CASAL DI PRINCIPE. “Tutt ‘a post”, viva la legalità: ok anche agli orali, assunto per sempre in Comune il fratello dell’assessore

13 Febbraio 2020 - 13:25

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Quello che pensiamo del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di due nuovi impiegati al comune di Casal di Principe, l’abbiamo scritto, mettendoci dentro le nostre idee, le nostre antiche e mai sopite passioni per una legalità praticata e non solo enunciata, nell’articolo pubblicato ieri mattina (CLICCA QUI PER LEGGERE).

Vi dovevamo solo l’ultima parte della notizia relativa all’esito della procedura concorsuale che fondamentalmente aveva già assunto una precisa direzione dopo la prova scritta ad esito della quale Massimo Natale, fratello, avete letto bene, fratello, non cugino di quinto grado, ma fratello dell’assessore comunale Antonio Natale, si era posizionato secondo in graduatoria.

Oggi vi segnaliamo che è stata effettuata anche la prova orale a cui hanno partecipato i primi 6 della citata graduatoria, sui 24 che hanno partecipato al concorso, con 18 tagliati dopo la prova scritta. Al limite approfondiremo pure le informazione sull’identità di Luigi Tamburrino, primo classificato agli scritti e leader anche agli orali. Per quanto riguarda la seconda assunzione, Massimo Natale è ufficialmente un dipendente del comune di Casal di Principe, avendo conservato, dopo gli orali, la seconda posizione.

Un dipendente assunto per concorso mentre il fratello ricopre la carica di assessore. In provincia di Caserta, dove abbiamo assistito veramente a cose pazzesche, una roba del genere non era mai capitata. Ma come si suol dire, c’è sempre una prima volta e siccome lì il sindaco lo fa Renato Natale, che possiede la patente universale della legalità, allora Casale continua a fare le cose che faceva 20 anni fa quando in ogni strada, in ogni vicolo, in ogni ufficio del comune imperava la camorra, ma adesso il tutto avviene sfoggiando il vestito buono dell’ipocrisia che pensate un pò, ancora in questi tempi, quando il sottoscritto pubblica un articolo, viene attivata rinvangando la solita storia del titolo su don Peppe Diana.

Una strumentalizzazione inventata di sana pianta dal signor Roberto Saviano che quel titolo ha manipolato, nascondendo a tutti che era accompagnato dalle virgolette e da una presa di distanza rispetto a ciò che in un’ala di un tribunale della repubblica italiana, in un’udienza stra-pubblica, aveva detto un pentito il cui pensiero avevamo il dovere di riportare e rispetto al quale, nel sommario mai citato da quel cantastorie del paraculismo italiota, quintessenza di una capacità tutta nostra di trasformare il fumo in oro, ha mai citato nelle sue ridicole “lectio magistralis”.