CASERTA. Ex-Macrico: domani riunione alla Regione Campania. Escluso nuovamente il Comitato Macrico Verde

5 Febbraio 2025 - 19:57

Cosa è successo con il vescovo emerito Padre Nogaro ?

Caserta (pm) – Come avevamo dato notizia nei giorni scorsi (qui l’articolo), domani si terrà a Napoli, presso gli uffici della Regione Campania, l’incontro preordinato “all’attivazione dell’Accordo di Programma ai sensi dell’art.34 del D.Lgs. 267/2000 e del successivo avvio delle attività della relativa Conferenza dei Servizi” intesi alla “…rigenerazione dell’area Ex Ma.C.RI.Co Caserta ed alla realizzazione del Campo Laudato Si’”. Un “affaruccio” da 180  milioni di euro e più o di una trentina se si fa riferimento  al solo inesplicabile Parco della Biodiversità a cui si punta in una prima fase del progetto più generale, che prevede la realizzazione di più parchi tematici.

Il Comitato

Macrico Verde, come era accaduto per il  precedente incontro dello scorso novembre, ha chiesto di intervenire alla riunione in quanto soggetto portatore di interessi diffusi. Ma come allora e per le stesse motivazioni non è stato ammesso.

LA NOTA DI ESCLUSIONE DELLA REGIONE CAMPANIA

Con lettera ricevuta a mezza giornata, alla storica associazione casertana è stato comunicato che in questa fase della procedura è prevista la partecipazione dei soli soggetti pubblici direttamente interessati. Come abbiamo già illustrato in precedenza, il Comitato Macrico Verde contesta in punto di diritto tale conclusione degli uffici regionali, anche sul presupposto del fatto che nella scorsa riunione fu rilevata la presenza, nella sede della riunione,  di esponenti della Fondazione Casa Fratelli Tutti, sebbene a sua volta soggetto privato benché proponente del progetto in istruttoria. Ed è da notare che la missiva diretta al Comitato include tra i destinatari – incongruemente nell’ottica regionale assunta – l’Istituto di Sostentamento del Clero casertano ed alla Fondazione Casa Fratelli Tutti, realtà private anch’esse .

Tuttavia, il dirigente dell’ufficio regionale, architetto Alberto Romeo Gentile, precisato che la partecipazione pubblica e l’intervento dei portatori di interessi sono normativamente previsti nella fase della Conferenza dei Servizi da venire,  ha espresso la disponibilità ad incontrare separatamente il Comitato Macrico Verde nelle settimane a venire.

Staremo a vedere cosa succederà domani.

Intanto informiamo i lettori che abbiamo appreso di un episodio che, se confermato, sarebbe gravissimo e che stiamo cercando di ricostruire meglio. Pare che padre Raffaele Nogaro, vescovo emerito e presidente onorario del Comitato Macrico Verde, abbia dovuto subire una condotta sconveniente per la sua adesione al sodalizio. Ma l’uomo e premunito e non nuovo a cose del genere. Per chi non lo ricordasse, riportiamo allora l’episodio di cui fu protagonista  da vescovo di Caserta anni fa nella ricostruzione datane da Sergio Tanzarella nel libro collettaneo Raffaele Nogaro 90 anni di radicale mitezza” (Il Pozzo di Giacobbe, 2024): “… La vicenda dell’aria Macrico, l’immensa proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di 33 ettari nel centro di Caserta, è un esempio del potere affaristico contro il quale il vescovo [Raffaele Nogaro, ndr] dovette  resistere. Il primo tentativo di speculazione sull’aria fu guidato nella seconda metà degli anni ’90 da don Salvatore D’Angelo presidente dell’IDSC, da sempre iscritto alla Democrazia Cristiana e che era stato per lungo tempo segretario della sezione del partito a Maddaloni…Durante un’assemblea dei vescovi della Campania che si teneva  a Pompei il vescovo Nogaro, era ormai sera, fu prelevato e condotto a Caserta per urgentissimi e indifferibili motivi. Una volta in Curia  scoprì il tranello, infatti vi trovò il D’Angelo con alcuni avvocati e finanzieri di importantissimi studi romani che avevano già approntato un contratto di cessione dell’aria. Il vescovo si rifiutò categoricamente di firmare e il D’Angelo molto si irritò sostenendo che si trattava di un affare storico per la diocesi alla quale sarebbe andata una montagna di denaro, molti appartamenti e una nuova cattedrale grazie della totale edificazione dell’aria. L’affare fallì  per il categorico rifiuto del vescovo sia a sottoscrivere l’ennesimo sfregio ad una città priva di parchi e di verde sia a confermare lo scandalo di una Chiesa del potere della ricchezza”.