Svolta nel processo Cucchi. Militare della provincia di CASERTA incastrato dal collega

11 Ottobre 2018 - 18:54

AVERSA (tp) – Si è sempre dichiarato innocente, il carabiniere della provincia di Caserta,  ma anche lui è uno dei principiali accusati per la vicenda di Stefano Cucchi. Colpo di scena all’udienza del processo del geometra romano arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto all’ospedale Pertini.  Il carabiniere Francesco Tedesco ammette il pestaggio e accusa i colleghi Raffaele D’Alessandro, originario dell’agro aversano Alessio Di Bernardo della violenta aggressione. “Fu un’azione combinata – racconta il carabiniere – Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore”. Il pestaggio sarebbe avvenuto nei locali della compagnia Roma Casilina.  Nel nuovo processo per Stefano Cucchi sono finiti a giudizio, per omicidio preterintenzionale, i tre carabinieri Alessio Di Bernardo,Raffaele D’Alessandro Francesco Tedesco che quella notte lo avrebbero sottoposto ad un violento pestaggio.  Il 30enne romano si sarebbe rifiutato di collaborare sia alle perquisizioni che al fotosegnalamento. Per questo, secondo quanto scrive il pm Giovanni Musarò, il giovane fu colpito “con schiaffi, pugni e calci, fra l’altro provocandone una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale”. A processo però sono finiti, per decisione della gup

Cinzia Parasporo, anche i colleghi Vincenzo Nicolardi Roberto Mandolini, accusati – come pure lo stesso Francesco Tedesco – di aver testimoniato il falso durante il primo processo calunniando gli agenti della polizia penitenziara nonostante fossero innocenti e di aver mentito sulle circostanze del fotosegnalamento.Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Trofino, Maria Lampitella,