Spara e uccide il compagno della sorella. Noto imprenditore assolto dopo 43 anni

21 Novembre 2023 - 18:33

Nel corso del dibattimento sono emersi molti dubbi sulla dinamica dell’omicidio e sulla effettiva presenza di Michele Patrizio Sagliocchi a casa della sorella Michelina che, nell’immediatezza dei fatti chiamò i carabinieri confessando l’omicidio

VILLA LITERNO – La Corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Roberto Donatiello, con a latere Honoré Dessi,  ha assolto per non aver commesso il fatto Michele Patrizio Sagliocchi, 72 anni imprenditore nel settore dei carburanti, accusato dell’omicidio del cognato Antonio Miele, avvenuto il 10 gennaio del 1980 a Villa Literno. 

Era il gennaio del 1980 e un colpo di pistola sparato da mano, per il momento, ancora ignota, mise termine alla vita di Antonio Miele, al tempo compagno di Michelina Sagliocchi, sorella di Michele Patrizio.
Di quell’omicidio, consumato con un revoler Colt modello Smith e Wesson, con un proiettile che si conficcò sotto all’occhio di Miele uccidendolo sul colpo, fu Michelina Sagliocchi ad autoaccusarsi, raccontando che il suo era stato un gesto di difesa, di obbligata reazione alle violenze, alle angherie, peraltro tutte denunciate ai Carabinieri della stazione di Villa Literno, perpetrate ai suoi danni dall’uomo.

Alla versione della donna non credettero i giudici della Corte d’Assise presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che assolsero con formula piena Michelina Sagliocchi.
Da

allora ad oggi sono trascorsi 43 anni e il caso è stato riaperto solo poco tempo fa. Sagliocchi, intercettato nell’ambito di un altro procedimento, avrebbe ammesso il suo coinvolgimento nel fatto di sangue.

Il Sostituto Procuratore Annalisa Imparato nella sua requisitoria ha richiesto l’ergastolo contrariamente alla difesa che ne ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto.