Torna “Monnezzopoli(tica)”. L’impresa protetta da Nicola Ferraro. Ecco da dove viene. Gli appalti di S.Cipriano e di Capua, la nuova Centrale Appaltante di Magliocca e la liaison tra Zannini e Luigi Bosco

9 Ottobre 2023 - 09:50

Tante coincidenze, troppe per essere considerate sicuramente solo tali e dunque non degne di una trattazione cronistica e di approfondimento. La storia di Lorenzo Falzarano, di suo figlio, e poi dei suoi congiunti Ilario e Carlo Aniello, della CZ Spa, della Ecology Srl, della Eco Junk srl, e l’inizio in grande stile della Centrale di Committenza della Provincia di Caserta, che farà impallidire le nefandezze di quella Nolana

CASERTA – Ilario Aniello, “chi era costui”?

L’interrogativo manzoniano resta, sostanzialmente, anche dopo aver incrociato questo nome nel corpo del decreto di perquisizione con il quale la Dda di Napoli ha scoperto parte delle sue carte nell’indagine che ha segnato il ritorno “in grande stile” di Nicola Ferraro e di suo fratello Luigi, stavolta nella veste di grandi faccendieri e procacciatori di affari nei settori di cui storicamente si sono occupati e di cui sono stati diretti protagonisti, in quel caso come imprenditori multimilionari, fino a quando le indagini della stessa Dda non li ha tolti dalla scena, ottenendo la condanna definitiva per gravi reati di camorra.

Ilario Aniello è uno dei 28 indagati (CLICCA QUI). E il suo nome sembra non dire nulla.

Ma ciò solo a coloro che non hanno seguito, negli anni, le vorticose vicende del mondo dei rifiuti, delle montagne di soldi che hanno girato e girano ancora attorno a questi appalti, così come girano attorno e dentro a quelli riguardanti il grande business delle pulizie delle strutture mastodontiche degli aeroporti, delle aziende di Stato, delle aziende regionali e delle università, non a caso due settori che, ieri con un altro ruolo, e oggi interpretando la funzione di faccendieri, i fratelli Ferraro hanno sempre praticato.

Quando abbiamo letto il nome e il cognome di Ilario Aniello, il nostro pensiero è subito andato ad una notissima famiglia della valle caudina beneventana, anch’essa protagonista della stagione più controversa della gestione dei rifiuti solidi urbani di comuni grandi e piccoli, dalla raccolta al loro smaltimento diversamente connotato.

C’è un capostipite degli Aniello e si chiama Lorenzo Falzarano da Airola, oggi defunto e in passato dentro a tante partite, compresa quella giocata al Comune di Caserta quando, nel 2012, secondo quello che era scritto in una informativa dei Carabinieri, avrebbe incontrato in aperta campagna, disarmati di ogni telefonino, l’allora dirigente Carmine Sorbo per “mettersi d’accordo” su una presunta tangente da versare in cambio dell’attribuzione di quell’appalto da una 50ina di milioni di euro.

L’accordo, sempre secondo la ricostruzione realizzata in quell’indagine poi finita in un binario morto, non si realizzò e proprio nello stesso anno a Caserta approdò la rinomata famiglia laziale dei Deodati, con le sue Ecocar multidenominate, che hanno mollato l’osso solo da un paio d’anni, rimanendo però saldamente ancorate alla provincia di Caserta, dove esercitano il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nel comune di Marcianise.

Il nome di Ilario Aniello porta immediatamente a quello del figlio Carlo che, attenzione, al pari di suo padre, era strettamente imparentato con il patriarca dei rifiuti di Airola Lorenzo Falzarano, non a caso da noi definito il capostipite, che di Carlo Aniello era lo zio.

L’attività degli Aniello è, dunque, direttamente gemmata (usiamo questo termine per ingentilire la trattazione monnezzologa) dalla Ecologia Falzarano la quale, avendo subito diversi rovesci, tentava di riprendersi proprio attraverso la CZ Spa, coadiuvata da due altre aziende minori, ma ugualmente attive, cioè la Ecology Srl e la Eco Junk srl, di cui è titolare il figlio di Lorenzo Falzarano ugualmente presenti nel mercato degli affidamenti per attività relative alla filiera dei rifiuti, la Ecology Srl e la Eco Junk srl.

Come si può leggere dal decreto di perquisizione, la CZ Spa è molto attiva in provincia di Caserta.

Ma vi possiamo garantire, anche se queste denominazioni non trovano menzione nei documenti rilasciati dalla Dda, ribadiamo che molto operative sono la Ecology Srl e la Eco Junk srl.

Giusto per dire, la CZ Spa, oggi azienda indagata dai giudici dell’antimafia in quanto promossa e sostenuta da Nicola Ferraro e, sempre a detta dei magistrati dell’antimafia, dai suoi amici provenienti dal cartello dei Nuvoletta, si è aggiudicata due o tre mesi fa la gara per la gestione quinquennale della raccolta dei rifiuti indetta dal Comune di San Cipriano d’Aversa.

Ciò mentre la gemella, cioè la Ecology Srl, si è aggiudicata quella bandita dal Comune di Capua.

