CASERTA. Altra gara dei rifiuti: rispondono due imprese su 31 invitate. Quella strana sfortuna di Biondi&Marino con le aziende della monnezza

8 Giugno 2022 - 11:30

L’ultimo affidamento relativo al conferimento di una parte della raccolta differenziata del comune capoluogo ci aiuta a far un piccolo resoconto di quello che è avvenuto nei primi sei anni dell’amministrazione Marino attorno agli appalti della nettezza urbana. Aziende che disdegnano le richieste provenienti dal palazzo Castropignano, gare senza concorrenti e la brutta nomea del sindaco e del fido dirigente Franco Biondi

CASERTA (l.v.r.) – In queste ore il comune di Caserta ha reso noto che per quanto riguarda il conferimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, legno, imballaggi sempre in legno e rifiuti ingombranti, per i prossimi 12 mesi il servizio sarà affidato ad una società con sede a Forchia, in provincia di Benevento. Si tratta della Ravitex, rappresentata legalmente da Francesco Lettieri, 40 anni, di Santa Maria a Vico.

Si tratta di un appalto del servizio di rifiuti dal valore di 244 mila euro come base d’asta, ribassato del 21,7% e arrivato alla somma proposta dalla Ravitex di 191 mila euro.

Ma quello che ci preme di raccontare oggi non è l’affidamento di questo servizio di conferimento, bensì qualcosa che è avvenuto prima.

Infatti, non riusciamo a capire per quale motivo il comune di Caserta abbia questa enorme difficoltà nel ricevere risposta da parte delle aziende che si occupano del servizio di rifiuti,

sia per quanto riguarda la raccolta in strada, sia per quanto riguarda il conferimento.

Anche per questa gara, infatti, messa in piedi attraverso il Mercato economico della pubblica amministrazione, il famoso Mepa, su 31 operatori economici invitati dal dirigente Franco Biondi, soltanto due di questi hanno risposto: l’appena citata Ravitex e la Ecocart.

In questi anni sulle colonne di CasertaCE abbiamo raccontato di diverse occasioni in cui palazzo Castropignano è stato completamente snobbato da varie aziende dei rifiuti.

Andando in ordine, partiamo dal 2017, quando la procedura di gara svolta presso la Stazione appaltante per quanto riguarda il conferimento dei rifiuti umidi urbani ha esito negativo. In pratica, nessuno vuole la monnezza di Caserta.

L’incarico viene poi affidato nell’aprile 2017 alla Gesia della famiglia Sorbo, che a Caserta resterà per alcuni anni, venendo sostituita da un’altra azienda del gruppo, la Sorgeko.

In quel caso, su 22 aziende contattate dal dirigente dell’epoca, Marcello Iovino, recentemente imputato nel procedimento istruito dalla Dda relativo alla gara 116 milioni per quanto riguarda la gestione dei rifiuti al comune di Caserta, assieme, tra l’altro, al sindaco Carlo Marino, soltanto una società da udienza alla richiesta di informazioni del comune capoluogo. Non si trovò la quadra economica con la Defiam e solo con una successiva richiesta a 9 aziende, la Gesia risponde e si vede affidata il servizio di conferimento rifiuti. Non saremo qui poi a raccontare di nuovo la storia del cambio tra Gesia e Sorgeko in una strana estate di qualche anno fa, perché non è argomento di questo articolo.

Siamo, poi, al 2020 nel frattempo, come detto, Sorgeko dei Sorbo ha sostituito Gesia dei Sorbo, società che in quel momento si trova in un procedimento di concordato preventivo con continuità aziendale stabilito dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, precisamente dalla corte che si occupa delle istanze fallimentari. Chiaramente una circostanza che ha diminuito gli introiti di Gesia, una circostanza che ha provocato un rischio per i creditori, che videro così diminuire le entrate di un’azienda da cui dovevano avere dei soldi, per dirla brevemente.

Nel frattempo, però, era entrata nella storia anche l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia relativa al mega appalto da 116 milioni di euro finito all’Energetikambiente e alla Esi, quest’ultima società riconducibile a Carlo Savoia, ritenuto responsabile dai magistrati inquirenti di aver pilotato la gara a suo favore, con il decisivo supporto di Carlo Marino, Marcello Iovino, Pippo D’Auria e Pasquale Vitale.

Una situazione a dir poco complessa per quanto riguarda l’apparato Verde del comune di Caserta. Ma l’amministrazione guidata dal sindaco Marino doveva trovare comunque qualche azienda che possa occuparsi della raccolta rifiuti strada.

E nell’annus horribilis del covid ci saranno due gare d’appalto. Alla prima si presenteranno solo due ditte e vincerà proprio la Energetikambiente, cioè la società coinvolta nell’inchiesta che ha visto indagato il sindaco, ma che verrà esclusa dalla graduatoria nel mese di febbraio per inadempienze economiche della holding proprietaria della società.

Al successivo procedimento per l’appalto della raccolta rifiuti, invece, si presenta una sola ditta, ancora la Ecocar, finita seconda dietro Energetikambiente nella precedente gara, unica partecipante e quindi inevitabile vincitrice del servizio per 12 mesi, con un’offerta di ribasso irrisoria dello 0,21%.

Ancora una volta, quindi, le aziende dei rifiuti, escluse due volti a dir poco noti come Ecocar ed Energetikambiente, ignorano i procedimenti e i bandi di gara messi in piedi dal dirigente comunale Franco Biondi.

In quei giorni, inoltre, la centrale di committenza Asmel si occupa della gara per il conferimento della frazione umida. E ancora una volta si presentano società già note al comune di Caserta. In questo caso il servizio passerà dalle mani di Sorgeko, a quelle di…Sorgeko, capace di battere la concorrenza di altre due aziende, la Guido Tortora e Ambiente spa.

Oggi, invece, concludiamo il viaggio nel disdegno societario verso Biondi e Marino con questa gara per il conferimento di imballaggi in legno, altro materiale legnoso e rifiuti ingombranti. Come detto, anche in questo caso su 31 società contattate alcuni Caserta solo in due hanno risposto. Il 6% dei “chiamati”. Un dato forse in aumento rispetto al passato.

Per chi scrive di un comune, di un comune capoluogo, questa sfortuna, questa indifferenza di cui soffre l’attuale amministrazione di Caserta nel momento in cui opera procedimenti relativi al servizio di rifiuti non può destare quantomeno una certa curiosità. E’ come se venisse dato poco credito a coloro che hanno in mano la cosa pubblica nel comune capoluogo di Terra di lavoro. Solo così possiamo spiegarci questo comportamento cronico di ditte e aziende quando si tratta di presentare offerte per lucrosi e importanti appalti relativi alla nettezza urbana.

Ci viene in mente, questo punto, la frase che Luigi Lagravanese, uno dei re dei servizi sociali in provincia di Caserta, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia poiché ritenuto uomo di riferimento del clan dei Casalesi, specificatamente della fazione Schiavone, in questo business, riferisce all’ex moglie Sofia Flauto, anche indagata, relativamente al sindaco di Caserta e al suo braccio destro.

Lagravanese, infatti, raccomanda l’ex consorte di prestare specifica attenzione ai rapporti con il sindaco Carlo Marino e Franco Biondi poiché immischiati in procedimenti giudiziari. In pratica, secondo Lagravanese, i nostri sarebbero dei personaggi da evitare.

Evidentemente, l’amministrazione comunale di Caserta in questi anni non si è costruita una buona nomea.