S.MARIA C.V. Fatti gli assessori: ecco perchè non potremo mai parlar male di Gabriella Gatto. Per quel che riguarda il caso Mastroianni, homo faber….

29 Agosto 2019 - 15:03

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Come posso mai esporre un pensiero di censura o anche, più semplicemente di critica nei confronti della nomina ad assessore della collega Gabriella Gatto? La corporazione e la patologia ad essa connessa cioè il corporativismo, non c’entra un tubo. E figuriamoci se proprio io posso difendere una scelta, compiuta dalla politica, in quanto questa gratifica un giornalista o una giornalista. Di solito, invece, questa rappresenta una circostanza aggravante, visto che non nutro, da sempre, grande simpatia per il concetto stesso di corporazione e ancor meno e in special modo per quella, tra le corporazioni, a cui, ahimè, sono costretto illiberalmente ad appartenere per la sua caratterizzazione burocratico-formale.

Il fatto è che Gabriella Gatto appartiene a una confederazione di spiriti di uomini e di donne che hanno riempito, con la loro passione, perchè di passione pura si trattava, visto che di vantaggi materiali, soprattutto di tipo economico non ce n’erano, tanti pomeriggi d’estate e tante notti d’inverno a costruir giornali, non lesinando una sola energia come se quella giornata, quella in cui si faceva il giornale dell’alba successiva, fosse l’ultima.

Con Gabriella si è condivisa la sofferenza, il sudore e la solidarietà rispetto a una sua specialissima vicenda personale per la quale l’ho apprezzata, visto che correre appresso a quel geniale mattacchione di Pasquale Clemente, guida di quella meravigliosa redazione de “La Gazzetta di Caserta” (Roberto Paolo, Franco Tontoli, Francesca Nardi, Antonio Esposito, Sandro Tartaglione, Mario Iannotta, Dino Manganiello, Salvo Sapio, Tina Palomba, Antonio Vecchiarelli, Mariangela Mingione, Sonia Gatto), che poi sarebbe diventato suo marito, non poteva accadere se non per la insopprimibile e irresistibile energia di una scelta d’amore, compiuta quando, a fronte di qualcuno che guardando le cose dall’esterno poteva intravederci delle valutazioni pragmatiche, la stessa comportava rinunce e dolori quotidiani visto che quella passione non si era scatenata all’interno del Corriere della Sera, dove un direttore ti può far far carriera, ma all’interno di un giornale locale, per definizione, dunque, povero, in cui l’orizzontalità del sacrificio e anche del disagio, la necessità di realizzare ogni giorno il rito delle nozze con i fichi secchi, coinvolgeva tutti, indistintamente, a partire proprio da Gabriella Gatto che ha scontato allora e anche in seguito, rinunciando in pratica alla chance di continuare a fare il mestiere di giornalista in una testata nazionale, l’aver compiuto una disinteressata scelta d’amore.

Ora, se Gabriella Gatto diventa assessore a Santa Maria Capua Vetere, conoscendola, so bene che proverà a farlo con dignità, con serietà ed onestà. A meno che non sia cambiata negli anni in cui ci siamo persi di vista, ma non mi risulta che sia così, anche perchè caparbia continua ad alimentare amore per il geniale mattacchione.

Questo era dovuto, da parte mia, a Gabriella. Per quel che riguarda l’aspetto politico della questione, io mi sono già pronunciato. Ai tempi dell’accordo tra Antonio Mirra e la lista Ora, messa insieme da Paolo Romano e da Salvatore Mastroianni, fu definito un mezzo accordo che prevedeva l’impegno del medico Arturo Bolognese nella giunta di Mirra, ad un certo punto della consiliatura.

Le contingenze hanno reso necessaria la designazione, in quota rosa, di una donna e il rapporto saldissimo tra Arturo Bolognese, da sempre medico della famiglia Gatto, e Gabriella, hanno determinato questa evoluzione degli eventi.

Poi c’è il problema Mastroianni, ma su quello abbiamo scritto e riscritto più volte che il coordinatore provinciale del partito di maggioranza relativa in Italia, non può sottendere questa sua funzione fondamentale, quand’anche sopravvenuta, a quella pre-esistente di promotore di un movimento civico. E’ chiaro che la prima carica finisce per fagocitare, assorbire, azzerare la seconda funzione. Lo capirebbe anche un bambino, come capirebbe che, al di la di qualche acrobazia dialettica, oggi Mirra rappresenta una componente del Pd perchè il Pd ha qualificato la sua funzione politica di sindaco, utilizzandola come strumento per proiettarla, in nome e per conto, alla guida di enti sovracomunali in cui Mirra rappresenta il partito Democratico, senza se e senza ma. Si tratta di una evidente stonatura che alla fine non fa altro che indebolire la posizione di Mastroianni a capo della Lega casertana. Ma questi sono affari suoi e noi, più di scriverlo e ribadirlo, non possiamo fare.

A proposito, il secondo assessore nominato, ma l’avevano già anticipato, è Gerardo Di Vilio.