MARCIANISE. La Posillipo presa in parola. Primo cantiere e primo guaio. L’abbattimento fantasma, il “solito” Pino Riccio, la Bmw coupè del cognato di Giovanni Pratillo

21 Dicembre 2023 - 10:10

Se l’andazzo continua così, non potremo distinguere la posizione di Zinzi, di Scognamiglio e della Iodice, da quella di Pasquale Salzillo e di Angelo Piccolo, nell’ambito del coacervo opaco di interessi che si stanno muovendo sul fronte concessioni edilizie. Questa di via Santella è una Scia basata su presupposti, a nostro avviso, inesistenti. Vi pubblichiamo la foto di un solaio, probabilmente abusivo, e di una volumetria mai realizzata e che, dunque, non è abbattibile.

MARCIANISE (gianluigi guarino) – Poi dite che noi di CasertaCE siamo dei piantagrane, dei rissaioli, verbalmente aggressivi. Invece, utilizzando una metafora buona per questi giorni, siamo più mansueti di un agnellino di Greccio.

Di fronte all’affermazione, che in tanti hanno sbertucciato e sbeffeggiato, formulata dall’assessora comunale Carmen Posillipo, in risposta ad una interrogazione, presentata dalla consigliera comunale di minoranza Iole Giuliano, CasertaCE ha deciso, infatti, si evitare ulteriori polemiche e di obbedire in silenzio alla direttiva categorica della Posillipo. Ci siamo seduti nella nostra macchinuccia plebea, e non certo in una Bmw serie 4 coupè, e abbiamo deciso di prendere in parola l’esortazione della Posillipo. Dunque, visiteremo, costi quel che costi, tutti i cantieri aperti nella città di Marcianise.

Eh, eh, non siamo neanche partiti e al primo cantiere ci siamo già imbattuti nel primo guaio, nell’accezione che a questa parola viene data nella forma dialettale, che va anche al di là di ciò che è definito in un qualsiasi vocabolario.

Via Santella, numero 36, a cento metri dalla caserma della compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise. Cantiere aperto, con tanto di cartello. Quando ha formulato la sua esortazione un po’ spavalda, l’assessora Carmen Posillipo ha dato l’idea di una che comunicava, rivolgendosi ai consiglieri di minoranza e ai giornali che controllano, il seguente concetto: andate a vedere nei cantieri, vi renderete conto che è tutto regolare, è tutto normale.

Errore di ingenuità, visto che non è, al contrario, normale che l’assessora Posillipo si sia esposta in questa maniera, non considerando che lei ha competenze specifiche in diritto civile nei servizi sociali e non in tema di concessioni edilizie o di permessi a costruire, che dir si voglia.

Noi, invece, sul tema, la sappiamo molto più lunga e quando parliamo di un guaio già trovato al primo cantiere incrociato, ci riferiamo direttamente a ciò che abbiamo letto nel cartello che ne presenta, ne declina i suoi elementi costitutivi. Nel citato cartello si legge che i lavori in corso in via Santella traggono il loro titolo autorizzativo dalla cosiddetta “Scia alternativa” che, aggiungiamo noi, è una dichiarazione che sta per Segnalazione certificata di inizio attività. Io, privato, dico in pratica al Comune che ritengo di avere il pieno diritto di realizzare un determinato tipo di lavoro edilizio. Il Comune ha un termine per rispondere, prendendo atto di questa ragione o opponendo un diniego. Se non rispetta questo termine, interviene il silenzio-assenso. Quando si tratta di una Scia alternativa, il Comune risponde sempre, in quanto siamo di fronte alla previsione, piuttosto delicata, aggiungiamo noi, piuttosto invadente, che forma il contenuto dell’articolo 23 del Testo unico sull’edilizia, Dpr 380/2001. Questo (CLIKKA QUI per leggerlo integralmente) dà la possibilità, se ricorrono certe condizioni, dunque non a prescindere dal fatto che la mattina inderogabilmente il sole sorga ad est e la sera inderogabilmente tramonti ad ovest, di modificare significativamente destinazione d’uso, volumetrie, ecc. Ma il 23 è un articolo di disponibilità, di possibilità non certo fine a se stesso, pieno di presupposti assolutamente propedeutici. Per cui, non c’è partita. Tutto quello che ha a che fare con una Scia alternativa, va, per questi motivi, visionato e vivisezionato sillaba per sillaba.

