Riceviamo, replichiamo e pubblichiamo. Enfant prodige degli Emini e poi a Sant’Antimo: “Io un professionista da anni, infangato”. CasertaCE: “Mai accusato di nulla, ma il curriculum dei personaggi pubblici va studiato”

17 Gennaio 2024 - 13:57

L’architetto santantimese, presidente del Consorzio Stabile Latino, apprezzabile caso di giovane che ha saputo realizzare l’unione tra esperienza lavorativa già a 18 anni e gli studi universitari, ci ha inviato una lettera molto dura, alla quale, come sempre diamo spazio integrale, spiegando anche il nostro punto di vista. Però, lo diciamo subito, non se la può prendere con noi se nel percorso ha incrociato – non per colpa sua – soggetti e situazioni un po’ dubbie

Egregio Direttore,
con la presente per significarvi che l’articolo pubblicato in data odierna da Gianluigi Guarino
sul sito casertace.net sul sottoscritto, è alquanto inquietante considerata la sceneggiatura
rappresentata da tale giornalista degna del miglior best seller di Saviano, con una fantasia
sbalorditiva e quel pizzico di malignità, lesiva all’immagine professionale nonché umana
dello scrivente. Prima dell’architetto e del professionista viene l’uomo, di cui tale accorto
giornalista non sa un bel nulla, e con tale fantasticheria ha voluto calpestare
immotivatamente l’immagine della mia persona infangandola con suggestivi e offensivi
accostamenti, e con la pubblicazione on line avete consentito che attraverso lo stesso
venissero diramate notizie false, in quanto è stato dato un taglio errato e manifestamente
lontano dalla realtà.

Aver estrapolato notizie dal mio profilo linkedin, che fu creato anni fa dopo la laurea e
compilato a suo tempo con una accozzaglia di esperienze lavorative per avere maggiore
visibilità e l’ottenimento di una posizione lavorativa migliore, è totalmente fuorviante. Se
avessi avuto rapporti con le personalità su menzionate, non mettevo di certo in bella mostra
tali esperienze… Se avessi saputo che tale pubblicazione mi avrebbe arrecato un danno
all’immagine così ingente, mai e poi mai lo avrei fatto. Un profilo che riportava esperienze
passate serviva solo per la visibilità sul social, ed è stato lasciato lì in buona fede, incurante
del fatto che avrebbe potuto causare la sceneggiatura di un nuovo best seller.
Essere stimato ed apprezzato in tutte le posizioni lavorative che ho ricoperto, per l’integrità
e la moralità oltre che per le capacità professionali, non possono essere un motivo per
infangare gratuitamente una reputazione di una persona sconosciuta, solo per la mania di
pubblicare sceneggiature. Se ho cambiato varie posizioni lavorative, è perché
semplicemente non sono legato a nessuno, ne ho rapporti con qualsivoglia personaggio
gomorriano.

Come un calciatore professionista che fa carriera, cambio maglia in base
all’ambiente, alle motivazioni, alle aspirazioni. Oltre dieci anni in diversi consorzi come viene
riportato, ne è la testimonianza. E se la mia carriera è “decisamente interessante” che colpa
ne ho di essere stimato ed apprezzato? O perché siccome viviamo nel territorio di gomorra
non è consentito essere bravo, ma è solo consentito essere etichettato? Incredibile.
Avermi accostato ad Emini, e di conseguenza alla parola casalesi, con l’appellativo di
“allievo degli Emini” è raccapricciante, all’epoca sono stato un diciottenne impiegato alle
prime armi per fare gavetta, inconscio di tutto quello che sarebbe scoppiato negli anni a
venire. Tuttora ho una causa in corso al tribunale, vi pare che se avessi avuto rapporti con
questa gente sarei arrivato a questo? Incredibile.

Essere “emigrato” nella Sant’Antimo dei Cesaro… Ma emigrato dove? Se è sempre stata la
mia residenza dalla nascita. Ma chi li conosce a questi personaggi? Essere residente nella
“sua Sant’Antimo” è sintomo di essere un delinquente? Essere etichettato ed accostato per
un discorso territoriale è di una gravità inaudita. Incredibile.

Per quanto riguarda le aggiudicazioni riportate con il consorzio attuale, con tanto di verbali
di gara, si commentano da sole. Per chi è del settore. Essere iscritti agli albi delle imprese
settori lavori sia della Provincia che del Comune della città di Caserta fa parte della
normalità. Essere invitati a procedure di gara fa parte della normalità e del principio di
rotazione del codice degli appalti. Aggiudicare una gara con oltre il 38% a prezzo più basso,
ed aggiudicare una gara con oltre il 7% che si vanno a sommare alle migliorie proposte, fa
parte della normalità. Che poi i ribassi sono decisioni e valutazioni che spettano alle
consorziate. Il consorzio e il sottoscritto fa da consulente per ogni impresa consorziata che
richiede la partecipazione ed è estraneo alle dinamiche lavorative delle stesse.
“L’agglomerato madre” (bel termine fantasioso) serve solo per il cumulo dei requisiti per la
partecipazione a gara con categorie diverse e superiori da quelle possedute da ogni singola
consorziata.

