AVERSA ALLE ELEZIONI. In otto sognano la fascia e almeno dieci gufano alle loro spalle. I nodi Villano, Alfonso Golia, chi sta su Farinaro. E FdI tiene su Oliva

8 Novembre 2023 - 20:39

Nei giorni scorsi fumata nera tra FdI, Forza Italia e Lega. Ecco la proposta che hanno fatto i primi due partiti a Oliva e rispedita al mittente. Poi ci sono Paolo Santulli, Nicla Virgilio eccetera

AVERSA (g.g.) Cercare di illustrare oggi il quadro politico da cui partono le mosse finalizzate alla definizione dei candidati a sindaco e delle liste ad essi collegate, è operazione impossibile. Questo aggettivo, nella sua configurazione netta, secca, finanche sommaria, rappresenta, invece, una sobria modalità di saggezza, se si vuole dare qualche notizia appena decente su quello che sta succedendo. Il quadro è frammentario e si assiste a una vera e propria balcanizzazione di micro strutture politiche che potrebbero anche produrre, se il quadro non si andasse a ricomporre almeno parzialmente, a 5 o, addirittura 6 candidati, l’accesso al ballottaggio anche con un 15-16 per cento riportato al primo turno. E allora bisogna trovare una chiave di lettura, che è anche una chiave di accesso, costituita da un metodo di analisi. A nostro avviso bisogna partire da chi, dicendolo e anche non affermandolo, o magari addirittura, smentendolo, desidera e ha l’ambizione di diventare sindaco della città normanna.

Partiamo dal centrodestra. Diciamo che Forza Italia, rappresentata ancora oggi da Paolo

Galluccio, ex assessore ai Servizi sociali, con qualche vicissitudine giudiziaria alle spalle e ancora in corso, a rappresentare le insegne ormai ampiamente sdrucite del partito fondato da Silvio Berlusconi, e la Lega che, pur rappresentandosi ad Aversa con diverse sensibilità, ha comunque nel parlamentare Gianpiero Zinzi il suo primo punto di riferimento, propendono per la candidatura di Antonio Farinaro. Famiglia di professionisti, senza fardelli da portare, con il solo problema di dover equilibrare gli estri, le amicizie e le legittime ambizioni di Augusto Bisceglia, figliolo dell’ex sindaco di Aversa e nipote di Farinaro.

Il gruppo che quest’ultimo e Bisceglia sono riusciti a metter insieme prevede anche Orlando De Cristofaro, figlio dell’ex sindaco Enrico De Cristofaro, il fresco ex consigliere Francesco Di Palma, i fratelli Dello Vicario, e soprattuto l’ex parlamentare ed ex sottosegretario alla Giustizia Pasquale Giuliano, con il suo storico allegato costituito dall’ingegnere Nicola Golia. In effetti, c’è un altro gruppetto appartenente alla Lega, che ha in Elia Barbato, altro giulianeo o giulianista storico, a svolgere il ruolo di rappresentante. Ma il nome di Elia Barbato ci collega a un’altra operazione, a nostro avviso più tattica che strategica, messa insieme a Paolo Santulli, a Nicla Virgilio e all’inossidabile Peppe Stabile. Uno è portato a pensare che Pasquale Giuliano abbia le capacità di riportare Elia Barbato ad una riduzione a fattor comune, alla partecipazione ad un minimo comun denominatore rappresentato proprio da Antonio Farinaro. Ma, al momento, il gruppo c’è ed esisterà fino a quando non dovrà porsi il problema di chi candidare a sindaco. A quel punto, dovranno per forza confrontarsi i desideri e, dunque, le rivendicazioni di Nicla Virgilio, ex vice sindaca, un tempo vicinissima a Pasquale Giuliano e candidata però con la Lega alle ultime elezioni regionali, e di una altro evergreen, Paolo Santulli, che ha passato un po’ di anni nell’area Pd di Gennaro Oliviero, partecipando all’opposizione fino al momento della caduta di Alfonso Golia, ma che dal giorno successivo in poi ha parlato chiaro al presidente del consiglio regionale, asserendo che lui vuole, fortissimamente vuole, così come gli è capitato spesso nella sua esistenza, concorrere per la fascia tricolore di primo cittadino di Aversa.

