AVERSA. Il sindaco Golia considera fango tutte le denunce circostanziate e verificate contro il sistema del malaffare normanno. Sua cognata assunta prima del maggio 2019? Non cambia nulla

23 Settembre 2022 - 16:39

Siccome in questi giorni abbiamo un po’ di tempo a disposizione, vogliamo proprio capire dove andiamo a parare. Non presenteremo mai querela per i post del sindaco Golia, ma gli diciamo già da ora che, qualora i tribunali dovessero prosciogliermi o assolvermi per le querele sue e della sua famiglia, rispetto alla quale non siamo ossessionati semplicemente perché, tranne lei che conosciamo in fotografia e tranne suo suocero, Chianese, non sappiamo nemmeno i nomi dei suoi congiunti, per ognuna delle archiviazioni, per ognuna delle assoluzioni io presenterò il giorno dopo una querela per calunnia e soprattutto per un’attività giudiziaria sistematica finalizzata a limitare ed intimidire la libertà di stampa e la libertà di pensiero

MADDALONI (g.g.) – Dunque, tutto quello che noi abbiamo scritto sul ribaltone al comune di Aversa, che ha portato al potere chi le elezioni comunali le aveva perse, cioè Sagliocco, Turco, Innocenti; tutto quello che abbiamo scritto sull’identità delle imprese toccate dalla grazia degli affidamenti “paradiretti”, a firma del dirigente Raffaele Serpico e tutte collegate parentalmente e professionalmente ad esponenti dell’amministrazione comunale; tutto quello che abbiamo scritto su come sia avvenuto il ribaltone ad Aversa che ha consentito, ripetiamo, a soggetti candidati della destra di diventare assessori, di acquisire spazi di potere grazie all’intesa con quello che al tempo era solamente un pezzo del PD e che ora, dopo le elezioni politiche,

potrebbe diventare tutto il PD, il Partito Democratico di Stefano Graziano, Ferdinando Canciello, Raffaela Pignetti, il PD di Carlo Marino, il PD di Franco Biondi, di Nino Della Gatta, di Pozzi, Yari Cecere; tutti i racconti collegati da atti amministrativi che hanno attestato l’assunzione nel sistema sanitario regionale, ovvero tra le Asl di Caserta e Napoli di figli, nuore di Luciano Sagliocco, cugine delle nuore e della consigliera comunale Federica Turco; e ancora, tutto quello che abbiamo scritto, spendendo ore e ore di studio su norme, interpretazioni giurisprudenziali e sentenze su quella che è stata, è e resterà per sempre a nostro avviso l’assunzione illegale a tempo indeterminato nel Consorzio Idrico del citato Giovanni Innocenti, il fedelissimo di Giovanni Zannini e artefice, a sua volta, assieme a Sagliocco, del ribaltone; ogni cosa che abbiamo scritto su volumetrie cresciute per incanto in zone della città in cui mai avrebbero potuto lievitare e potremmo continuare per ore; ripetiamo, tutto questo, secondo il sindaco pro tempore di Aversa, Alfonso Golia, che seppur timidamente e letteralmente stanato dai nostri articoli, ha corredato un suo post con il nome e il cognome del sottoscritto, dicevamo, secondo Golia, tutto ciò costituirebbe “fango” da noi gettato contro di lui.

Così scrive nel post che apre questo articolo e che segue di qualche ora un altro nostro articolo (CLICCA E LEGGI) con il quale, costretti a replicare ad un altro suo scritto denso di contumelie, gli abbiamo ricordato che il fratello Angelo Golia, stretto collaboratore di segreteria di Stefano Graziano, è stato assunto a tempo indeterminato dall’ASL di Caserta ad esito del terzo, ribadiamo, terzo scorrimento della graduatoria di un concorso che nel giro di 4/5 mesi, e non 4/5 anni, si è letteralmente trasformato da una procedura per assumere una 40ina di persone in una sorta di orgia clientelare, dentro alla quale i 40/50 posti iniziali sono diventati 147, esattamente quanti ne occorrevano per arrivare al nome di Angelo Golia che, per l’appunto, era il 147esimo della citata graduatoria.

Sempre nello stesso articolo abbiamo scritto dell’assunzione nei ranghi dei docenti del Villagio dei ragazzi di Maddaloni della professoressa di italiano Angela De Laurentiis, la quale, ci dicono, starebbe già provvedendo a presentare anch’essa querela, adducendo una stravagante motivazione dettata dalla privacy. Così siamo arrivati circa una ventina, contando anche quelle del cognato primo cittadino.

Su questa particolare vicenda, Alfonso Golia, come potete leggere dal suo post, afferma che l’assunzione al Villaggio dei ragazzi di sua cognata è avvenuta prima che lui diventasse sindaco.

Ammettiamo anche che sia così. Anzi, al sindaco Golia glielo concediamo, gliela diamo per buona. Embé? Quale sarebbe l’errore, la ricostruzione falsa e fangosa da noi realizzata?

Quando Golia non era sindaco di Aversa ricopriva la carica di consigliere di opposizione targato PD, giovandosi dell’aiuto e del sostegno di questo giornale nelle battaglie intraprese da lui e da Carmine Palmiero, oggi presidente del consiglio comunale, contro quelle che noi definivamo (allo stesso modo in cui definiamo oggi le azioni dell’amministrazione-Golia) le malefatte dell’allora sindaco di centrodestra Enrico De Cristofaro e di tutto il suo esecutivo, appartenente alla stessa area politica a cui appartenevano Luciano Sagliocco e Federica Turco la quale, non a caso, fino a quando non ha litigato con De Cristofaro, in quella giunta è stata vicensindaca e assessora.

