CASERTA. Giovanni Zannini e Luserta no-limits: con un sub emendamento si vogliono riservare altre aree per cavare. E finanche il Pd insorge

30 Maggio 2021 - 12:37

CASERTA (gianluigi guarino) – Quando diciamo (nel senso che lo scriviamo), e quando glielo diciamo anche di persona che non può essere considerata una limitazione della libertà di essere amico a chi meglio si ritiene, la manifestazione di una concreta perplessità su come il consigliere regionale Giovanni Zannini dia sfogo, contaminando pesantemente la sua funzione istituzionale con le ragioni e con i sentimenti della sua stretta relazione personale che lo lega da qualche anno al noto imprenditore casertano Antonio Luserta, vogliamo proprio affermare che poi, quando succedono fatti come quello verificatosi nelle ultime 48 ore, Zannini diventa indifendibile in misura largamente superiore a quanto possano esserlo per altri, svariati motivi, i suoi colleghi della politica casertana.

Da ieri pomeriggio, ci siamo appassionati a leggere un sub emendamento da lui presentato nei lavori preparatori all’approvazione del cosiddetto Collegato alla legge finanziaria della Regione Campania. Naturalmente, noi che siamo allenati a fronteggiare e a venire anche a capo delle complicatissime matrioske tipiche della legislazione italiana che, partendo da una modalità di contenuto attraverso cui si vuol modificare parzialmente il regime che regola il settore della vita pubblica dell’imprenditoria o delle strutture sociali, si esibisce in una incredibile sequela di richiami a leggi già esistenti che a loro volta ti portano ad altre leggi e ad altre ancora. Per l’appunto uno snervante giochino delle matrioske. Sintetizzando, Zannini ha svolto un’azione di supplenza a ciò che la Regione Campania non ha definito in termini di perimetrazione delle cosiddette

“zone contigue”.

Ma contigue a che cosa? Ve lo diciamo subito: contingue alle cosiddette “zone protette” categoria sempre in evoluzione e collegata ad una legislazione modificatasi nel tempo. Zona protetta è un parco naturale, zona protetta è anche un’area già delimitata da un comune che su di essa ha attivato la procedura per la costituzione di un Parco urbano così come accaduto qualche tempo fa per il comune di Caserta. Zannini “il legislatore” sancisce la norma che non consentirebbe di cavare in un’area ricompresa da un perimetro non superiore ai 500 metri dalla zona protetta. Zannini prova, un po’ ingenuamente, a dare l’idea che si tratti di una modalità finalizzata alla tutela dei territori. Nel momento in cui invece si va a comporre la matrioska tra il sub emendamento che lo incastra dentro la normativa di riferimento regionale e nazionale, capisci che, come afferma giustamente, stamattina in una sua nota, il consigliere comunale di Caserta Enzo Battarra del Partito Democratico, ci troviamo di fronte solamente ad una volontà di creare spazi dentro ai quali rendere lecita l’attività di cava quando invece oggi questa lecita non è.

La prima cosa che fece Giovanni Zannini subito dopo la grande ubriacatura delle 21mila preferenze personali raccolte alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorsi, fu quella di puntare diritto alla presidenza della commissione ambiente. E in quella circostanza, già gli dicemmo: “oh, Giovanni stai attento nessuno nella storia della politica casertana e forse anche Campana, si è mai mosso in maniera così sfrontata” tenendo insieme un’amicizia personale strettissima, un ausilio politico elettorale determinatissimo e anche per molti aspetti determinante con un imprenditore con un atto così esplicito costituito appunto dalla richiesta, ovviamente accolta da De Luca dall’alto dei 21mila voti conquistati di andare ad occupare proprio la presidenza della commissione ambiente che si occupa com’è noto anche delle cave e delle torbiere. Un rischio molto grande anche perché Antonio Luserta è persona di pregevole qualità ed è molto preparata nella materia dentro alla quale sviluppa, con indubbia capacità la sua attività imprenditoriale di esercente di cave. In poche parole in tanti avrebbero pensato, come effettivamente pensano, che, di fatto, il presidente vero della commissione ambiente del consiglio regionale sia proprio Antonio Luserta e non Giovanni Zannini.