Su questa rivendicazione e sulla decisione di Oliviero di non intervenire subito ad Aversa, il gruppo, ben cementato dall’obiettivo comune di mandare a casa Alfonso Golia, ha subito uno scossone e un movimento disgregativo, dato che Carmine Palmiero, già presidente del consiglio comunale e tra i protagonisti principali, con il suo movimento “Aversa Serve” dell’affermazione di Alfonso Golia alle comunali di 2019 ha ritenuto di avere anche lui il diritto di credere ad una candidatura a sindaco che è sostenuta, al momento, dall’ex zanniniano, in grado, in maniera apprezzabile, di sfuggire a certe logiche, tutt’altro che commendevoli ed edificanti, imposte a chi partecipa alla sua politica, dal consigliere regionale mondragonese. Chiudendo il cerchio dello stato di fatto all’interno del centrodestra, va rilevata la tenuta di Fratelli d’Italia che oggi appoggia al 100% la candidatura di Alfonso Oliva, di colui, cioè, che ha convinto l’ex grillino Romano ad astenersi sul voto del bilancio e a determinare la caduta di Alfonso Golia.

Oliva ha incontrato, insieme a Gimmi Cangiano, i rappresentanti di Forza Italia e della Lega che gli hanno proposto la carica di vicesindaco. Fumata nera in un muro contro muro che continua ed è destinato a durare almeno nei prossimi mesi. Il gruppo di Farinaro appare piuttosto consistente, ma anche in questo caso, il punto di equilibrio non è ancora saldissimo, perché alcuni sostenitori e alcuni grandi elettori (tra cui Armando Lama, in rotta ormai da anni dalla nipote Olga Diana, al punto che viene data già per scontata la candidatura in una lista in appoggio a Farinaro, del figlio del re delle preferenze del rione San Lorenzo), sono preoccupati per quello che appare un pacchetto chiuso, gestito in famiglia, con Farinaro candidato sindaco e sperabilmente per futuro sindaco di Aversa e Augusto Bisceglia candidato della Lega alle elezioni regionali con l’appoggio di Zinzi. Chiaro che gente come Orlando De Cristofaro non ci sta a fare la parte della comparsa e quindi, anche in quest’area, bisognerà mettere a punto alchimie equilibratrici,

Veniamo al centrosinistra. I desiderosi di candidatura sono il sindaco detronizzato Alfonso Golia, che lo dice e ha aperto anche una sede, ma anche il suo ex vice sindaco, nonchè super assessore ai Lavori pubblici, Marco Villano. Se ci avete fatto caso, e noi ci abbiamo fatto caso, Stefano Graziano, che di Marco Villano è il padrino politico da due decenni a questa parte, ha arrestato da qualche settimana le esplorazioni per la ricerca di un nome in grado di fornire un valore aggiunto alla coalizione di centrosinistra. Ciò è dovuto al fatto che Villano gli ha detto chiaro e tondo che stavolta tocca a lui e che lui vuole ricandidarsi – lo fece già anni fa – a sindaco di Aversa.

