CASERTA. Rimosso ed ignorato il problema del traffico sregolato in città vince la prevaricazione

7 Febbraio 2025 - 19:27

Caserta (p.m.) – Con i chiari di luna che attraversa l’amministrazione comunale, figurarsi se quello della circolazione stradale in città rappresenti ancora un problema di qualche tipo e magari da metterci mano in qualche modo. Pendente il possibile scioglimento dell’assise comunale per condizionamento malavitoso, ci sono in ballo centinaia se non migliaia di milioni di euro per lavori pubblici e decisioni strategiche da adottare, dal Macrico al PUC, e dunque figurarsi la “bagattella” del traffico a Caserta.  E difatti la questione è lasciata a se stessa. Macchine e moto si muovono e si fermano in un modo che, più che disordinato, si può definire proprio anarchico. Con buona pace anche delle nuove e più restrittive norme stradali volute dal ministro Salvini,

non a caso persino dileggiato per il nuovo, teorico rigore verso gli automobilisti irresponsabili. Rigore che, se mai esistito, era completamente sfumato, come dimostrano tragicamente i gravi bollettini di morti e feriti da incidenti stradali, che se infischiano delle più varie e grottesche opinioni lassiste di molta parte dei conducenti di automobili e moto diseducati ormai, da anni  di libera tutti, ad una guida prudente e responsabile. Così, ancora oggi come ieri, si vedono signore e signori alla guida impegnati, mentre percorrono via Roma o corso Trieste, in amabili quanto pericolosissime conversazioni con il cellulare in mano. Eppure la repressione di tali condotte, proprio nel traffico rallentato delle città, si presenterebbe del tutto agevole. Basterebbe appostare un vigile urbano quale avvistatore per segnalare i trasgressori a quelli posizionati più avanti per il fermo e la contestazione della violazione stradale. Ma, lo sappiamo bene, dovremmo trasferirci nel campo delle utopie casertane. Eppure la città ha memoria di quando, l’allora sindaco Falco fu in grado di imporre ai renitenti casertani l’uso del casco, da poco introdotto, a furia di sequestri a dozzine di motorini. Ricordiamo personalmente i posti di blocco della polizia municipale che giungeva a fermare decine e decine di ragazzi minorenni che si ostinavano a non metterlo, i carri-attrezzo che facevano la spola per trasferire al deposito comunale i  ciclomotori sequestrati e le piccole folle di genitori convocati sul posto per la malefatta del proprio rampollo, con gli uni e gli altri che non avevano afferrato che il vento era cambiato. Per dire che, quando si vuole una cosa, la si può ottenere.

Basta fare un giro nelle strade cittadine principali per verificare come stanno le cose. Anche l’attraversamento delle strisce pedonali è ormai rischiosissimo. La condotta generalizzata degli autisti difronte alle strisce zebrate è quella non solo di non rallentare nell’avvicinarvisi, al contrario di quanto  previsto,  ma di superare il veicolo già fermo per la precedenza al pedone, allo scopo di schivarlo per guadagnare la strada senza doversi fermare.

Quanto questo estremo e grave disordine dipenda dalla mancanza di controlli è presto detto.

Anche in questo caso si mostra quanto mai vero l’adagio per il quale “non c’è migliore prevenzione che una rigorosa repressione”. Repressione legittima, precisiamo subito, per le molte anime belle che questa parola non la vogliono demenzialmente neanche più sentire.

Basta fare un giro in città, dicevamo. Così, ecco una serie di immagini che abbiamo scattato al centro cittadino e che si commentano da sole. Quella riferita a piazza G. Amico attesta l’evoluzione del fenomeno abusivo. Le auto che prima parcheggiavano sulle strisce pedonali e sull’attraversamento per i disabili ora si piazzano direttamente sullo spiazzo.

Quelle riferite a piazza Dante confermano come “il salotto buono della città”(sic!) sia sentita come una scena teatrale. Tutti ci si fermano, ci si esibiscono per il caffè e per farsi vedere, senza temere alcunché. Anche se i cartelli stradali indicano che è rigorosamente vietata la sosta ed il parcheggio, che si  vuole che sia. In realtà tutti sanno che, se anche  lì passano in continuazione vigili, agenti, carabinieri e forze di polizia in genere, nessuno si fermerà per contravvenzionarli. Hanno sempre qualcosa d’altro e più importante da fare e poi, evidentemente, confidano che qualcun altro provvederà che non loro. E poi c’è il salvacondotto della narrazione degli organici deficitari della polizia municipale. Per cui, fino a che non verrà bandito nei prossimi due lustri almeno un bel concorso per 100 nuovi vigili, parcheggi chi vuole. Ma, tornando seri dopo questa ironia per vero amara, da qualche parte bisogna cominciare. Il prefetto, il questore, i comandanti delle forze di polizia, per ridare credibilità alle istituzioni pubbliche, darebbero un grande segno se disponessero che, salvo un prioritario intervento legato ad un fatto urgente, le pattuglie che transitando constatano la sosta vietata in piazza Dante, via Mazzini ed in piazza Vanvitelli persino sulla pista ciclabile, parliamo di quelle più clamorose perché sfidanti e provocatorie, intervengano senza meno.

Una foto tratta dai social, che depreca la sosta che avviene persino sui marciapiedi in prossimità di Prefettura e Questura