SCANDALO PINETA GRANDE. L’INTERCETTAZIONE: “Dimitri Russo non aveva neanche la cravatta, gliela comprò Schiavone”

24 Gennaio 2020 - 19:00

CASERTA – Come raccontammo dettagliatamente in un articolo dello scorso ottobre (LEGGI QUI L’INTERCETTAZIONE), è stata una clinica concorrente, la Villa Del Sole, a chiedere al sindaco di Castel Volturno di annullare il permesso di costruire concesso alla clinica casertana “Pineta Grande” e lui ne informo’ il titolare, l’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone facendogli subito recapitare l’atto. Il particolare emerge dall’ordinanza di custodia del gip di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Grammatica che ieri ha disposto l’arresto di Schiavone. La circostanza – secondo la magistratura – testimonierebbe il presunto asservimento del sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, che e’ indagato, all’imprenditore. La vicenda risale al marzo 2018 e quella richiesta presentata della clinica concorrente ha consentito di dare inizio alle indagini della Procura. Altri due indagati, intercettati dai Carabinieri, parlano di Russo. Queste le parole usate da uno dei due per descrivere l’ex primo cittadino: “Dimitri non aveva neanche la cravatta, Schiavone la compero’, gliela mise e poi… gli diede cinque minuti di svago, poi gli disse, stai un poco zitto, fai parlare me“.

Per i pm l’ex sindaco, che era anche interessato ad aprire una farmacia comunale nella clinica, sarebbe riuscito a far assumere da Schiavone persone a lui vicine. Significative sarebbero inoltre le manovre del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Castel Volturno, Carmine Noviello – arrestato nel 2019 ed attualmente processato – per superare il problema di alcuni locali acquistati da Schiavone e facenti parte del cantiere di ampliamento della clinica, per i quali non era possibile ottenere la sanatoria edilizia, mancando la doppia conformità richiesta dalla legge.

Il capo dell’ufficio tecnico dell’epoca Carmine Noviello, fu intercettato nel dicembre 2016, mentre parlava con Domenico Romano, geometra e collaboratore di Schiavone, raggiunto ieri dalla misura del divieto di dimora: “Il problema e’ che adesso invece non e’ compatibile..la doppia conformità si fa all’epoca di costruzione e all’epoca di presentazione della pratica. Come caspita si deve inciarmare? “. La sanatoria riguardava alcuni locali che il vecchio proprietario aveva indicato come garage. Noviello, invece di avviare l’iter di demolizione, suggerisce a Romano di far risultare i locali come pertinenze della clinica. La pratica va cosi’ avanti, arrivando alla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e Paesaggistici di Caserta, dove Schiavone e Romano possono contare sulla “disponibilità” del funzionario Giuseppe Schiavone (omonimo dell’imprenditore), ieri colpito dalla misura della sospensione di un anno dall’esercizio dei pubblici uffici. Quest’ultimo afferma che il Sovrintendente non darà mai parere positivo, e consiglia a Romano di indicare i locali da sanare come adibiti a deposito dei gruppi elettrogeni, non come garage. A quel punto Romano ritorna in Comune da Noviello, e – come documentato dalle telecamere collocate all’interno dell’ufficio del dirigente comunale – i due sostituiscono i grafici e la stessa richiesta di sanatoria dei locali che era stata presentata originariamente dal vecchio proprietario, modificandone il frontespizio e facendola apparire come presentata dalla “Clinica Pineta Grande”.