CASERTA. La vergogna dei vetri distrutti della auto delle atlete VolAlto. Massimo Rossi di Casa Hirta: “Questa città sta morendo, preda del degrado e della violenza”
15 Febbraio 2019 - 16:45
CASERTA – Sulla incresciosa, vergognosa vicenda dell’assalto criminale alle auto delle atlete della VolAlto (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO) è intervenuto Massimo Rossi, in pratica, la storia vivente di una destra reale mai annacquata dal relativismo indotto dalla frequentazione con il potere. Una persona che potrebbe rappresentare una risorsa di onestà e di civiltà, per una città ormai alla deriva dal punto di vista della moralità pubblica.
Massimo Rossi è, insieme a Pasquale Costagliola, il fondatore dell’associazione Casa Hirta che da qualche tempo sta fornendo un contributo di idee, di testimonianza civile e anche di azione materiale visto che le denunce collegate a problematiche annose, come il degrado di certe aree di Centurano, sono sempre anticipate, com’è successo nella scorsa estate, da un impegno diretto, falce, zappa e decespugliatore in mano, affinchè quello di Cittadinanza Attiva non sia un semplice concetto per imbellettare convegni e comunicati stampa che sanno di stantio, ma una pratica reale.
“E’ inaccettabile – scrive Massimo Rossi – vivere in una città deturpata dalla violenza e dal cattivo costume. Una città – sottolinea Rossi – promette sicurezza e poi lascia i suoi cittadini in balia dei primi balordi di turno. Sta scomparendo qualsiasi barlume di speranza e di decoro.”
Un degrado e un’insicurezza che colpiscono in maniera indiscriminata come ha dimostrato proprio la vicenda del raid compiuto nel parcheggio del PalaVignola.
“Manco davanti allo sport ci si ferma – continua l’esponente di Casa Hirta –. Manco davanti alla disciplina di giovani donne che combattono per il proprio ideale, con diligenza e abnegazione. Questa città si sta spegnendo. Letteralmente e sostanzialmente. Strade buie, lampioni spenti, e dentro le strade, le tenebre. Violenza e spavalderia. Casa Hirta dice basta a questa brutalità. Siamo arrabbiati e delusi dalla nostra stessa terra, e da chi avrebbe dovuto fare qualcosa per migliorarle. Invece la nostra civiltà di spegne.”
La conclusione è desolante e desolata, non al punto però da disarmare la voglia di Casa Hirta di continuare la sua opera di testimonianza: “Ecco come muore una comunità, abbandonata al degrado e alla violenza, disperata e sola. Tutto questo – conclude la nota di Massimo Rossi – è solo una perpetuazione della mancanza politica e sociale e un invito verso il buio. Noi continuiamo a combattere!“.