CASERTA. Marino, che non è più credibile nel fare una gara, s’inventa l’azienda in house per i rifiuti. Oggi COMPLEANNO DEL DISONORE

21 Febbraio 2019 - 18:39

CASERTA (g.g.) – Da anni, nella nostra provincia non si assisteva all’idea di un comune che gestisse la filiera dei rifiuti attraverso una società in house da esso partecipata. Di acqua ne è passata sotto i ponti, tra consorzi, deroghe e gare milionarie in cui è successo di tutto, come dimostrano le indagini giudiziarie che hanno coinvolto negli anni, a vario titolo, l’ex dirigente Carmine Sorbo, il suo fu collega Marcello Iovino e, insieme a quest’ultimo nel procedimento aperto dalla Dda di Napoli, l’attuale sindaco Carlo marino, l’imprenditore-faccendiere Carlo Savoia e Pippo D’Auria, dipendente del settore Ambiente del comune molto legato e in feeling sia con Marcello Iovino, sia con Carlo marino.

Questo strumento dell’affidamento in house, estensione appena più evoluta della gestione diretta tramite gli uffici comunali, come accadeva negli anni 70, non è una scelta ma una necessità dettata da due motivi, uno connesso all’altro: la totale delegittimazione dell’amministrazione comunale in carica e del suo sindaco come credibili attori di procedure di gara limpidi ed eque e la volontà del primo cittadino di rimanere in carica, senza dimettersi, nonostante le pesanti accuse che la Dda ha formulato nei suoi confronti.

Ovviamente noi non ci mettiamo a far commenti su questo’affidamento, udite udite, a Franco Biondi che dovrà redigere lo studio di fattibilità. Non siamo abituati al di là della cornice appena illustrata, a tirar somme senza conoscere il merito delle intenzioni del comune. Dovrà nascere un’azienda di diritto privato con capitale al 100% sottoscritto dal comune di caserta. Questa azienda dovrà avere un gruppo di dirigenti assunti e di manager (o pseudo tali), dovrà provvedere al passaggio di cantiere dei dipendenti attualmente ancora in forza alla Eco.Car. o al consorzio Eco.Car., ormai stiamo all’illegalità istituzionalizzata come abbiamo scritto e documentato in diversi articoli sui giochini delle ragioni sociali. Potete immaginare che con la capa

che si ritrovano Marino, Biondi, Emiliano Casale e diversi consiglieri comunali, soprattutto se la pressione giudiziaria potrebbe allentarsi, cosa potrà succedere nella gestione di questa ipotetica impresa in house.

La verità è che, tutto sommato, vorrebbe essere una sorta di foglia di fico per dare un minimo di giustificazione all’orribile vicenda delle proroghe garantite ad Eco.Car., pardon, al Consorzio Eco.Car., pardon ancora, ad Eco.Car.; insomma per continuare e perpetrare l’illegalità e a manifestare un’espressione dello Stato che alza bandiera bianca in quanto diventa complice e promotrice, senso diretto o lato conta poco, dell’infiltrazione camorristica all’interno degli uffici pubblici.

Oggi sono esattamente dodici mesi da quando, pur conoscendo la condizione di Eco.Car., il comune di Caserta (e fin qui lo possiamo comprendere vista l’aria che tira la sopra) ma anche il governo della nazione, attraverso la Prefettura, hanno, il primo attribuito proroghe per 13 milioni di euro, la seconda avallato questa porcheria che non ha eguali in Italia, anche se il comune di Marcianise che da settembre è in proroga sempre per Eco.Car. è sulla buona strada per diventare un pessimo imitatore della stessa angheria, che avviene, ripetiamo, di uno Stato che si arrende alzando bandiera bianca.

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