MARCIANISE. Il sindaco Trombetta si avvia a cedere al ricatto di Nicola Russo e Giovanni Zannini su Mimmo Tartaglione assessore. La tara di una città

26 Novembre 2024 - 12:28

Proviamo, proviamo solamente, ad articolare due o tre pensieri su cui invitiamo per la milionesima volta, ma inutilmente, il primo cittadino a rispondere a tono, contenuto nostro contro contenuto suo, invece di perdere tempo ogni mattina a guardarsi con la fascia tricolore allo specchio. Perché lui non si rende conto che quella fascia e il modo con cui la sta difendendo a tutti i costi, stanno danneggiando la sua vita e la sua età

MARCIANISE (G.G.) – Il sindaco Antonio Trombetta considera – glielo scrive “certa stampa”, mo’ ha imparato pure lui a scrivere questa cavolata che non sa manco cosa significhi – una prospettiva accettabile quella di cedere al ricatto di Nicola Russo, il quale, da buon seguace di Giovanni Zannini, vuol far diventare assessore comunale uno che delle regole della convivenza civile, delle norme dell’urbanistica cittadina, si è fatto beffe per anni, costruendo un chiosco abusivo e altre strutture di pertinenza con cui ha fatto molti quattrini.

Ciò fino al momento in cui una sentenza di un tribunale della Repubblica italiana, ossia il Consiglio di Stato, ha dato pienamente ragione all’ordinanza di abbattimento, firmata dall’ingegnere Fulvio Tartaglione, che il commissario prefettizio Michele Lastella, al tempo vice-prefetto vicario a Caserta (oggi prefetto di Pordenone), volle far tornare alla guida dell’Ufficio Tecnico Comunale.

Mimmo Tartaglione fu costretto ad abbattere tutto e questo lo salvò probabilmente anche dall’aggravamento del suo status di abusivo dal punto di vista del diritto penale.

Nicola Russo, che è stato ed è anche il suo avvocato, è arrivato al punto di pretendere di ricattare il sindaco e ieri sera non si è presentato in consiglio, mandando sotto il primo cittadino.

Antonio Trombetta ha fatto passare di sé l’immagine di un brav’uomo. Su quell’immagine il collega Riccardo Stravino ha costruito con abilità la sua campagna elettorale che ha funzionato bene in una città reduce dalle fibrillazioni e dalle tempeste bipolari di Antonello Velardi.

Ora, però, c’è da mettere in relazione – legga bene “certa stampa”, sindaco, perché alla sua età potrebbe ancora imparare qualcosa – questa immagine con la resa incondizionata ad una proposta indecente di Nicola Russo.

Noi abbiamo letteralmente attaccato al muro Antonello Velardi un giorno sì e l’altro pure. Ma lui francamente non sarebbe mai arrivato a nominare in giunta una persona che, al di là delle valutazioni sulla sua individualità, non può entrare in una giunta in quanto, facendolo, farebbe passare un messaggio gravissimo e senza precedenti in questa provincia, dove non c’è limite al peggio: può diventare un uomo di potere, un assessore, e chissà, un domani anche sindaco, chi sapendo di violare la legge, l’ha violata con atteggiamento sprezzante?

Inserendo Mimmo Tartaglione nella giunta, l’uomo ormai afflitto da dipendenza da fascia tricolore, dà quella rappresentazione della sua città. Non è una questione personale, dunque, ma una gravissima questione politica, di degrado morale delle istituzioni locali.

Ma pur di rimanere in piedi, pur di rimanere a galla, Trombetta cede all’arroganza di Nicola Russo e di Giovanni Zannini.

Ques’ultimo, conoscendolo, ha sicuramente trattato in maniera spavalda tipica di chi è immerso totalmente in una grande bolla di stra-potere, la questione Marcianise: Nicò, digli a quello che o fa Mimmo Tartaglione assessore o lo mandiamo a casa. E così l’impalpabile Nicola Russo, personaggio non destinato a passare alla storia, si è sentito improvvisamente “gruoss”, leone, guappo della ‘nfrascata mondragonese.

Se Trombetta, come tutto lascia presagire, nominerà assessore Mimmo Tartaglione, si consumerà la sconfitta definitiva di Nicola Scognamiglio e di sua moglie Maria Luigia Iodice, che andarono a scovare da qualche parte ‘sto Trombetta rendendo nota la loro scelta a Zinzi e a chi ci voleva stare.

A proposito di Zinzi, lui fa il suo. Guarda la prospettiva delle elezioni regionali, che per lui sono un affare tremendamente complicato perché il simbolo del suo partito, ossia la Lega, qui in provincia di Caserta non solo non ti dà un voto in più, ma te li fa perdere.

Zinzi arriva dal miracolo compiuto alle elezioni Politiche del 2022, quando è riuscito a portare alla cascina del partito di Salvini quasi un 3% in più rispetto alla media dei voti che il carroccio ha conseguito nell’Italia meridionale. Zinzi pensa a una lista competitiva e quindi si tiene buono Pasquale Salzillo, si tiene buono Giandomenico Colella che francamente attorno ai concorsi si sta muovendo in maniera piuttosto discutibile, al punto che questi giorni gli dovremo rammentare cos’ha scritto, cos’ha messo nero su bianco l’Anac nei confronti dell’Asmel, centrale appaltante che lui sta perorando con una determinazione sicuramente degna di miglior causa, rispetto alla quale non sembra porsi il problema di appartenere a un contesto familiare di cui fa parte un autorevole magistrato.

Vabbè, questa è un’altra storia che affronteremo a tempo debito. Per il momento l’articolo, per grazia di Dio, in considerazione di tutte queste miserie marcianisane del tempo, si chiude qui.

QUI SOTTO DUE ARTICOLI SELEZIONATI E SCRITTI AL TEMPO DELLA VICENDA DEL CHIOSCO ABUSIVO DI MIMMO TARTAGLIONE: