S.MARIA C.V. Altro che idillio, agitatissima la maggioranza di Antonio Mirra. Paolo De Riso fa il bluff sulle firme per mandarlo a casa, Petrella ci casca e…

20 Giugno 2024 - 13:31

Domenica scorso proprio il consigliere di maggioranza De Riso ha avvertito il Petrella che, però, avrebbe dovuto capire dalla fissazione della data al venerdì successivo, ossia domani e troppo distante, che si nascondeva la volontà di trattative sottobanco che poi qualche effetto hanno sortito, visto che al momento l’operazione è abortita

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ci scuserete la licenziosità del termine e anche il plurale majestatis che associa la mia persona, sottoscrittrice di questo articolo, all’intero giornale che dirigo, noi, da vecchie baldracche della politica raccontata in Santa Maria Capua Vetere, eravamo così stufi di farlo, all’esito bulgaro delle ultime elezioni comunali che, lo confessiamo, se si eccettua qualche nome, non conosciamo la maggior parte di quelli dei componenti del consiglio comunale.

Né ci siamo applicati più di tanto, in quanto la percezione esterna, l’unica cosa che potevamo porre in essere, non occupandoci direttamente dell’argomento, raccontava di una navigazione tranquilla del sindaco Antonio Mirra, della sua giunta e della sua maggioranza.

In realtà, non era così. Qualcosa è successo nel corso di questa settimana che, al contrario, racconta di una situazione molto complicata e di un fuoco che, come si suol dire, covava sotto la cenere.

Beninteso, Francesco Petrella, un tempo assessore di Antonio Mirra, oggi oppositore dello stesso Mirra, è un bravo ragazzo. E come tale si è comportato nel momento in cui domenica scorsa il consigliere comunale di maggioranza, Paolo

De Riso, gli ha detto di tenersi pronto per il venerdì successivo – ossia domani – perché con la sua firma e quella degli altri consiglieri comunali di opposizione, si sarebbe raggiunta la fatidica soglia delle tredici, sufficienti per sottoscrivere contestualmente un atto di dimissioni collettive presso lo studio di un notaio, chiudendo anticipatamente questa consiliatura.

Ora, parla la vecchia baldracca, se uno vuole veramente mandare a casa il sindaco, chiude la partita in massimo 24 ore, meglio ancora se in 12, meglio ancora in 3 ore.

Se, invece, dice di domenica che l’operazione sarà realizzata venerdì, punta prima di tutto a farlo sapere in modo di – come si suol dire – “farsi chiamare”.

E infatti stamattina, ma già ieri sera, De Riso è diventato meno irriducibile di quanto lo fosse domenica. Ha parlato con il sindaco, con qualcuno che ne ha fatto le veci, qualcosa è successo sicuramente.

Peraltro, De Riso raccontava a Petrella che a quelle 13 firme se ne sarebbero sicuramente aggiunte altre. Tutti scontenti di come Antonio Mirra sta governando e tutti scontenti rispetto all’incrollabilità, all’inscalfibilità del patto ferreo che questi ha stipulato con Nicola Leone. Un fatto riscontrato dalla spicciativa perentorietà che Mirra ha dimostrato quando il citato Leone, che dovrà sbrigare anche una pratica processuale, dopo il rinvio a giudizio soft di cui abbiamo scritto recentemente, gli ha chiesto di far fuori dalla giunta Carlo Russo.

Un fatto a cui ha seguito l’ulteriore guaio, attraversato dal piuttosto variopinto e variegato mondo dei personaggi che girano attorno al Leone, quando il consigliere comunale Martino Valiante è stato condannato a due anni e mezzo dal tribunale di Cassino per una questione di corruzione relativa ai fondi per i rifiugiati.

Per altro, il fronte dei cosiddetti zanniniani, di cui ricordiamo solo il cognome Capitelli, gli altri tre fanno parte della colpa confessata in testa all’articolo, si è rotto perché Giovanni Zannini sarà intervenuto su almeno un paio di loro, indicandogli la strada di una mediazione che, ovviamente, il consigliere comunale mondragonese avrebbe voluto condurre di persona.

In conclusione, questa storia indica comunque che l’amministrazione di Mirra e la sua maggioranza non navigano certo in mari tranquilli. Ed è forse utile – se non addirittura necessario – che noi ci mettiamo di buzzo buono ad imparare i nomi dei consiglieri.