TUTTI I NOMI. 5 presunti truffati dal poliziotto infedele, si costituiscono parte civile nel processo per il furto della pen drive di Zagaria

30 Maggio 2019 - 15:31

CASAPESENNA – (tina palomba) Altre accuse a carico del poliziotto infedele Oscar Vesevo, rinviato a giudizio ieri. Cinque persone, sono originarie di  Casal di Principe, San Cipriano, Trentola Teverola e Aversa, truffate della somma di 500mila euro, si sono costituite parte civile nel processo per il furto della pen drive del boss Michele Zagaria con l’avvocato Vittorio Giaquinto.

Si tratta di Mangiacapra, Laiso, Lausini, Martino, Corvino, Vargas e Sapio. Nelle accuse si legge: “Abusando della qualifica di pubblico ufficiale quale appartenente alla squadra mobile di Caserta ha raggirato e truffato cinque persone facendo loro credere che erano prossime alla cattura della Dda di Napoli inducendo in errore le persone offese”.

Oscar Vesevo, rinviato a  giudizio dinanzi al gup del tribunale di Napoli, è colui che partecipò all’arresto del super latitante dei Casalesi Michele Zagaria. E’ accusato di peculato e truffa “per aver venduto”, secondo la Dda di Napoli, la pen drive che il boss latitante all’epoca nascondeva nel suo covo di via Mascagni a Casapesenna, dove fu arrestato il 7 dicembre del 2011. Ma non solo, anche di aver truffato delle persone nell’acquisto di immobili che potevano essere agevolmente rivenduti attraverso delle presunte aste pubbliche, di cui lui sarebbe stato affidatario come esponente delle forze dell’ordine.

Vesevo deve rispondere anche di altri reati: corruzione ed accesso abusivo ai sistemi informativi aggravati dall’articolo 7, in seguito all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Il processo è stato fissato per il 13 ottobre prossimo, dinanzi al tribunale di Napoli Nord. Il poliziotto è difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli.