MARCIANISE. Francesca Tortora: “L’approvazione del Puc è anche una mia vittoria personale. E riscatta le lotte al tempo dell’Amministrazione Velardi”

31 Dicembre 2023 - 14:45

Ringraziamenti e riconoscimenti all’attuale sindaco e ai consiglieri che l’hanno votato. “Ricordino sempre che io ho lasciato la comodità del mio seggio in Consiglio per liberare Marcianise. Gliel’ho consegnata e la stanno amministrando bene”

MARCIANISE – Francesca Tortora sente un po’ sua l’approvazione del Puc di Marcianise. E non ha torto. Anzi, probabilmente è più sua che di coloro che l’hanno materialmente approvato durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale svoltasi qualche sera fa.

Francesca Tortora, al tempi in cui era essa stessa consigliera comunale, promotrice attiva, prodiga di esortazioni nella fase in cui il Puc ha preso forma per il 95 per cento del suo processo di formazione, al quale l’amministrazione in carica ha posto il sigillo, come atto dovuto, come marchio di ratifica, essendoseli trovati, nel bene e nel male, già bello e fatto.

Quello dell’approvazione del Piano urbanistico comunale – scrive Francesca Tortora in un lungo post pubblicato nel suo profilo Facebook – è stato un giorno importante su cui ho deciso di scrivere qualche riga. Lo devo a me stessa. Il risultato raggiunto dal sindaco Trombetta mi riempie di gioia, perché l’ultimo fu approvato oltre quarant’anni fa. Di tutte le consiliature che si sono susseguite – aggiunge la Tortora – nessuna

è riuscita ad approvare questo importante e necessario atto, seppur non perfetto, ma necessario.”

È qui l’ex consigliera si lascia andare alla legittima rievocazione del passato prossimo e, dunque. della sua esperienza politico – istituzionale, vissuta proprio durante il periodo il Puc ha preso forma.

Ricordo come se fosse ieri, le numerose richieste inascoltato, formulate da consigliere, unitamente ad alcuni ex colleghi, affinché fossimo resi partecipi dello stato dell’arte in cui versava la questione Puc che ci apprestavamo ad approvare, e che avrei approvato per la mia città. Ma questo – rievoca Francesca Tortora – ci veniva continuamente negato, rimandato, taciuto. Chiedevo che si organizzassero tavoli di studio, per metterci in condizione di sapere cosa stessimo per approvare“.

Un tempo difficile, un tempo di incomunicabilità, un tempo di corto circuito istituzionale quello delle Amministrazioni di Antonello Velardi raccontato dalla Tortora nel suo post.

Non si capiva quale fosse la situazione, né quando saremmo stati pronti all’assemblea decisiva del Consiglio, per procedere all’approvazione. Poi si scopri per l’ennesima volta, che c’era un intoppo e che, dopo tanti altri problemi attraversati, si era presentato quello del mancato nulla osta del Genio civile per la mancata trasmissione di alcuni documenti. Quindi, quei continui proclami dai vertici amministrativi, del tipo “stiamo per approvare il Puc” erano solo fumo negli occhi e assolutamente falsi. La realtà era un’altra – continua l’ex consigliera – l’approvazione del Puc era tutt’altro che imminente.”

È qui il racconto diventa ancora più interessante, diventa la testimonianza di dentro e da dentro di una esponente della maggioranza di Antonello Velardi che, a un certo punto, ha ritenuto che la dignità personale e quella istituzionale non potessero essere ulteriormente calpestate dall’ignoranza e dalla tracotanza.

Considerazioni che l’avrebbero condotta, di lì a poco, ad unire la sua decisiva firma per privare Marcianise di questa cappa asfissiante.

Sul Puc – racconta – furono nascosti fatti importanti a cittadini e consiglieri. Misteri, bugie, silenzi.
Mi chiedevo dove fossi capitata, chi fossero realmente le persone che ricoprivano ruoli apicali, a che gioco stessero giocando, quali fossero le magagne e riflettevo su ciò che non ci era chiaro. Che angoscia. Io non sono un tecnico, sono una cittadina, una donna che con onore e orgoglio si prodigava per la sua città. E si è spesa fino a sacrificare il suo mandato, per dare la possibilità oggi alla propria città, di conseguenza ai suoi cittadini, di avere un governo funzionale, operoso, capace. Che non inventa continuamente scuse per coprire le proprie responsabilità, la loro incapacità.

Firmai – chiarisce Francesca Tortora – perché sentivo che vivevamo una situazione di stallo e da quella situazione dovevamo necessariamente uscire E l’ho fatto. Con dolore, dispiacere, ma con onore perché non potevo accettare di essere complice di un sistema imballato.”

L’ex consigliera è oggi, come facilmente si coglie dal contenuto del suo scritto, un’entusiastica estimatori e dell’amministrazione di Antonio Trombetta.

Oggi – spiega rivolgendosi direttamente a questa e ai consiglieri che hanno approvato il Puc – i vostri successi sono la prova che avevo ragione. Oggi sono felice, perché ogni atto e obiettivo, raggiunto da questa amministrazione, giustifica l’enorme sacrificio che ho fatto. I consiglieri attuali non dimentichino che mi sono dimessa dal mio ruolo legittimo per amore della città. Il mio desiderio era uno, vedere opere realizzate. Gli attuali amministratori – conclude Francesca Tortora – si rendano conto del sacrificio fatto. Gli è stata consegnata la città e per questo ho rinunciato ad ogni privilegio, per liberare la nostra Marcianise , la vostra Marcianise E vi dico dal profondo che non è stato facile. Sfido chiunque a prendere decisioni di tale importanza. Ma l’ho fatto, con coraggio e determinazione. La determinazione di una donna, di una cittadina, che, senza famiglia politica alle spalle, , da sola, ha dovuto imparare a districarsi in un mondo spietato, qual è la politica. Un mondo di avvoltoi, predatori, di gente, veri e propri affaristi. che ha anche “utilizzato” mie scelte politiche per suoi tornaconti, per vendette personali, non certo per ragioni politiche.
Ma oggi voi siete la mia rivalsa, mi state dando una gioia, mi state dicendo, attraverso i vostri atti, che le cose, seppur con difficoltà , ma si possono fare. In pochissimi mesi siete stati capaci di raggiungere questo risultato. Questo schieramento politico, del quale ho fatto parte alle elezioni, facevo parte, si è assunto questo importante impegno e lo ha realizzato. Questo è un dato di fatto che spiega come le cose si possono fare, si possono realizzare.
Altro che chiacchiere e proclami dalle pagine Facebook dei “faremo, farò, torneremo.” State a casa, la città è tornata a vivere, grazie a Dio e grazie ad una brava persona quale è il Sindaco Antonio Trombetta. Avevo ragione. Le cose, si possono fare. È finito un incubo. La città è viva
.”