Marco Del Gaudio procuratore della Repubblica a S.MARIA C.V.: lo ha indicato la Commissione Incarichi del CSM. Manca solo il sì del plenum. Arriverà in un paio settimane
18 Novembre 2022 - 16:37
Definite anche le indicazioni per la procura di Nola e quella di Sulmona, dove, con ogni probabilità andranno una PM della Dda e un sostituto, tornato in sede a Napoli da poco dalla corte Costituzionale
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Non manca molto al CSM per completare la procedura piuttosto lunga e complessa, in verità, dalla quale sortiranno i nomi dei due nuovi procuratori della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e presso quello di Nola.
Come avevamo anticipato già qualche mese or sono, al tempo solo raccogliendo semplici indiscrezioni, dovrebbe essere Marco Del Gaudio, di qui a poco, il nuovo capo dei pubblici ministeri sammaritani.
La sua nomina appare sempre più vicina, visto che il CSM andrà a coprire sicuramente queste due postazioni entro la fine della sua consiliatura, peraltro già in proroga, in quanto in attesa che il parlamento elegga i membri laici del prossimo Consiglio, con la prima seduta comune di Camera e Senato fissata per il 13 dicembre.
Nei giorni scorsi, la Commissione Incarichi direttivi, presieduta dal membro togato Antonio D’Amato, in passato procuratore aggiunto proprio a Santa Maria Capua Vetere, ha proposto il citato Del Gaudio come procuratore della Repubblica in successione a Maria Antonietta Troncone, nominata – com’è noto – già da qualche tempo a capo della procura di Aversa-Napoli Nord.
Sempre la stessa Commissione ha proposto al plenum del CSM il nome di Maria Cristina Ribera per la funzione di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola, in questo caso con due astenuti.
Marco Del Gaudio possiede una solidissima esperienza nella lotta alla criminalità organizzata, maturata al tempo in cui, nei primi anni di questo secolo e per un decennio, ha operato da pubblico ministero nella Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dove si è occupato soprattutto del clan dei Casalesi, in un momento in cui la camorra di Casal di Principe-San Cipriano-Casapesenna e derivati era ancora temibilissima anche e soprattutto da un punto di vista militare.
Successivamente, Del Gaudio ha messo a valore questa sua solida esperienza entrando nell’organico, sempre come PM, della Direziona nazionale antimafia.
Maria Cristina Ribera è sostituta procuratrice presso il tribunale di Napoli ed è anche lei impegnata nei ranghi della Dda, dove si è occupata a lungo di reati di camorra, focalizzando la sua attenzione sui clan dell’area Nord del napoletano, in pratica da Casoria ad Afragola, passando per Frattamaggiore ed eccetera. Sempre la Ribera ha anche lavorato, durante la sua carriera professionale, sui reati contro la pubblica amministrazione.
Oltre alle due posizioni per noi più interessanti, in quanto riguardano, per quanto riguarda Del Gaudio, una delle due procura operanti in provincia di Caserta e, per ciò che concerne Ribera, un altro ufficio che, seppur appartenendo alla provincia di Napoil, confina marcatamente con la nostra, va citata anche una terza proposta votata e approvata dalla Commissione Incarichi direttivi del CSM: dalla procura di Napoli dovrebe muoversi anche il pm Luciano D’Angelo, tra i più esperti dell’ufficio partenopeo, rientrato nella sua sede originaria dopo una lunga fase di lavoro alla corte Costituzionale.
La Commissione lo ha proposto all’unanimità quale nuovo procuratore della Repubblica di Sulmona.
Ora, tra l’indicazione formulata dalla citata Commissione, ripetiamo, presieduta da Antonio D’Amato, e la nomina effettiva e ufficiale di Del Gaudio e degli altri due magistrati menzionati a capo delle procure di Santa Maria Capua Vetere, Nola e Sulmona, c’è il voto decisivo e definitivo del plenum del CSM.
Difficile, però, ritenere che indicazioni espresse all’unanimità, come quelle relative a Del Gaudio e D’Angelo, ma anche quella non unanime, come avvenuto nel caso di Ribera (ripetiamo, due astenuti), non vadano poi a tradurre queste consistenze aritmetiche in maniera speculare nei rapporti di forza nel plenum di Palazzo dei Marescialli.