informare il boss dell’apertura di nuovi cantieri tra Frignano e San Marcellino, ritenendo che queste notizie fossero funzionali all’attività estorsiva. In cambio, si guadagnò una rampogna, insomma un “cazziatone” che dimostrò come Michele Zagaria non avesse per lei la stessa considerazione che aveva per Rosaria Massa.

Restina svela anche un altro particolare legato ad un aspetto caratteriale della donna. La Massa, da giovanissima era stata una ballerina ed era in grado di insegnare danza. Per questo motivo, Zagaria inviò proprio Generoso Restina presso la palestra Top Center di San Marcellino per chiedere l’immediata assunzione. Inutile dire che il titolare dette immediatamente riscontro a quella che era di fatto un’imposizione. Poi successe una cosa che nel meccanismo psicologico della camorra degli anni 80 da cui proviene Michele Zagaria, incide e anche tanto: il titolare della palestra riferì a Giacomo Capoluongo, evidentemente al tempo ancora nell’orbita di Michele Zagaria, oseremmo dire a questo punto, vista anche l’ultima ordinanza, l’onnipresente Giacomo Capoluongo, e gli raccontò un fatto che evidentemente lui riteneva importante ed insidioso: la troppa familiarità, l’ammiccante capacità di relazionarsi ai suoi allievi avevano fatto aumentare addirittura le iscrizioni maschili nella palestra.

Pensate un pò il paradosso: il proprietario ne era scontento, si preoccupava, lo considerava un fatto negativo per le sue sorti, dunque ritenne necessario fare avvertire il boss, chiedendogli l’autorizzazione a licenziare Rosaria Massa. Gli fu accordata e da quel momento in poi fu Michele Zagaria in persona a garantire lo stipendio alla donna. Quando, nelle zone del clan dei casalesi succedevano fatti del genere, occorre, per spiegarli, comprendere il sub-strato culturale che informava quello psicologico e quello sociologico: Rosaria Massa era riconosciuta come una donna vicina al mondo di Michele Zagaria. Poi, c’è chi sapeva di più, chi sapeva di meno sul nascondiglio, sui movimenti. Ma l’idea che questa donna potesse, seppur amabilmente, civettare nella palestra, diventava un problema non di per sè, visto che portava pure più soldi alle casse dell’imprenditore, ma diveniva tale perchè Rosaria Massa, di cui tanti conoscevano il ruolo nella latitanza del boss tra i più ricercati del mondo, non poteva esprimere quell’atteggiamento, tipico di una persona normale, che non abbia “sancta santorum”, in questo caso, criminali da proteggere.

Infine, un pò di ceffoni assortiti: uno al fratello di Rosaria Massa, perchè usava il metadone e quindi probabilmente a monte c’era l’eroina, l’altro allo stesso Generoso Restina il quale tranquillamente di mattina, eseguendo l’ordine di Zagaria, si recava alle 7 al Jambo per tornarvi alle 12.30 in punto. Quel giorno Restina rientrò in casa come se niente fosse e Zagaria gli stampò le 5 dita in faccia perchè durante l’intera mattinata Casapesenna e dintorni erano stati presi d’assalto dalle forze dell’ordine, che da anni andavano a caccia del boss.

Per Michele Zagaria era inammissibile che Restina, uno che veniva pagato profumatamente per proteggere la latitanza, non fosse al corrente di quello che era successo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELLE DICHIARAZIONI DI GENEROSO RESTINA