Malevolenze? Sembrerebbe di no, a leggere il contenuto di questo sub emendamento che non fa nulla per rafforzare l’immagine di un consigliere regionale che giorno dopo giorno, rispetto agli impegni assunti in campagna elettorale e rispetto alle molte cambiali firmate, sembra perdere sempre di più il contatto con la realtà, con una visione appena razionale delle cose. Perché è sicuramente molto più folle che non profondamente scorretto, illegittimo partecipare in carne ed ossa così come ha fatto Giovanni Zannini, all’assemblea-barzelletta del consorzio idrico, sovraintendendo addirittura alla stesura del verbale neanche ci si trovasse nel tinello di casa sua. Ciò in un contesto in cui lo Zannini ha attuato una selvaggia occupazione clientelare delle poltrone e dei posti di lavoro con più di un suo sostenitore, con alcuni di quelli che lo ha sostenuto in campagna elettorale promosso dal rango di dipendente a tempo determinato a quello di dipendente a tempo indeterminato, con tanto di blindatura delle stanze, così com’è successo per il consigliere comunale di Aversa, il ribaltonista-professionista Giovanni Innocenti e con la Esposito di Arienzo.

Il comunicato di Enzo Battarra parla “di tentativi di aggirare le cautele e le minime riserve poste dalla normativa regionale a protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini”. Successivamente Battarra prende di mira direttamente Giovanni Zannini: “che già in passato aveva assunto iniziative analoghe”.

Battarra entra infine nel merito del sub emendamento. Non facciamo menzione della parte del sub emendamento da noi già riassunto all’inizio dell’articolo. Segnaliamo invece le parole che Battarra usa a commento dell’ultima parte della micro, quanto chirurgica iniziativa legislativa del consigliere regionale di Mondragone, che definisce “importanti precisazioni”. In effetti Zannini limita il divieto ad aprire nuove cave utilizzando un termine temporale di 24 mesi dalla data di entrata in vigore del collegato alla finanziaria regionale, con la cancellazione dunque dopo due anni del vincolo dei 500 metri, ma soprattutto fa salvi i procedimenti per i quali non è stata rilasciata l’autorizzazione estrattiva ma sono stati acquisiti alla data dell’entrata in vigore della legge finanziaria regionale tutti i pareri di nullaosta e gli atti di assenso. E qui non faremo fatica nei prossimi giorni a trovare documentazione ascrivibile a Luserta oppure ad imprenditori appartenenti alla sua lifiera e a quella di Zannini.

Surrettiziamente, insomma, fa notare Battarra che in pratica conferma ciò che abbiamo scritto nelle prime righe, con il pretesto “di regolamentare le buffer zone, cioè le zone cuscinetto (o zone contigue che dir si voglia n.d.r.), tra le aree protette e quelle ordinarie, si propone, in realtà, la deregulation dell’estrazione e questo – conclude il consigliere comunale – nonostante i ciclopici danni inflitti al territorio casertano e ai suoi abitanti da tale pratica estrattiva. Danni i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti“.

Zannini, Zannini non abbiamo ancora capito se un delirio di onnipotenza ti abbia annebbiato totalmente il cervello o se cominci ad essere prigioniero delle pericolose cambiali elettorali che hai sottoscritto. Ti diamo un ultimo consiglio, ma proprio l’ultimo che poi non è altro che la proposizione di un vecchio adagio: a furia di tirarla, la corda si spezza. E la tua si spezzerà perché se la spregiudicatezza in politica non è un reato, ma nel tuo caso trova legittimazione in una mentalità social-antropologica, nefasta ed auto-invalidante per le autentiche ragioni dello sviluppo territoriale, la somma di troppe spregiudicatezze, combinate tra di loro, beh, tu sei un avvocato penalista e queste cose le dovresti capire bene. E le capivi fino a quando non hai cominciato a berti il tuo cervello.

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