MARCIANISE Tra Pirandello e lo strizzacervelli: Franca Nubifero si è autonominata (sul serio) a capo dei Servizi sociali. Mai visto nella storia umana
10 Gennaio 2022 - 09:34
Tutto questo avviene al cospetto di un assessore al Personale, cioè Gabriele Amodio, che è un avvocato penalista e civilista, il quale finisce per assumere una responsabilità politica destinata a rimanere negli annali come proposta di lavoro per un eventuale terzo film “Le comiche” in cui magari può andare a fare il co-protagonista di Renato Pozzetto al posto della buonanima di Paolo Villaggio
MARCIANISE (gianluigi guarino) Qui ci vuole un bello staff: due scrittori e uno psichiatra. Per quanto riguarda i primi due, non c’è partita dato che Luigi Pirandello ci andrebbe a nozze tra “personaggi in cerca d’autore”, la visione soggettiva della vita, la quale è “così… se vi pare” e il mitico “come tu mi vuoi” ispirato alla storia dello smemorato di Collegno. Il secondo letterato è un altro gigante che ha scritto tanto ma è rimasto noto al pubblico dell’intero globo per un altro personaggio sdoppiato, quello per alcune ore della giornata Jekyll e per altre ore della giornata Hyde. Pirandello e Stevenson si fregherebbero le mani al Comune di Marcianise. Poi, vedrebbero profilarsi davanti a loro la figura vivente del professor Giovanni Battista Cassano, guru della neuropsichiatria dalla cattedra dell’Università di Pisa e della clinica “Casa di cura San Rossore” e sarebbero costretti ad assumere un atteggiamento più serio, più misurato. Il consulto si svilupperebbe sulla determina n. 1332 del 31 dicembre 2021, il cui testo integrale pubblichiamo in calce all’articolo, e mai come in questa occasione più doverosamente di ogni altra volta in cui lo abbiamo fatto, perché a raccontarla solo in pochi ci crederebbero, anche tra i più scafati, tra i più consumati di fronte alle inquietanti vicende che connotano la vita all’interno degli uffici amministrativi dei Comuni di Terra di Lavoro.
Franca Nubifero, impiegata del Comune di Marcianise, facente funzioni dirigenziali per coprire i buchi apertisi a causa dello sterminio velardiano che, (da quando fa il sindaco, ne ha fatti fuori direttamente o indirettamente più di dieci), si è fatta una nomina da sola. In pratica, ha nominato se stessa. Ma non per dire, proprio sul serio. Questa si è nominata da sola.
A leggere bene la determina si nota che alla fine la Nubifero si autodefinisce “la dirigente”, associando questa auto-nomina a quella di Rup. Dunque, se c’è un Rup, vuol dire che c’è anche una procedura amministrativa.
Vediamo di cosa si tratta: stiamo scrivendo dell’agognata e delicatissima nomina di coordinatore dell’Ambito intercomunale C5 per l’erogazione di servizi sociali. Posto di potere, comodo perché, finanche noi di Casertace non abbiamo il tempo per lavorare intorno al ginepraio di piccoli e grandi provvedimenti assunti dai diversi Ambiti sociali casertani, di piccole e grandi azioni con le quali si decreta la felicità o l’infelicità di cooperative, il più delle volte improvvisate o costituite ad hoc.
Dunque, l’impiegata e facente funzioni di dirigente Franca Nubifero con i poteri della sua carica e con quelli di Rup ha nominato il 31 dicembre scorso se stessa a capo dell’Ufficio di piano dell’Ambito C5. 1200 e passa euro al mese lordi, salvo ulteriori integrazioni che comunque le consentono di superare, spicciolo più, spicciolo meno, i mille euro netti che vanno ad aggiungersi al proprio stipendio.
Questa determina diverte o indigna a seconda del livello di disincanto che una persona può avere per carattere o per costruzione di esperienze nel momento in cui, comunque, assiste per anni e anni a porcherie di ogni genere, alla commissione di reati in tanti uffici pubblici di questa terra, ma soprattutto assiste al 100% di impunità, perché alla magistratura inquirente, quando si tratta di risalire fino ai falsi ideologici e materiali, alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione e alla concussione, partendo però dallo sfuggente e più leggero reato dell’abuso d’ufficio, le viene letteralmente un “tocco” dato che bisogna lavorare tanto, ma proprio tanto, per raggiungere un risultato comunque certo perché un pubblico ufficiale non compie abuso del suo ufficio così per sport, ma con una finalizzazione materiale che lo porta a compiere altri reati, quelli attinenti al tornaconto personale. Noi siamo sufficientemente disincantati, avendone viste di tutte e di più, per far rivivere goliardicamente la questione dello stato mentale di Franca Nubifero da due scrittori che hanno vissuto la loro esperienza culturale nella costante ricerca dei percorsi più reconditi, complicati, del cervello umano, e dal neuropsichiatra più importante e prestigioso d’Italia, che ha curato tantissime celebrità, dalla buonanima di Sandra Mondaini a Vasco Rossi, giusto per fare qualche esempio. Però, lo dobbiamo dire, non avevamo mai visto una cosa del genere. Quindi, tutto sommato, una determina come questa ci rende la vita più allegra, meno noiosa a partire dalle premesse, dalla cosiddetta narrativa.