Il cartello ci aiuta a capire qualcosa in più, ma solo qualcosa, in quella che è una zona F, codificata nel Piano regolatore generale ancora vigente, come Area di sviluppo dei servizi sanitari. Il proprietario Arcangelo Tartaglione, sempre come indica il cartello, intende abbattere e ricostruire. Abbattere che cosa e ricostruire rispetto a che cosa, non si sa. Al riguardo, nel cartello, consideriamo già troppa grazia se, in bella calligrafia, abbiamo potuto leggere che si tratta di un abbattimento e di una ricostruzione.

Formuliamo qualche ipotesi costituita da doverosi interrogativi: si abbatte la volumetria esistente e si ricostruisce rispettando pedissequamente i metri cubi e i metri quadri? Oppure si abbatte quella esistente e si ricostruisce aggiungendone altra, fino alla concorrenza del 30% così come previsto, non senza stringenti requisiti e condizioni da quel Piano casa, che i lettori di questo giornale, appassionati della materia, dovrebbero sapere come le loro tasche, per il numero di volte in cui ce ne siamo occupati, partendo dalle leggi regionali, varate ai tempi della seconda giunta Bassolino, passando per quella di Caldoro e arrivando a quelle di De Luca?

Le domande sono due, ma il requisito è unico. Infatti, condizione condizione necessaria affinché ci possa essere un abbattimento, è che ci sia qualcosa da abbattere.

Ci siamo messi un po’ a cercare su Google Earth e fino al 2010, cioè fino a 13 anni fa, non abbiamo trovato nulla, se non qualche plinto. Poi una sottospecie di solaio e niente più. Tra le altre cose, informandoci un po’ in giro, pare che questo solaio fosse anche abusivo. Non siamo riusciti a capire se sia stato oggetto o meno di un condono, ma questo conta poco, perché se si abbatte per ricostruire, occorre un parametro materiale, perché tu non puoi abbattere un ologramma e ricostruire con il calcestruzzo e il cemento armato. Il parametro non lo puoi dedurre da una cartolina o dalle misure di un progetto presentato, magari 20 anni fa, e mai realizzato. Non puoi abbattere un disegno. Lì, in via Santella, volumetria non ce n’è mai stata. Mai e poi mai. Dunque, il cartello espone una bugia. Avrebbero dovuto scrivere, infatti, “costruzione”, senza il presupposto di nessun abbattimento, perché, ripetiamo, non puoi abbattere un fantasma. E siccome quella è una zona F, il signor Arcangelo Tartaglione, costruendo ex novo, potrebbe al massimo edificare vani per ospitare un laboratorio di analisi, una struttura sanitaria, una Rsa.

Scendiamo in perpendicolare di qualche altra riga, nel cartello: l’impresa realizzatrice dei lavori si chiama Arca costruzioni. Progettista e direttore dei lavori, Giuseppe Riccio, per gli amici Pino Riccio. Ed ecco qua il guaio, caro assessore Posillipo. Lei si è un po’ buttata la zappa sui piedi, ce lo conceda, dato che Pino Riccio è colui che l’ha indicata come assessore e nella scelta del suo padrino politico di lunghissimo corso già consigliere, già assessore a sua volta, già tante altre cose, lei, a nostro avviso, ha sbagliato, trattandosi di un soggetto che non è che stia lì a spaccare il capello nel rispetto intransigente di ogni norma, così come si capisce anche da questa vicenda, l’ennesima tra tante, anche da questo cartello e da tutte le cose che vi abbiamo già spiegato che, rispetto a queste scritte indicative, si sviluppano in controluce.