In questi giorni stiamo assistendo ad una serie di riunioni che mettono insieme i rappresentanti del Pd di Graziano con quelli dei 5 Stelle che poi, al di là delle dichiarazioni di apparenza, non sono che figuranti del “rosso di Teverola”, messi lì da lui in modo da far vedere che, come indica Edy Schlein, bisogna lavorare per il cosiddetto campo largo. Personaggi come De Novellis e Mingione appartengono storicamente all’entourage di Graziano. Oggi stanno con 5 Stelle ma solo per far vedere, visto che il movimento di Beppe Grillo ad Aversa si è svuotato letteralmente con l’uscita di Romano, transitato nel centrodestra, nel micro partito di “Noi moderati”, già schierato con Alfonso Oliva, e con l’ex parlamentare Nicola Grimaldi, transitato nel Centro democratico di Tabacci, che riflette per pescare il bussolotto buono e poi collocarsi con chi queste elezioni le vincerà, superando soprattutto la lotteria di un primo turno che con un quadro così frammentario potrebbe discriminare i vincenti dai perdenti per una manciata di voti.

Dal suo canto, Zannini è lo Zannini di sempre. Campagna acquisti a go go e un avvertimento chiaro alle persone che lui ha gratificato negli anni. Dalla famiglia Sagliocco-Spezaferri si aspetta una lista forte, a cui dovrà necessariamente contribuire anche Federica Turco, la quale afferma di guardare con simpatia la candidatura di Marco Villano, ma dovrà fare quello che le dirà di fare Zannini, in considerazione delle tante cose, soprattutto di tipo professionale, ottenute a sconto della sua arcinota candidatura al consiglio regionale, nella lista De Luca, contrattata nell’estate del 2020 nella famosa riunione di via Fermi, a cui Piero De Luca arrivò in stampelle.

Alfonso Golia vuole riprovarci, ma del suo gruppo di fedelissimi, l’unica posizione solida e irriducibile appare quella di Scuotri, Se conosciamo bene, infatti, la Francesca Sagliocco, il suo marito, l’ex alleanzino di S. Maria C.V., Rinaldi e tutto il noto gruppetto, questi attenderanno fino all’ultimo momento prima di collocarsi. Molto del destino di Alfonso Golia dipenderà anche dal famoso suocero, plurindagato Chianese, a cui Alfonso Golia resta molto legato, al punto di aver scelto di abitare nello stesso palazzo, anche dopo le varie vicissitudini giudiziarie e le inchieste della Dda che hanno posizionato il Chianese nella parte alta delle pagine di rilevo di CasertaCe.

La volta scorsa, Chianese fece letteralmente il diavolo a quattro. Soprattutto nei quartieri popolari ricordano bene il suo potente e lussuoso fuoristrada scorrazzare di strada in strada. Ma questo avveniva prima dell’inchiesta della Dda che lo ha coinvolto. Insomma, ritornando a Villano, va rilevato che l’aut aut a Graziano ha bloccato l’attività di quest’ultimo che, in concordia con Zannini, dopo aver fallito l’abbordaggio di Sergio Di Meo, presidente della gloriosa e lanciatissima squadra di pallavolo che quest’anno milita in seria A2 con molte ambizioni di arrivare nell’Olimpo del volley nazionale, aveva orientato i suoi sforzi persuasivi vero il presidente dell’Ordine dei commercialisti Francesco Matacena, gradito anche a Zannini. A proposito di Matacena, ci hanno raccontato un fatto che, onestamente, suscita la nostra tenerezza, di fronte a tanta ingenuità. Matacena, infatti, aveva chiesto indipendenza ed autonomia a Graziano e Zannini. Ma tu, come puoi chiedere indipendenza e autonomia a due marpioni come questi?

E con ciò, abbiamo dato qualche prima notizia sulla situazione attuale, attraverso un articolo che è disordinato, ma non certo per colpa nostra, in quanto disordinata, anzi disordinatissimo, è lo stato di fatto, popolato soprattutto da un nugolo di ambizioni. E queste sono solo le principali, visto che, sotto sotto, c’è un secondo gruppo di speranzosi e di speranzose che ritengono di poter irrompere sulla scena, quando i veti incrociati potrebbero andare a determinare una paralisi sia dell’area di centrosinistra che di quella di centrodestra. Ma questa è un’altra storia che andremo a scrivere nei prossimi giorni.