REDDITO DI CITTADINANZA E CAMORRA. Assolta la madre del ras Franco Letizia, zia di Domenico Bidognetti bruttaccione. Salvata in Appello dall’abolizione della legge
27 Maggio 2024 - 13:15
In primo grado era stata condannata ad un anno e mezzo. I giudici dell’ Appello hanno ascoltato le tesi dell’avvocato difensore Nando Letizia. Anni fa era stata coinvolta nella vicenda del tentato omicidio di Francesco Panaro, dentro alla faida tra gli uomini di Cicciotto e i Cantiello-Tavoletta
SAN CIPRIANO D’AVERSA – Stavolta ad Esterina Pagano, 68 anni detta la sgarra, moglie del boss Armando Letizia madre dell’ergastolano Franco Letizia e zia materna di Domenico Bidognetti alias bruttaccione, le è andata bene a differenza di quello che capitò nel 2019 quando la Corte di Cassazione non le riconobbe, nel suo verdetto definitivo, il risarcimento per l’ingiusta detenzione, patita fra il 2013 e il 2013. Un risarcimento legato all’assoluzione dall’accusa di essere stata basista di un tentato omicidio di camorra in cui il clan Bidognetti, nell’ambito della sua storica faida con la fazione rappresentata dalla famiglia Cantiello e da quella liternese dei Tavoletta avrebbe voluto ammazzare Francesco Panaro che, dei Cantiello-Tavoletta era un esponente di spicco. Assolta dopo che la Dda ne aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio in quanto considerata la basista, ossia colei che si sarebbe occupata del reperimento della casa da cui sarebbe partito il gruppo di fuoco, ma anche del controllo dei movimenti della vittima.
La Cassazione affermò che se era vero che la Pagano era stata assolta, era anche vero che gli indizi a suo carico, legati anche e soprattutto alle dichiarazioni concordanti di alcuni collaboratori di giustizia, rimanevano intatti, impedendo la concessione del risarcimento per ingiusta detenzione in una fase cautelare in cui quegli indizi di colpevolezza avevano rappresentato il fondamento di quel provvedimento.
Stavolta, invece, Esterina Pagano difesa dall’avvocato Nando Letizia, ha ottenuto un’assoluzione dalla Corte d’Appello in riforma della condanna a un anno e mezzo inflittale in primo grado dal tribunale di Aversa- Napoli Nord, per il reato di truffa, legato alla illegale percezione della cifra di 9mila euro a titolo di reddito di cittadinanza
Particolare interessante la motivazione che ha indotto i giudici della Corte di Appello di Napoli ad assolverla: in pratica essendo stata abolita la legge che istituiva il reddito di cittadinanza e siccome questo non è più erogato in Italia, sono venute meno le ragioni per la contestazione del reato penale. Magari esistono quelle per condurre Esterina Pagano al cospetto del giudice civile affinchè restituisca la somma indebitamente percepita, ma sul penale il fatto non costituisce più reato, con la conseguente assoluzione dell’imputata