L’allora candidato sindaco Alfonso Golia mostrava una sua personalità che rendeva secondario, se non addirittura irrilevante ai nostri occhi, il fatto che comunque lui era un prodotto di pollicultura di Stefano Graziano ed era l’uomo su cui Graziano aveva puntato per una candidatura a sindaco in grado di non essere percepita come quella di una sua protesi, come sarebbe invece accaduto nel caso in cui avesse corso per il PD Marco Villano.

Dunque, non cambia proprio nulla nel momento in cui Golia specifica che l’assunzione della cognata sia avvenuta prima del suo avvento alla massima carica cittadina. Il meccanismo e la logica che ha portato all’assunzione di questa professoressa sicuramente preparata e valente, ma sicuramente preparata e valente come tanti altri suoi colleghi stra-precari che non hanno santi in paradiso, sono esattamente gli stessi che hanno portato all’assunzione, qualche mese fa, del marito di Angela De Laurentiis, ovvero di Angelo Golia, il fratello del sindaco.

E mica quest’ultimo era un privato cittadino quando la De Laurentiis è entrata a far parte del corpo docente del Villaggio dei Ragazzi, istituto che, come abbiamo potuto vedere in questi giorni, è una sorta di dependance di Graziano?

Golia era il leader, ovviamente figurativo, perché a comandare realmente erano allora, come sono oggi, Graziano e Marco Villano, del Partito Democratico di Aversa. Nel momento in cui questo è, com’è realmente, un dato di fatto, l’assunzione della De Laurentiis non può essere definita un questione privata, dato che si sviluppa dentro ad un contesto di relazioni politiche e istituzionali, visto e considerato che il Villaggio dei ragazzi di Maddaloni non vive delle donazioni liberali devolute direttamente dai portafogli (quelli sì privati) di Graziano, di Alfonso Golia, di Claudio Petrone, del commissario Felicio De Luca, ma vive grazie ai 3 milioni di euro annui che la Regione Campania (la quale, anche se non sembra, non è un’impresa privata) acquisisce, introita dal gettito fiscale, cioè dalle tasse pagate dai cittadini di questa regione.

Naturalmente, il sindaco Alfonso Golia non ha proferito una sola parola sull’assunzione del fratello all’Asl Caserta. Ma questo fa parte del personaggio. Noi non ci accaniamo nei suoi confronti. Sappiamo bene che per molti versi, lui “non ci è”, bensì “ci fa”.

Golia non ha certo il potenziale di malizia e malanimo istituzionale, di relativismo rettile, cioè a sangue freddo, di un Carlo Marino o di uno dei tanti sindaci furbastri di questo territorio. Noi ci scontriamo con Golia perché lui pretende di dare lezioni di morale, pretende che quelli che leggono i suoi post accettino, avallino per definizione quella che lui definisce “la sua storia” di integerrimo, di brava persona, come se noi scrivessimo di lui in termini personali, commentando ciò che fa nelle quattro mura delle propria casa con i suoi familiari e non, invece, come al contrario facciamo, esclusivamente delle sue azioni svolte nell’esercizio della funzione pubblica, istituzionale di sindaco pro tempore, di responsabile di tutti i processi amministrativi, ma anche di quelli politici, cioè di tutto quello che appartiene al corredo esplicativo del linguaggio e delle manifestazioni di potestà di un qualsiasi sindaco italiano.

Siccome Golia vuole darci lezioni di vita, noi abbiamo iniziato e abbiamo ferma intenzione di continuare, risponendogli stavolta colpo su colpo, a confrontare la sua etica con la nostra etica.

Lui è liberissimo di scrivere che noi gettiamo gli gettiamo fango addosso. Come lui è libero e legittimo di dire ciò, noi siamo liberissimi e legittimatissimi dalla libertà di pensiero e dalla libertà di stampa di scrivere che la sua amministrazione ha tradito tutti i propositi enunciati quando era nei banchi dell’opposizione e per tutta la campagna elettorale delle amministrative 2019.

Lui, inteso come sindaco, come uomo politico quale titolare di un’alta carica pubblica, non come il signor Alfonso Golia, dei cui affari privati non ci frega un fico secco, a nostro avviso è uno strumento nelle mani della peggiore politica casertana, autentica sintesi vivente di quello che noi consideriamo il patto scellerato stretto da Giovanni Zannini e Stefano Graziano. Il patto per effetto del quale si è determinata la più grande concentrazione di potere e di interessi economici mai sviluppatasi nella storia di questa provincia.

Noi ogni giorno denunciamo questo sistema, così come denunciavamo il sistema del centrodestra del sindaco Pio Del Gaudio a Caserta, del centrodestra di De Cristofaro ad Aversa, del centrodestra di Tonino De Angelis a Marcianise, del centrodestra – si sturi le orecchie, sindaco, e si tolga il cappello davanti a CasertaCE – della sindaca di Maddaloni Rosa De Lucia, che se è finita in galera ed è stata costretta a patteggiare una pena detentiva per corruzione è perché questo giornale ha lavorato giorno e notte, avendo capito il malaffare, la corruzione che si era impadronita di ogni centimetro quadrato delle stanze del comune di Maddaloni.

Si tolga il cappello, Golia, perché il fango è lei a gettarlo contro di noi, come hanno tentato di fare in molti, poi puntualmente ripagati dalla sventura o, quantomeno, da un declino terminato in oblio. Un esito che non è un presagio iettatorio, bensì l’atteggiamento che siamo stati costretti ad assumere e che abbiamo intenzione di assumere anche ad Aversa, qualora continuassero questi attacchi e queste insolenze nei nostri confronti, finalizzato a difendere la nostra dignità e rispondere colpo su colpo, alzando il livello della nostra ricerca di fatti di azioni, soprattutto di quelli che avvengono a riparo di ogni riflettore, di ogni punto luce.