Morì cadendo dal capannone dell’azienda zootecnica. In aula la moglie dell’operaio: nessuno parlò di pericoli
12 Novembre 2022 - 11:33
Il 23 gennaio del 2020 Antonio Valente cadde da un’altezza di quattro metri e spirò cinque giorni dopo in ospedale. I proprietari dell’azienda accusati di omicidio colposo in concorso.
GRAZZANISE Si è celebrata nei giorni scorsi l’udienza, davanti al giudice monocratico Marzia Pellegrino del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per la morte dell’operaio Antonio Valente. In aula la moglie della vittima che ha dichiarato che, a suo marito “i lavori sono stati affidati dai Cacciapuoti, ma nessuno aveva parlato della pericolosità della tettoia”. Valente morì in seguito alla caduta dalla tettoia di un’azienda agricola, il 23 gennaio del 2020: per quella morte, accusati di omicidio colposo in concorso, sono finiti Alfonso Cacciapuoti, 29enne di Grazzanise ed il padre Edoardo Gerardo Cacciapuoti. L’operaio cadde da un’altezza di circa 4 metri e morì 5 giorni dopo l’incidente. Si tornerà in aula a marzo 2023.