BANCAROTTA & SUPERMARKET. Scena muta dei due cognati imprenditori davanti al giudice
2 Maggio 2024 - 19:07
Pasquale Mungiguerra e Vincenzo Fusco si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
AVERSA. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due cognati, imprenditori dei supermercati, coinvolti nell’inchiesta della guardia di finanza che ha svelato l’esistenza di società clone, intestate ai cosiddetti prestanome, per non pagare i creditori.
Davanti al gip Pasquale Mungiguerra e Vincenzo Fusco (difesi dagli avvocati Maurizio Abbate e Massimo D’Errico) arrestati lo scorso lunedì 29 aprile, entrambi di 67 anni, hanno fatto scena muta.
Le accuse di bancarotta e riciclaggio, rispetto alle attività della loro società di supermercati, poi dichiarata fallita, riguardano un procedimento di default datato 2016. Parliamo quindi di una vicenda che ha preso il via otto anni fa e che solo ora ha portato alle misure cautelari.
Fusco e Mungiguerra, insieme a coloro che sono ritenuti gli amministratori fittizi delle imprese nate seguito del fallimento della prima ditta, sono ritenuti responsabili di non aver messo a disposizione la corretta documentazione al curatore fallimentare.
L’accusa di riciclaggio riguarda l’ipotesi che quanto distratto dalla società in crisi, si parla di un immobile, è stato riutilizzato per fare nascere le nuove ditte che avevano in gestione i due supermercati di Aversa.