S. FELICE A CANCELLO alle elezioni. I Colella, i D’Addio, i Biondillo, i Bernardo, Pasquale De Lucia, Carfora e la fabbrica dei jeans di Gelsomina Piscitelli. Cosa si muove negli storici potentati familiari

17 Ottobre 2022 - 20:04

Cominciamo a dare un’occhiata a quella che è la sostanza determinante della dinamica del consenso e degli esiti delle prossime elezioni comunali. I partiti non contano nulla, come non hanno mai contato.

SAN FELICE A CANCELLO (g.g.) Quando si affronta l’argomento delle elezioni comunali di San Felice a Cancello, bisogna sforzarsi di essere estremamente concreti, operando subito una cernita tra le verità più o meno ufficiali e quelle effettuali.

La necessità di tenere in vita, quanto meno, un simulacro di criterio politico di definizione delle coalizioni e di scelta dei candidati, è legata alla scomodità demografica che colloca San Felice a Cancello nella categoria dei Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, per i quali vige, come è noto, una legge elettorale sensibilmente diversa rispetto a quella vigente per i Comuni con popolazione inferiore ai 15mila abitanti. Quest’ultimo sistema, fondato su un computo dei seggi in ragione di una ripartizione operata con il maggioritario puro, prevede, infatti, che ad ogni candidato sindaco possa, al massimo, essere associata una sola lista e non più liste, così come è possibile fare nel caso dei Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti.

⁶Comporre più liste a sostegno di un candidato sindaco, pur essendo solo un’opzione, una possibilità offerta dalla legge, diventa una necessità nel momento in cui è ovvio che, pur esistendo l’opzione del cosiddetto voto disgiunto (segno apposto sul nome di un candidato sindaco ed un secondo segno apposto sul simbolo di una lista che appoggia un candidato sindaco diverso, con conseguente indicazione di voto di preferenza ai candidati al consiglio comunale di quella data lista) più candidati al consiglio comunale ci sono in appoggio di un candidato sindaco e maggiori saranno le possibilità di quest’ultimo di vincere le elezioni e di essere eletto.

Dunque, la legge elettorale, per come funziona la politica a San Felice a Cancello, diventa una sorta di camicia di forza, molto più semplice riprodurre la mappatura dei rapporti e delle relazioni politico-familiari sarebbe infatti, la legge elettorale under 15mila abitanti.

A quel punto, le famiglie Colella e D’Addio , storicamente alleate, confermerebbero l’accordo storico con quelle vicine all’ex sindaco Pasquale De Lucia il quale è stato messo fuori gioco dalle vicissitudini giudiziarie, ma che a San Felice a Cancello conta ancora, nel momento in cui i suoi elettori di un tempo gli dovessero chiedere un consiglio su chi votare e, prim’ancora, su chi scegliere come alleati di coalizione, dopo di ché, magari, aggregherebbero il versatile e piuttosto variopinto imprenditore Vincenzo Papa, diventato noto a Caserta per aver aperto 7, 8 locali a via San Carlo. Lo stesso farebbero con gli Izzo di Cancello, con D’Andrea, con i Biondillo, con Gianluigi Carfora, rimasto orfano, a questo punto, del sindaco detronizzato Giovanni Ferrara che, quasi sicuramente, non si candiderà e dopo aver costruito, anzi, ricostruito e riproposto un mosaico che già in passato è stato determinante per decidere le sorti di tante elezioni comunali di San Felice a Cancello, farebbero una sola lista con un candidato sindaco e vincerebbero con il solito 70%.

Insomma, il sistema elettorale pluri liste rappresenta per i vari Corrado Colella, Carmine D’Addio e compagnia un gran rompimento di scatole, anche perché ora, con il presidente della Provincia, Giorgio Magliocca, inizialmente esponente di Alleanza nazionale, poi di Forza Italia, poi dei Moderati di centrosinistra in appoggio a De Luca, oggi di nuovo in Forza Italia, ma si fa per dire, perché l’asse politico con Zannini è il vero discrimine che connota la posizione del citato Magliocca, occorrerà far vedere, in modo da consentire a Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo, messo da Magliocca sulla poltrona di coordinatore provinciale degli azzurri, che alle prossime elezioni ci sarà anche una lista di partito, connotata dalle insegne di Forza Italia che, a San Felice a Cancello, è rappresentata dal coordinatore o commissario cittadino Orlando Savino che di suo non è in grado di esprimere una significativa forza elettorale, ma sta lì per rappresentare saldamente le due famiglie forti dei Colella e dei D’Addio.

Dunque, la questione elettorale di San Felice a Cancello non è determinata assolutamente dagli equilibri tra i partiti, ma esclusivamente da quelli tra personaggi locali, grandi elettori e grandi collettori di voti i quali cercano e trovano un equilibrio su interessi specifici che possono essere legati all’urbanistica, dunque alla dinamica sempre delicata dei permessi a costruire, sugli affidamenti diretti che con la legge-Covid sono diventati una vera e propria gallina dalle uova d’oro, visto e considerato che il limite dei 40mila euro, un tempo a disposizione dei dirigenti perché questi, in maniera molto sbrigativa e fondamentalmente monocratica, decidessero a chi affidare lavori pubblici o incarichi di progettazione è stata quasi quadruplicata visto che oggi una generazione intera di “ingegnericapi” dei Comuni ha la possibilità di fare letteralmente il bello e il cattivo tempo, scegliendo a proprio piacimento, imprese e tecnici fino alla soglia di 150mila euro.

Per cui, è opportuno approcciare i discorsi proiettati verso le elezioni comunali che si svolgeranno nella prossima primavera, partendo da una ripartizione territoriale di massima, collegando la stessa alle sfere di influenza delle maggiori agenzie familiari e para familiari in cui vengono fabbricati i voti.

Partiamo da contrada Piedarienzo. Lo facciamo perché a San Felice a Cancello si dice che di solito il sindaco viene eletto con i voti decisivi di quest’area prospiciente alla zona centrale della cittadina della Valle di Suessola. E qui già si mostra in tutta evidenza il peso elettorale delle famiglie alleate dei citati Corrado Colella e Carmine D’Addio. A San Felice centro, dove pure i Colella e i D’Addio sono presenti, va considerato anche il nome di Francesco Petrone, già in passato vice sindaco di Pasquale De Lucia a cui si è sempre rapportato con una certa fluidità. Petrone, il quale è stato coinvolto nell’inchiesta che ha portato a suo tempo all’arresto di Pasquale De Lucia, accedendo poi, insieme al dirigente Auriemma, al rito abbreviato, può contare sull’appoggio di un’altra famiglia potente e dagli interessi versatili: stiamo parlando di quella dei Biondillo, capitanata da Clemente Biondillo, con un passato in politica, anch’egli dentro alla politica cittadina ai tempi di Pasquale De Lucia, allorquando svolse la funzione di consigliere comunale. Clemente Biondillo, dalle notizie che abbiamo a disposizione, potrà contare sull’appoggio dell’intera famiglia, a partire da quella di suo cugino Alessio.

Naturalmente, non si può ancora stabilire se questi voti andranno a Francesco Petrone oppure se questi non dovesse candidarsi o, addirittura, non potesse candidarsi a causa dei problemi giudiziari, a chi Petrone proponesse quale rappresentante in nome e per conto dentro al prossimo consiglio comunale.

La contrada Casazenca, che collega il centro cittadino alla frazione, già distaccata, già dotata di una sua struttura di agglomerato autonoma di Cave, va considerata, da un punto di vista elettorale, un tutt’uno con questo agglomerato di periferia. Casazenca e Cave, insieme, segnalano la buona consistenza elettorale di Tino D’Ambrosio, anche lui dotato di una forza elettorale che gli deriva soprattutto dal rapporto stretto con Angelo Frasca, che lo considera un suo pupillo e che in passato è stato presidente del consiglio comunale, ovviamente sempre durante il regno di Pasquale De Lucia. Quell’esperienza politica provocò la sua messa in stato d’accusa sempre dentro al processo, fondato sulla figura di Pasquale De Lucia. Frasca, però, è stato uno dei pochi a uscirne indenne, perché, alla fine, il Tribunale di S. Maria C.V. ha sentenziato la sua assoluzione.

Frasca è uno che si muove molto ed ha sempre avuto relazioni politico-elettorali con la famiglia Bernardo che ha in Gennaro Bernardo, nipote dello storico collaboratore di giustizia Clemente Ferrara uno dei suoi punti di riferimento. Quando parliamo di Bernardo, però, bisogna trasferirsi e, dunque, trasferire pure il peso elettorale di Frasca e, conseguentemente di D’Ambrosio, in quel di Talanico, altra frazione strategica del Comune di San Felice a Cancello. Non è assimilabile, in partenza di ogni campagna elettorale, a questo o a quell’altro schieramento, un’altra famiglia “vip” di Talanico, quella dei Massaro, collegata parentalmente, non ci permettiamo certo di essere né direttamente, né allusivamente tesi a stabilire se questo fatto possa avere un’incidenza elettorale, perché, fino a prova contraria non lo ha, con un altro “mitico” camorrista, un boss a tutto tondo, Clemente Massaro ‘o pecoraro.