Attenzione, entrambe queste gare sono state, manco a dirlo, gestite ed espletate dalla nuovissima Stazione Appaltante o Centrale di Committenza che dir si voglia costituita dall’amministrazione provinciale di Caserta, con il compito di espletare le gare per conto dei Comuni, sul modello Asmel e Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Questa nuova Stazione Appaltante dell’amministrazione provinciale è coordinata oggi da un funzionario di Magliocca di nome Giuseppe Ranieri.

Sarà anche una coincidenza, ma queste due gare stramilionarie, aggiudicate dall’amministrazione provinciale ad aziende della famiglia Aniello, direttamente imparentate col patriarca dei rifiuti Lorenzo Falzarano e sostenute secondo la Dda da Nicola Ferraro, hanno riguardato due Comuni il cui sistema dei rifiuti è strettamente controllato dal consigliere regionale Giovanni Zannini, peraltro presidente della Commissione Ecologia e Rifiuti del Consiglio Regionale della Campania.

Sindaco di San Cipriano è, infatti, Vincenzo Caterino, voluto fortissimamente da Zannini e da lui designato ufficialmente alla presidenza della Gisec, l’azienda il cui capitale sociale è totalmente nelle mani dell’amministrazione provinciale e che gestisce tutti gli impianti di rifiuti della provincia di Caserta.

A Capua, invece, proprio al comando dell’assessorato alla nettezza urbana, c’è un’altra zanniniana di ferro, quella Rosaria Nocerino, di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi come neo-trasferita in fulminea mobilità interregionale, da Isernia al Comune di Caserta, dove Zannini ha piantato solidissime tende dopo il fidanzamento ufficiale tra il vicesindaco, il supervotato Emiliano Casale, e la vicepresidente del Consiglio Regionale Olga Diana da Aversa che, a pensarci bene, una più zanniniana di lei non c’è (CLICCA E LEGGI).

Indovinate in quali altri Comuni la CZ Spa o i suoi derivati si sono aggiudicati le gare?

Casapulla e Sparanise, in quest’ultimo caso, cioè quello riguardante il Comune caleno, con un terzo soggetto comunque riconducibile direttamente a CZ spa ed Energy srl trattandosi della Eco Junk srl del figlio di Lorenzo Falzarano e dunque nipote di Ilario Aniello e cugino di Carlo Aniello. Poi c’è Arienzo, così come risulta esplicitato nel decreto di perquisizione, dove c’è un sindaco iper magliocchiano, che proprio Magliocca ha voluto alla carica di coordinatore provinciale di Forza Italia e che dunque è legato a doppio filo a Giovanni Zannini, da Guida votato alle ultime elezioni regionali. Un sindaco, peraltro, particolarmente premuroso nei confronti del suo concittadino residente Nicola Ferraro, al punto da andarlo a visitare nella sua villa di Arienzo dopo aver assunto al Comune Gelsomina Crisci, moglie di Nicola Ferraro, profondamente inserito anche da un punto di vista politico nello stesso luogo dove, manco a dirlo, opera quale titolare del servizio di raccolta rifiuti la Cz della famiglia Aniello e del fu Lorenzo Falzarano.

Per quanto riguarda Casapulla, si tratta di un Comune direttamente controllato da Luigi Bosco, pesantemente coinvolto in questa indagine, storico feudo della sua famiglia. Nel momento in cui mettiamo insieme, come anelli della stessa catena, l’aggiudicazione degli appalti dei rifiuti alla CZ e alla gemella Ecology Srl, nei Comuni di San Cipriano d’Aversa e di Capua, la cui potestà sulla materia specifica è controllata da Giovanni Zannini, il quale ripetiamo, all’inizio di questa legislatura regionale ha fortemente voluto occupare la poltrona di presidente della Commissione Ambiente e Rifiuti;

nel momento in cui inseriamo nella stessa catena l’appalto ottenuto dal gruppo Aniello-Falzarano al Comune di Sparanise, attraverso una gara espletata a fine 2022 dal provveditorato alle opere pubbliche dunque, sotto l’egida della prefettura di Caserta (figuriamoci!)altro feudo di Zannini, prima che questo fosse sciolto per infiltrazioni camorristiche, soprattutto grazie al suo rapporto con l’ex vicesindaco Vitaliano Ferrara, principale motivo dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche, e l’appalto vinto sempre da Cz al Comune di Casapulla, possiamo mai ignorare, non pretendendo di dimostrare che ci sia un rapporto, una relazione, tra questi fatti e il fatto politico, l’importante accordo sancito e sacramentato tra Giovanni Zannini e Luigi Bosco i quali, in vista delle prossime elezioni europee, hanno ufficializzato con tanto di battesimo di un nuovo simbolo il matrimonio tra il movimento dei moderati, fondato dal consigliere regionale mondragonese, e il partito di Azione di Carlo Calenda di cui Bosco è incontrastato leader provinciale.

Oggi non esiste più il simbolo dei moderati, e in provincia di Caserta non esiste neppure più il simbolo di Azione.

Esiste un nuovo simbolo, già presentato dai due politici in diverse occasioni, che si chiama “Moderati in Azione”.

Naturalmente nei prossimi giorni cercheremo di cogliere altri aspetti di questa vicenda, probabilmente molto più grossa di quanto non appaia dalla semplice lettura del decreto di perquisizione.