Arcangelo Tartaglione, chi è costui? Trattasi del cognato di Giovanni Pratillo, ovvero del consigliere comunale ribaltonista, cioè eletto da una parte e poi passato con il sindaco per garantirgli il voto decisivo per la sua sopravvivenza. Ricapitoliamo: Pino Riccio progettista e direttore dei lavori; Arcangelo Tartaglione, cognato di Pratillo, consigliere comunale fatto passare da Pino Riccio da una coalizione all’altra, proprietario del terreno e dell’immobile.

Che bella quest’auto tedesca da 100mila euro…

La vedete questa Bmw serie 4 coupè di colore blu, da noi mostrata nella foto che campeggia su questo articolo? Abbiamo correttamente cancellato la targa, ma possedendone la versione originale, sappiamo matematicamente che quest’auto, prezzo base 81mila euro, ma che in realtà si vende a 100mila, perché se uno può permettersi di acquistarla, un po’ di optional ce li inserisce, è di proprietà, dal 17 novembre scorso, di un’azienda di cui poi vi diremo. Quest’auto era parcheggiata a pochi metri di distanza dal bar Vittoria dove, sabato sera, si sono incontrati, in cortese conciliabolo, i due fratelli Piccolo, ossia l’architetto e l’avvocato.

Angelo Piccolo, dirigente facente funzioni dello Sportello unico dell’edilizia, dunque dominus assoluto delle concessioni dei permessi a costruire e dei nulla osta su ogni Scia, accompagnato dal fratello Andrea Piccolo, si è intrattenuto in cordiale compagnia con un distinto signore baffuto.

Vabbè, la Bmw coupè serie 4 da 100mila euro, sarà evidentemente di proprietà di questo signore il quale, beato lui, se la passa tanto bene da poterla comprare e soprattutto da poterla mantenere.

Questo, sabato sera. Lunedì mattina, cioè l’altro ieri, la stessa auto ce la ritroviamo parcheggiata nel cortile dello studio privato del fratello dell’architetto Angelo Piccolo, a pochi passi dalla sede del Comune di Marcianise. Ciò, a nemmeno 36 ore di distanza da quel conciliabolo davanti al Bar Vittoria. Mo’, tre sono le cose: o questo signore si è recato negli uffici del Comune, parcheggiando nel cortile privato dello studio di Andrea Piccolo, oppure, si è recato all’interno dello stesso. Terza possibilità: quell’auto è nella disponibilità piena di un componente della famiglia di Angelo Piccolo, cioè di lui stesso o di uno dei suoi due fratelli.

Non lo possiamo sostenere al 100%, perché come si sa, quando pensi di avere dedotto esattamente ogni cosa, ci può essere una verità inaspettata capace di farti rimanere con un palmo di naso. A dire il vero, tutta questa storia sulla Bmw da 100mila euro, costituirebbe un caso di giornalismo da tre soldi, se si esaurisse a questo palleggio di ipotesi più o meno praticabili. Sarebbero solo chiacchiere, anzi stupidaggini, perché può essere benissimo che ognuno dei fratelli Piccolo può permettersi di comprare, di fittare, di gestire in leasing un’auto di quel livello.

E allora, perché abbiamo fatto partire questa “pippa” della Bmw coupè? Ecco l’azienda proprietaria dal 17 novembre scorso della Bmw serie 4 coupè, di cui vi abbiamo promesso di declinare il nome: trattasi di Blu car srl. La sede di questa concessionaria si trova, al pari della caserma della compagnia della Guardia di Finanza, a pochi metri di distanza dal cantiere di cui ci siamo occupati. Anzi, a dire il vero, si trova ancora più vicina, in quanto è proprio attigua. Tanto vicina che qualcuno ritiene che questo cantiere sia stato aperto con la finalità di dotare di una sede, di nuovi spazi la concessionaria Blu car srl.