San Marco Trotti è stato sempre un feudo di Pasquale De Lucia, ma anche del suo storico rivale Emilio Nuzzo, l’ex consigliere provinciale, un tempo zinziano, oggi distaccatosi senza che Giampiero Zinzi si sia strappato i pochi capelli che ha. D’altronde, i due risiedono in questa frazione che San Felice condivide con la confinante Santa Maria a Vico. Il discorso su San Marco Trotti diventerà più articolato e mirato quando risulteranno chiare le mosse di certi personaggi ascrivibili, pure oggi, alla sfera di un’influenza magari non espressa, ma che di fatto esiste ed esisterà dell’ex sindaco Pasquale De Lucia. Quando parliamo di Cancello, cioè della secondo parte del Comune che, cumulativamente si chiama San Felice a Cancello, parliamo della famiglia Izzo, imprenditori di antica tradizione, colpiti da qualche vicissitudine giudiziaria che he seriamente condizionato l’esistenza di qualche componente, ma ancora molto forti, soprattutto nel settori dei servizi della somministrazione. Gli Izzo gestiscono, infatti, il locale storico di Caserta Gran caffè Margherita, fino a un po’ di tempo fa, non sappiamo se ancora oggi, il ristorante di via Unità Italiana Fofò e anche uno o due bar tra San Felice e Cancello. Al momento le intenzioni elettorali di questa famiglia importante, la cui attività di cava e calcestruzzi è stata, in parte, azzoppata dalle inchieste giudiziarie di cui sopra, potrebbero saldarsi con quelle del già citato imprenditore Vincenzo Papa, il cui figliolo ha stretto un rapporto sentimentale serio e ufficiale con una esponente della famiglia Izzo.

Papa, da parte sua, pure dovrà stare dietro alle quinte, visto e considerato che noi non abbiamo più seguito l’esito del giudizio di appello, ma ricordiamo, sicuramente, una condanna, inflittagli in primo grado sempre nell’ambito dell’affaire-De Lucia, anche piuttosto dura, dal tribunale di Santa Maria C.V.

Quando parliamo di Botteghino, non si può prescindere dal nome di Gelsomina Piscitelli, la volta scorsa prima degli eletti tra tutti i candidati della coalizione vincitrice delle elezioni, in appoggio al candidato sindaco Giovanni Ferrara. Gelsomina Piscitelli è titolare della fabbrica di jeans che si è assunta la responsabilità di impiegare nei suoi ranghi Pasquale De Lucia, in modo che questi potesse intraprendere un percorso di lavoro grazie al quale si è liberato della detenzione carceraria, senza passare per quella domiciliare, visto e considerato che la sua pena definitiva è ancora in fase di esecuzione. Ma qui il discorso diventa articolato, in quanto coinvolge anche i D’Addio e i Colella. I D’Addio, perché questi hanno ceduto qualche tempo fa alla famiglia di Gelsomina Piscitelli la gestione della fabbrica di jeans, i Colella, perché il cartello elettorale più forte delle passate elezioni, quello imperniato proprio sulle figure di Corrado Colella, ultimo presidente del consiglio comunale con l’amministrazione di Ferrara, da Colella comunque sfiduciato, e da Carmine d’Addio.

Furono tre i candidati di questo cartello elettorale. Tutti, ovviamente, eletti: lo stesso Corrado Colella, il commercialista Gianluigi Carfora e, ovviamente, Gelsomina Piscitelli che, come spesso capita con le candidature di genere, essendo stata sostenuta, in parte da Colella, in parte da Carfora, segnò un risultato finale superiore a quello riportato dai due candidati maschi. Gianluigi Carfora si colloca territorialmente nella frazione più lontana, quella di Polvica che, come è noto, contiene un lembo appartenente già al Nolano e, dunque alla provincia di Napoli. E’ a Polvica, infatti, che Carfora detiene la base costitutiva del suo consenso.

Naturalmente, ci sono anche altri nomi significativi. In questo primo articolo abbiamo voluto focalizzare la nostra attenzione soprattutto sulle famiglie dei Colella e dei D’Addio, sui collegamenti con i Biondillo e con i Bernardo e anche su quelle che potrebbero essere le mosse di chi, in passato, ha sostenuto, a spada tratta, Pasquale De Lucia. Restano per il momento fuori dai ragionamenti i temi riguardanti i partiti i quali, ripetiamo, sono assolutamente marginali e rispetto alle logiche familiari e alle alleanze tra famiglie. La Lega è rappresentata da Antonella Lettieri, candidata col numero 4 alla Camera alle ultime Politiche. Lega e Fratelli d’Italia partiti non hanno una forza elettorale autonoma. Sicuramente saranno avvicinati da certi grandi elettori. Ma gli verrà proposto di aggregare i loro simboli ad una coalizione costruita su basi totalmente estranee a logiche di partito. Forza Italia, intesa come famiglia Colella, magari cercherà pure di determinare una parvenza di centrodestra. Ma questo avverrà solo se Fdi e la Lega si uniformeranno alle scelte compiute dai potentati familiari.