Si parte dal Tuel, che conosciamo a sufficienza per affermare che al suo interno non c’è una sillaba che consente, prevede che un dirigente possa nominare se stesso trasferendo la potestà amministrativa nella sfera di un proprio vantaggio professionale.
Mah, evidentemente, saranno state “le successive modificazioni” ad averlo previsto dato che la Nubifero le cita, seppur in termini generali, puramente assertivi.
Fermiamoci solamente alla lettura integrale dell’oggetto: “Conferimento, con decorrenza dal 03 Gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, alla dipendente Franca Nubifero, cat.D, dell’incarico di Posizione organizzativa per l’UOA Servizi sociali ed Ufficio di Piano dell’Ambito C05, prevista dall’art.13, comma2, lett.a) del CCNL 2016/2018. Contestuale delega di funzioni dirigenziali per la suddetta UOA e per l’Ufficio Gestione Risorse Umane”.
Per cui, Franca Nubifero che è dirigente non dirigente, attribuisce, per l’appunto da dirigente non dirigente ma anche da Rup del procedimento alla dipendente Franca Nubifero l’incarico di posizione organizzativa, che si dà, come è noto, a un dipendente o a un funzionario il quale non potendo essere dirigente, visto che ciò avviene solo per concorso, svolge delle funzioni superiori rispetto a quelle del suo rango (ma non necessariamente funzioni di dirigente), e per questo viene remunerato a parte.
Poi, sempre la dirigente Franca Nubifero, quella che firma la determina ed è la Responsabile unica del procedimento, completa il salto triplo in questo modo: dopo aver appiccicato i gradi della posizione organizzativa alla dipendente Franca Nubifero, le fornisce ufficialmente anche quelle di dirigente nel settore dei Servizi sociali.
Guardate, noi abbiamo avuto la fortuna di essere appassionati di certe letture. Per cui, riusciamo a districarci e a costruire questo ordito infernale di cui, diciamocela tutta, nessuno o quasi nessuno capisce un cazzo, proprio perché ci siamo allenati con le letture di certe opere di Luigi Pirandello, nelle quali vengono elaborate proprio queste costruzioni paradossali, questi rovelli lessicali e sintattici finalizzati poi a far capire a tutti che, per dirla con una frase semplice, il cervello umano è la famosa “sfoglia di cipolla”.
Per cui Nubifero, dirigente non dirigente, ma facente funzioni di dirigente al I Settore, firma il suo atto amministrativo, insieme al Rup che è sempre la Nubifero, nomina a maresciallo, nella sedicente veste di generale (dopo una esilarante digressione in cui parla, pardon, scrive in terza persona), il soldato semplice che, guarda un po’, si chiama nientepopodimenoche Franca Nubifero. Poi, siccome un dirigente non dirigente, autofirmatosi dirigente, può anche farlo, a patto però che fosse un dirigente e non un facente funzioni di dirigente, Franca Nubifero attribuisce contestualmente – così scrive – le funzioni di dirigente a Franca Nubifero.
Guardate, volete sapere una cosa? Abbiamo scelto di scriverla così. E vi garantiamo pur avendolo fatto con il proposito di utilizzare il registro e la retorica, senza forzare un solo contenuto dell’incredibile determina 1332 del 31 dicembre 2021, proprio per giustificare le tinte forti che il sottoscritto ha deciso di utilizzare nella chiusa di questo articolo.
Querelatemi perché voglio andare in galera. Perché se questo è la legalità, se questo è il buon governo, se questa è la corretta interpretazione del ruolo di servitore del popolo, allora è giusto che io marcisca in galera, in carcere, in una cella essendo irrevocabilmente, irreversibilmente un disadattato. Voi siete da manicomio. Questa è l’ennesima umiliazione che il Comune di Marcianise, una vera e propria gabbia di matti, infligge ai principi elementari, ma proprio elementari, dell’homo sapiens. Qui non si tratta, infatti, di praticare la categoria del controllo e dell’esplorazione dell’area dove è tracciata la linea di demarcazione tra ciò che è legale e ciò che legale non è. Qui occorre una procedura di interdizione, e non di semplice inabilitazione, come quelle che si fanno quando si ritiene che una persona non sia più in grado di intendere e di volere.
E ora, sindaco Velardi, signora Nubifero, querelatemi perché poi portiamo questo articolo, insieme a questa determina, davanti a un giudice al quale dovremo probabilmente dare i sali e che dovrà probabilmente ordinare una perizia psichiatrica, ma non a carico del sottoscritto, ma delle sedicenti parti offese, delle sedicenti parti lese, che, al contrario, recano offesa e ledono ogni giorno la dignità di una città che da 5 anni a questa parte si è completamente sputtanata, trasformandosi nel set cinematografico per film tipo “L’aereo più pazzo del mondo” o “Scary movie”, ecc. Grillinamente, con lo stesso spirito con cui il leader dei 5 Stelle lo faceva durante i suoi comizi, vi manderemmo anche a fanculo. Ma questa è la reazione che ha a che fare con il dissenso e il dissenso è una categoria razionale.
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