Finalino del sillogismo: chi è il proprietario della Blu car srl? Il proprietario si chiama Arcangelo Tartaglione, cioè colui che ha presentato al Comune di Marcianise la Scia alternativa, scegliendo Pino Riccio, sia come progettista che come direttore dei lavori. Scegliendo, dunque, colui che ha determinato il ribaltone di Giovanni Pratillo, passato in maggioranza per salvare il sindaco e l’amministrazione e che è anche il cognato di Mr Blu Car, al secolo Arcangelo Tartaglione. Ciò sancisce una verità inattaccabile? No, perché, come si dice, di sicuro c’è solamente la morte. Però, solo dei garantisti inguaribili come noi stanno ancora qui a fare distinguo, a dare ancora una spazio minimo al dubbio e a possibili letture alternative dei fatti accaduti.

Ma noi siamo bravi ragazzi. Che facciamo, ora, assessora Posillipo? Continuiamo a prenderla in parola e passiamo al secondo cantiere?

Da diversi giorni, il sito del Comune di Marcianise è scomparso. Oddio, per quello che ci stava dentro, non è che la cosa abbiamo modificato il livello della trasparenza rispetto a quando il sito era visibile.

Questa amministrazione, nonostante i nostri inviti e nonostante la nostra dimostrazione inconfutabile che questo rappresenti una violazione di legge, tiene ancora al suo posto l’architetto Angelo Piccolo, facendolo del tutto inopportunamente, come anche questo caso dimostra; questa amministrazione, forse unica in Italia, non pubblica le generalità dei richiedenti e dei progettisti di chi presenta richiesta di permesso a costruire, di chi deposita Scia alternativa o non alternativa. Anzi, ci dicono che il sito, tornato in rete, a quanto pare, da qualche ora, abbia di nuovo fatto scomparire finanche quel simulacro illeggibile, le famose 91 concessioni fantasma che, in conseguenza della nostra campagna serratissima di denuncia, erano comparse (si fa per dire) da qualche settimana.

Per come stanno le cose Zinzi, Scognamiglio e la Iodice appaiono conniventi

E di fronte a queste cose, cara assessora Posillipo, l’abbiamo già scritto, lei è un valente avvocato ed è coniugata ad un dirigente di polizia di Stato di primo piano e di grande spessore, si può essere portati anche a pensare che ci siano tante vicende poco chiare, opache lungo l’asse Pasquale Salzillo-Angelo Piccolo-Pasquale Colella; si è portati a pensare che, tutto sommato, non è il voto di De Martino a costringere il sindaco Tonino Trombetta ad accontentare no limits Pasquale Salzillo e Angelo Piccolo; si è portati a pensare che anche gli altri azionisti di questa maggioranza, cioè la coppia Nicola Scognamiglio-Maria Luigia Iodice da un lato e Gianpiero Zinzi dall’altro, il quale ha messo un ectoplamsa (e se lo chiamiamo così, lo salviamo), a fare l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, quel Stefano Farro evidentemente allineato allo posizioni dei Salzillo, dei Piccolo e dei Colella, siano dentro a questo sistema e da questo sistema ricevano favori.

Noi siamo sicuri che non sia precisamente così. Ma le modalità impunite, la disponibilità a chiudere entrambi gli occhi, a non affrontare un problema mastodontico di legalità, consentendo a Pasquale Salzillo, ad Angelo Piccolo di fare letteralmente quello che gli pare, al di sopra di ogni norma vigente, in un settore ad altissimo rischio, dove girano quattrini, ma quattrini veri, rende tutt’altro che inverosimile questa eventualità.

Purtroppo.

Qui sotto le foto del solaio e dello stato dei luoghi di via Santella