CAVE A CASERTA. Dopo il tentativo di Zannini di far cavare senza autorizzazione, il caso potrebbe arrivare al Ministero. I Gre…

4 Giugno 2021 - 17:16

In calce al nostro articolo, che rivaluta e ripuntualizza le posizioni espresse da Casertace nei giorni scorsi, il testo integrale del comunicato stampa dei Gruppi di Ricerca Ecologica, associazione fondata 43 anni fa e certificata dal Ministero dell’Ambiente, oggi della transizione Ecologica. La dichiarazione dell’ex comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato

 

CASERTA – Tra le reazioni seguite alla notizia del tentativo, operato dal consigliere regionale Giovanni Zannini, di inserire una deroga che, nascosta dall’impalcatura di una proibizione, avrebbe consentito ai cavaioli campani di continuare la loro attività estrattiva all’interno delle cosiddette zone continue alle aree protette, anche senza avere il titolo di una autorizzazione formale ad estrarre (CLICCA QUI PER LEGGERE), si inserisce anche un’associazione indubbiamente autorevole, i Gre, che sta per Gruppi di Ricerca Ecologica.
Autorevole per la sua anzianità di servizio, in quanto è stata fondata nel 1978, 43 anni fa, ma anche in quanto partecipata da persone che hanno svolto una lunga attività di servizio nel settore della tutela delle risorse naturali.

Basta leggere il comunicato che pubblichiamo integralmente in calce per incrociare, ad esempio, il nome di Vincenzo Stabile, vice-presidente nazionale dei Gre e già comandante del Corpo Forestale dello Stato.

Va da sè, allora, che questa associazione faccia parte del ristretto novero di quelle riconosciute dal governo, precisamente da quello che fino a qualche mese fa si chiamava Ministero dell’Ambiente e che oggi ha assunto il nome di Ministero per la transizione ecologica.

Eh già, transizione ecologica: se dovesse avvenire in Italia, con i tempi con cui Caserta prova, ancora invano, a liberarsi dell’oltraggio delle sue cave, staremmo proprio freschi e potremmo iscriverci tranquillamente alla schiera degli assertori del modello cinese.
E forse neanche, visto che negli ultimi due anni certe scene infernali che si vedevano nei centri iper-urbanizzati di Pechino o di Shangai, dove il sole era scomparso sotto la coltre impenetrabile di smog e veleni, non si vedono più.

Insomma, finanche in Cina, pur tenendo conto dei problemi e dei limiti che un percorso di resipiscenza ambientale può incontrare in un Paese governato dalla dittatura, comincia a serpeggiare una coscienza nuova.
E invece a Caserta serpeggia l’incoscienza, perché ancora oggi, con il cantiere del Policlinico destinato a diventare la più grande struttura sanitaria del Meridione d’Italia, finalmente riattivato con un cronoprogramma certo, stiamo ancora qui ad alimentare stantie concioni su quando interrompere l’attività di cava, su quanti mesi prima dell’apertura del Policlinico, eccetera eccetera.
Alt, già prevedo la confutazione: ma l’attività di cava è finita. Quella attuata adesso è la riqualificazione dei luoghi che la Regione ha messo in carico ai cavaioli.
Forse sbagliamo ad autocitarci, ma spesso è importante farlo.

Se affermiamo oggi che questa è una presa in giro è perché abbiamo dimostrato tante volte, carte alla mano e con ampia profusione di dati sul tonnellaggio, che i piani di riqualificazione sono stati e forse sono ancora una foglia di fico dietro alla quale si nasconde la vergogna di ampie attività di ulteriore estrazione, che poi dovrebbe comicamente rappresentare non una utilità per l’imprenditore ma un sistema per modellare e scolpire queste montagne distrutte, azzerate da decenni di sfruttamento vorace, che poi non vi preoccupate, ci metteremo parchi e giostrine.
Per il momento, però, caviamo centinaia di migliaia di tonnellate.

Ma lo facciamo per riqualificare. Poi, mica possiamo buttarlo via, il materiale estratto? D’altronde è un peccato sprecare cibo, considerando che ancora tanta gente muore di fame nel mondo.
Solo che il materiale cavato non finisce in beneficenza per alimentare il sistema delle donazioni per i paesi poveri, ma “dona” altri quattrini, rimpinguando le tasche degli imprenditori della cave di milioni e milioni di euro, che si aggiungono alle centinaia di altri milioni di euro e ai miliardi di vecchie lire attraverso cui sono stati costruiti veri e propri imperi economici grazie allo sfruttamento di aree imprenditoriali per decine e decine di anni.

Questo discorso lo tronchiamo, perché sarebbe troppo lungo, ma è chiaro che i Gre, che invitano la Regione Campania a tirare corto e a disattivare tutti gli strumenti che ancora oggi spacciano per riqualificazione ambientale un ampio e approfondito sfruttamento di quel poco sopravvissuto dei Monti Tifatini ma anche di altre aree.
D’altronde, se è vero che il diritto d’impresa ha subito, negli anni, diverse fasi di stop, è anche vero che gli imprenditori delle cave, seppur un po’ a singhiozzo hanno potuto fare tanto con la scusa della riqualificazione.

Promettendo ai lettori di fare un punto sulle attività di ogni singola cava, ex Cementir ora Colacem, Moccia, Luserta, ecc., possiamo auspicare che la Regione Campania, che ricordiamo essere socia del governo nel Consorzio del Policlinico, consideri chiusa la partita.
Senza se e senza ma.

Perché l’episodio del sub emendamento che furtivamente Giovanni Zannini voleva inserire nel cosiddetto collegata alla finanziaria regionale, dimostra, contrariamente a quello che Zannini vuole dare ad intendere e contrariamente alle tesi da lui esposte anche nei nostri confronti, che però non siamo né fessi né a digiuno di conoscenze sulle dinamiche di certi rapporti personali, che esiste una attività motivata e finalizzata a garantire la cava.
Altrimenti, se come ha detto Zannini, il suo sub emendamento fosse stato solo finalizzato alla tutela, per quale motivo contiene quella ingarbugliata desinenza con la quale ha scritto che, qualora un imprenditore delle cave abbia superato alcune procedure autorizzatorie, queste sono sufficienti a garantirgli il diritto di cavare ancora nelle zone contigue, anche se quelle procedure, comunque interlocutorie, non hanno trovato riscontro in una formale e definitiva autorizzazione ad estrarre?

 

comunicato 2021 06 03 – Regione Campania CAVE