Tornando a tale G.Guarino, ha espresso ingiurie sulla mia persona, e non solo, senza
ragione alcuna. Usa la penna o la tastiera per meglio dire, per fare del male. E di male in
questo mondo ne abbiamo fin troppo. Questo modo di fare giornalismo, si rende conto che
danni provoca? non può essere definito libertà di pensiero, ma rappresenta una condotta
illecita tale da cagionare un danno “alla persona” del tutto estranea a fatti e vicende così
come raccontate.
Per quanto illustrato,
VI INTIMO E DIFFIDO
a rettificare/smentire immediatamente, l’articolo “de quo” in quanto non aderente alla realtà
e particolarmente lesivo della mia persona oltre che della mia immagine di professionista.
Distinti saluti.

LA REPLICA DI CASERTACE

Dobbiamo dire che siamo dispiaciuti. In primis, di non essere riusciti a pubblicare nelle giornate che avevamo pronosticato la lettera dell’architetto Donato Semprebuono e, quindi, la nostra relativa risposta. Ma soprattutto, ci dispiace che il presidente del Consorzio Stabile Latino abbia intenso il nostro articolo come un attacco personale nei suoi confronti e nei confronti del suo curriculum professionale.

L’architetto ci scrive, delineando un tentativo da parte di questo giornale di raccontare una storia diversa, oscura.

Ma alla fine il testo in questione si è basata sul combinato disposto tra delle sue dichiarazioni messe nero su bianco sulla famosissima piattaforma sociale per il lavoro, Linkedin, e la nostra memoria giornalistica relativa alla Emini, che, in realtà, sarebbe anche disponibile a chiunque abbia la connessione internet e un motore di ricerca sotto mano.

A nostro avviso, il rappresentante di un consorzio aggiudicatario di gare, tra la provincia di Caserta e il comune capoluogo, da centinaia di migliaia di euro, è un soggetto pubblico, un personaggio pubblico.

Raccontarne la carriera professionale, in questo caso descritta dallo stesso architetto sul suo profilo Linkedin, equivale semplicemente a fare un lavoro di ricostruzione storica, basandosi su quella che è la fonte primaria per eccellenza, ovvero ciò che afferma lo stesso architetto che, per inserire la sua posizione di presidente del Consorzio Stabile Latino, vuol dire che quel profilo LinkedIn l’ha aggiornato recentemente.

Veniamo al punto più importante, forse, di tutta questa storia: l’articolo dedicato all’architetto non ha nessun riferimento a un rapporto tra il professionista e vicende legate a comportamenti criminali.

Ma va detto che se a 18 anni, in pratica con il diploma di liceo ancora fresco di stampa, sei già attivo in un Ufficio Gare di una società delle dimensioni di cui era la Emini, coinvolta, non certo per colpa di Semprebuono, in vicende, diciamo così, particolari, questa circostanza non può passare inosservata in un giornale che ha quale missione raccontare le persone che influiscono sulla vita di tutti i giorni dei casertani.

A puro titolo esemplificativo giusto per ragionare rispetto ad un racconto basato su una fonte, rispetto ad una ricostruzione, un teorema, l’architetto scrive su LinkedIn che, dopo aver lavorato per gli Emini, si è spostato ad una società di Lusciano, ovvero proprio nel comune dove sono convogliati sia gli interessi dei suoi precedenti datori di lavoro, ma anche e soprattutto gli interessi dei Cesaro, per poi ritornare a Sant’Antimo, luogo di residenza dell’architetto, ma anche feudo di potere della famiglia di Giggin a’ Purpett e dei suoi fratelli.

Sarebbe stato possibile, quindi, immaginare che al tempo si sia potuto sviluppare un rapporto di conoscenza tra Cesaro e il giovane Semprebuono, poi sublimato nelle attività lavorative in seno a Sant’Antimo, luogo di provenienza di entrambi.

Questa, però, sarebbe stata una ricostruzione basata sulla supposizione e non, invece, una ricostruzione legata a quello che il documento principale, ovvero il curriculum che lo stesso architetto ha stilato sulla citata piattaforma social dove si cerca lavoro.

Nel titolo dell’articolo di riferimento al Cesaro è legato semplicemente alla città di provenienza, ovvero Sant’Antimo visto che, non è un segreto, la famiglia in quegli anni regnava, e forse lo fa ancora oggi, incontrastata.

Non abbiamo mica segnalato un rapporto lavorativo tra l’architetto Semprebuono e Cesaro, che poteva essere comunque un’ipotesi, bensì ci siamo limitati a segnalare geograficamente il luogo di lavoro, dando, quindi, ai lettori una chiara posizione territoriale relativa all’excursus professionale di Semprebuono.

Non andrebbe specificato, ma preferiamo farlo, infine. Quando nel titolo parliamo di Casale, non c’è un riferimento alla criminalità organizzata, bensì a quel potere che gli imprenditori provenienti dal triangolo Casal di Principe Casapesenna San Cipriano hanno costruito negli ultimi 30 anni, una condizione di superiorità economica che permette ai costruttori di questa specifica area di dominare il 90% degli affidamenti e delle procedure di gara che vengono bandite in provincia di Caserta, così come avvenute per le due società collegate al Consorzio Stabile Latino.

Speriamo di aver chiarito le forti perplessità che l’architetto ha rispetto alla legittimità di questo articolo, lo salutiamo con il più classico dei distinti saluti.

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