POLICLINICO DI CASERTA. I politici non ci hanno capito nulla. Se De Luca non diceva sì, i 38milioni+iva non sarebbero arrivati. Decisivo solo il rettore Nicoletti

25 Agosto 2023 - 19:42

Buffe, molto buffe, certe dichiarazioni trionfalistiche di alcuni parlamentari all’indomani dell’ufficializzazione del decisivo finanziamento con cui già all’inizio 2024 sarà aperto il blocco ricerca e didattica. Per quanti riguarda i reparti, attenzione ai primari “baroncini” dell’ospedale civile di Caserta

CASERTA – Parlare del Policlinico, del suo futuro, del suo percorso accidentato sembra essere una sorta di atto obbligato e obbligatorio per chi riveste una carica politica in questa provincia.

Della serie “cosa devo dire o scrivere per ottenere qualche riga dai giornali? Mo’ metto in mezzo ed esco su qualcosa sul Policlinico”.

Un argomento che non lesina certo in generosità nella sua ampia disponibilità nel prestarsi a luoghi comuni, a parole trite e ritrite, a dichiarazioni che diventano un’eterna supercazzola a cui quelle poche persone, ad esempio noi, che hanno invece seguito passo passo, da anni tutta la vicenda, tutto l’accidentatissimo percorso provocato dai disastrosi esiti della vita di grandi aziende, ultima della serie Condotte Romane, non possono non assistere con un contegno rassegnato che, comunque, consolida l’idea della pochezza di chi rappresenta questo territorio anche nei luoghi più importanti della nazione.

Guardate, noi non vogliamo accanirci nei confronti del simpatico Gimmi Cangiano, il quale, peraltro, ha garantito una buona estate anche noi quando, saggiamente, ha abbandonato il sentiero politico del reale, percorrendo invece quello del gossip, indossando i panni di playboy e di irresistibile conquistatore di Valeria

baci stellari Marini. E nemmeno nei confronti del parimenti simpatico Marco Cerreto.

Ma la loro attività parlamentare, la loro scelta di inserirsi nel dibattito sul Policlinico attraverso comunicati stampa e interrogazioni è stata totalmente slegata dall’incedere concreto dei fatti, sempre saldamente nelle mani del rettore Gianfranco Nicoletti che, da parte sua, si è costruito una sorta di tenuta stagna che gli ha permesso di sfuggire ad ogni tentazione di un confronto dialettico, benché meno in un conflitto dialettico, soprattutto con i due deputati di Fratelli d’Italia.

L’errore di questi due parlamentari è stato di non informarsi su ciò che stava effettivamente succedendo, a partire dall’inserimento fondamentale e tutt’altro che scontato del finanziamento integrativo, assolutamente cruciale per completare le opere divenute molto più care per l’inevitabile aggiornamento dei prezzi reso necessario dall’evidente impossibilità di adottare una configurazione dei costi risalenti ai tempi – ben più di vent’anni fa – in cui il progetto fu redatto.

Servivano circa 40 milioni di euro, il governo avrebbe stanziato il 90% a suo carico, ma se il presidente della regione Vincenzo De Luca non li avesse inseriti nel Piano Regionale dell’Edilizia Sanitaria, questi soldi, integrati anche dal 10% a carico della stessa regione, non sarebbero mai arrivati.

I parlamentari casertani, Cerreto, Cangiano, e perlhanno erroneamente ritenuto che la potestà di questi 40 milioni appartenesse solo al governo nazionale, ai soci di maggioranza dell’azienda Policlinico. Occorreva, invece, convincere prima De Luca che sappiamo bene non essere una personcina tanto malleabile.

Il rettore Nicoletti ci è riuscito mantenendo sempre i rapporti, svolgendo una funzione di equilibratore tra chi aveva comunque in mano la pistola fumante del Piano sanitario regionale e chi, invece, a Roma, partendo dal suo collega, il professore Orazio Schillaci, ora ministro della Salute, aveva in mano i cordoni della borsa.

I parlamentari locali non hanno dato il giusto significato al fondamentale avvento all’interno in complessa costruzione materiale, in cui la componente imprenditoriale rappresentava e rappresenta il motore operativo, della famiglia Mainetti (CLICCA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO) che ha acquisito un ramo di azienda di Condotte Romane, ovvero la parte buona, diventando un interlocutore molto più credibile rispetto alla stessa Condotte, gestita da anni da un commissario di governo, in applicazione della Legge Marzano.

Si è anche detto che 38 milioni più iva costituissero una cifra insufficiente e anche in questo caso i parlamentari casertani hanno mostrato un deficit cognitivo, visto che Nicoletti ha spiegato che questi fondi porteranno all’apertura all’inizio del 2024 di tutto il blocco relativo alla didattica, oggi coraggiosamente confinata in molte aree non sempre idonee dell’università, e anche del blocco della ricerca.

Naturalmente, se all’inizio 2024 partiranno la ricerca e la didattica, sarà ineluttabile l’approdo anche alle altre sezioni, rispetto alle quali un’eventuale ritardo non potrà eventualmente essere ascritto alla volontà dell’università.

Qualora, infatti, si registrassero dei rallentamenti, ciò avverrà solo a causa di resistenze che potrebbero svilupparsi in altre aree della sanità casertana, ad esempio in quella localizzata all’interno dell‘azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, dove operano tanti capi dipartimento, tanti direttori di unità operative complesse, tanti micro primari delle unità operative semplici di dipartimento e tanti ultra micro primari di unità operative semplici tout court che potrebbero sentirsi in pericolo per la nascita di reparti e di aree ricoveri di altissima specializzazione a pochi metri fisici di distanza.

E questo sarebbe affare della politica che dovrebbe, a quel punto, spiegare ai cittadini l’eventuale ricaduta in termini di ritardi operativi nell’attivazione delle aree del Policlinico.

Ma questa è un’altra storia. Per il momento ci siamo fatti una risata, scrollando contemporaneamente le spalle di fronte a certe dichiarazioni trionfalistiche rilasciare dai parlamentari casertani che, ancora una volta, hanno dimostrato di conoscerne ben poco, limitandosi a ringraziare un governo che da solo, però, non avrebbe mai potuto far arrivare i soldi del co-finanziamento, cioè il suo 90% dei 38 milioni più iva, senza l’azione di potente collante realizzata da Gianfranco Nicoletti.