VOTO DI SCAMBIO A CASERTA. Il “Bronx di San Clemente” militarizzato da pregiudicati di prima fascia che pagano 50 fino a 80 euro a preferenza e si ha paura nel sostenere altri candidati

24 Settembre 2021 - 13:28

 

Terza puntata del nostro viaggio nel più che consueto fenomeno del voto comprato e dei rapporti di certi candidati con esponenti della criminalità locale, ben conosciuti alla magistratura della DDA

 

CASERTA (g.g.)- Proseguiamo nel nostro viaggio, per altro semplicissimo dato che queste cose in città le sanno pure le pietre,  nei meccanismi  sempre vivi e sempre utilizzatissimi del voto comprato in occasione delle elezioni comunali di Caserta.

Perchè parlare di voto di scambio perchè, semplicemente di voto di scambio, è riduttivo. Questi i voti li comprano con i soldi  in contante, con i buoni spesa. Quest’anno si arriva finanche ad una cifra di 80 euro cadauno. Basta parlare con qualche conoscente che abita nei rioni, magari chiedendogli innocentemente il voto per se stessi, per un congiunto o per un amico, ed un aiuto per accrescere il proprio numero di consensi del candidato indicato  e quello  dopo averti raccomandato caldamente di non far sapere in giro la cosa, che lui magari ti potrà votare, ma non potrà certo far propaganda affinchè ti votino anche altri elettori. Ovviamente i nomi dei mediatori sono sempre gli stessi. Almeno per noi che queste cose le raccontiamo da 4 elezioni comunali a questa parte. I soggetti sono legati alla criminalità e, recentemente, sono stati anche attinti da misure cautelari, chieste ed ottenute, dalla direzione distrettuale anti mafia e successivamente più o meno ridimensionate, rilette dal tribunale del riesame. Ora sono a piede libero e fanno i voti. Certi candidati gli consegnano tutti  i soldi finalizzati ad ottenere un tot di voti. Fanno così per due motivi: prima di tutto in questa maniera si rischia di meno dato che  il candidato non si espone con più persone. Secondo perchè in certi quartieri di Caserta questi soggetti son in grado di esercitare una influenza. Non sappiamo se questo accade per effetto del timore suscitato dalla loro attitudine criminale, ma comunque questo succede.

Nei primi due articoli abbiamo scritto in maniera molto tranquilla ed esplicita di improvvide frequentazioni da parte dell’attuale assessore alle attività produttive Emiliano Casale.

Questi, per carità, non è certo il primo e non sarà neppure l’ultimo a dialogare con componenti della famiglia Rondinone o con i fratelli Amato. (CLIKKA QUI PER LEGGERE

)  Inoltre, non c’è alcuna legge che glielo impedisce. In poche parole è solo un problema di ordine etico, e di opportunità che in un sistema liberale attengono alla sensibilità, al bagaglio culturale, che imprimono la direzione al proprio punto di vista relativo alla politica e ai modi con cui questa si fa, si può fare e si può anche non fare.

Con lo stesso spirito possiamo invitare chi ritiene che queste nostre affermazioni siano poggiate sul nulla ad andarsi a leggere la tabella delle preferenze conquistate dai candidati al consiglio comunale alle elezioni amministrative del 2016 nelle sezioni di Centurano e in quelle in cui afferisce il quartiere, carinamente definito “il Bronx di San Clemente“, un nome, un programma. Stavolta certi insediamenti di consenso sono destinati anche a consolidarsi perchè chi ne beneficiò allora ha potuto tenere per 5 anni le mani in tasca avendo avuto accesso ai luoghi dove è stata esercitata la potestà amministrativa.

Si parla di decine di famiglie allineate e coperte. Già remunerate e, tornando al discorso inziale sulla conversazione che si può fare con un residente amico di un altro o di altri candidati che non coincidono con quello o quelli “portati” dai ras, è di fatto proibito esercitare l’attività democratica di proselitismo se non si vuole incorrere in qualche guaio, visto che i soggetti mediatori, cioè quelli che portano i soldi per votare il candidato, sono persone piuttosto nervosette, non avvezze alla conversazione, molto di più alla violenza e all’intimidazione.