S. MARIA C.V. “Tomi tomi cacchi cacchi ” Mirra e Nicola Leone stanno organizzando il blitz- hospice per far felici Gravante e Baldassarre

7 Novembre 2018 - 12:27

SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Nicola Leone è un tipo intelligente, ma soprattutto furbo.

Dunque, non sapremo mai se quello che è capitato un po’ di mesi fa intorno alla vicenda dell’ hospice dell’imprenditore Gravante sia stata una ritirata strategica, operata da Nicola Leone, già in accordo con lo stesso Gravante e Baldassarre, oppure se, effettivamente, Nicola Leone non stava in questa partita al 100% e, magari ora, ha utilizzato quello stop per far capire a Gravante e a Baldassarre chi comanda a S. Maria C.V. su certe cose.

A nostro avviso, la verità sta nel mezzo. Nel senso che Leone ha sempre avuto piena consapevolezza delle intenzioni di Gravante e Baldassarre, ma quando ha notato, sulla scorta degli articoli di Casertace, che il PD, che ha una vitalità ad intermittenza, si era fortemente rizelato, ha deciso per lo stop.

Tempi migliori e, soprattutto, un atto di sottomissione politica di Baldassarre, avrebbero creato le condizioni per un ritorno in auge del progetto.

Stando ad indiscrezioni accreditatissime dell’Ufficio Urbanistico, i documenti di Gravante sarebbero ritornati in cima alle priorità del dirigente  Giancarlo D’ Aco, il quale neanche poi si può tanto lamentare se “lo comandano a bacchetta” visto che le modalità della sua assunzione sono, esclusivamente, legate all’idea che il sindaco Mirra si è fatta di lui come fedele “yes man” in grado, però, “di mettere a posto le carte”.

D’altronde, il modo con cui si è chiusa la faccenda delicata della casa abusiva del suocero del Consigliere Comunale Carlo Russo, non a caso altro fedelissimo di Nicola Leone, va proprio nella direzione e conferma la matrice e l’identità dell’incarico che a D’Aco consente di guadagnare quei 4- 5 mila euro al mese a casa propria.

Ma se l’atteggiamento del PD su questa vicenda va registrato per capire se si è ammorbidito o è ancora irriducibile, la posizione di questo giornale non cambia: la destinazione urbanistica di quell’area è già stabilita nel piano di edilizia economica popolare e non può certo essere un imprenditore che ha acquistato un area già vincolata e, quindi, a prezzo sicuramente stracciato, a decidere che quella destinazione già imposta venga modificata a suo esclusivo vantaggio.

Come già ben chiarito negli articoli precedenti, inoltre, ci sembra oltremodo svantaggioso per il Comune di Santa Maria Capua Vetere dover concedere in uso aree di sua proprietà per permettere l’attuazione di un’attività lucrativa di un terzo ottenendo in cambio la sola pulizia dell’area che quello stesso imprenditore poi dovrà utilizzare   come parcheggio a servizio della sua attività.

Ma a pensarci bene, la bussola del bene comune, la difesa delle casse municipali, la proiezione della politica verso un tentativo i aumentare il livello della qualità della vita e dei servizi non è al centro dei pensieri del sindaco Antonio Mirra, di Nicola Leone e compagnia, come un’altra brutta faccenda, ancor più grave della querelle Gravante – Baldassarre, cioè quella dei vincoli scaduti, sta ampiamente dimostrando.

Per cui, cambiando l’angolo visuale e guardando il tutto da una postazione realista che è quella della continuazione di atti e conseguenze, finalizzati ad interessi personali, lobbistici, mai effettivamente pubblici, quello che stanno facendo Mirra, Leone e la già citata compagnia è perfettamente coerente con l’obiettivo appena illustrato.