CASERTA. Ancora una volta fuori uso il sottopasso ferroviario di via Acquaviva: la fabbrica di S.Pietro casertana

19 Febbraio 2025 - 11:13

Caserta (pm) – Se è consentito, vorremmo segnalare al Dipartimento di Scienze Politiche dell’università casertana, la quale da diverso tempo si sta proiettando verso la città con forme di collaborazione a volte valide altre meno, un caso di studio particolare, che potrebbe suscitare l’interesse degli studiosi anche internazionali della disciplina per la sua singolarità.

E veniamo subito al fatto. Il popoloso rione Acquaviva ha la malasorte di avere da sempre, nella strada che lo collega al centro della città, ben due passaggi a livello, i quali si può dire che siano quasi sempre chiuso per l’aumento del traffico ferroviario che si è avuto negli anni. Ad alleviare il disagio dei residenti, venne costruito alcuni decenni fa un sottovia pedonale. Solo che, da svariati anni, questo sottopassaggio non passa tempo  che non venga chiuso per danni della struttura, per allagamento, per infiltrazioni d’acqua, per i motivi più svariati.

Se è per questo, anche se con i tempi letargici della burocrazia comunale, si procede ad aggiustarlo. Ci mancherebbe. Ma poco dopo si è punto e daccapo.

Sulla questione i lettori sanno che abbiamo riferito di volta in volta dell’accidente del momento. Appena lo scorso 15 gennaio segnalavamo come, da una parete del corridoio, si stava verificando una forte penetrazione di acque forse nere che, ristagnando e allargandosi diffusamente sul pavimento, lo rendeva scivoloso ed impraticabile.  Sul posto si recavano anche alcuni consiglieri e tecnici comunali per un sopralluogo e per decidere il da farsi, trattandosi di una situazione indecorosa.

Intanto ieri l’altro, di male in peggio, si constatava anche un ampio distacco dell’intonaco della volta di una delle scale. Cosicché il tunnel veniva chiuso e chissà quando riaprirà.

In verità, questa mattina si dice che la caduta dell’intonaco sarebbe stata non accidentale, ma dovuta all’intervento di una squadra di manutenzione che avrebbe iniziato i lavori di sistemazione muraria. Sarà così. A noi, tuttavia, il caso è stato segnalato  fin da subito anche con le foto che pubblichiamo, le quali non mostrano l’avvio di alcun cantiere. Che poi si sia deciso di intervenire, anche a seguito di questo fatto, è altra cosa.

Le foto arrivateci in redazione insieme con la segnalazione della caduta dei calcinacci

Ma torniamo all’inizio. Come entra in tutto questo l’università, si chiederanno qui i lettori spazientiti. E’ presto detto.

L’ateneo ha sotto gli occhi un caso più unico che raro. A Caserta, uno dei suoi quartieri più popolosi e che vive in uno stato di completo abbandono da parte del governo cittadino elegge per due volte consecutive i rappresentanti politici che lo mantengono in tale condizione.

Non è motivo di studio per la scienza politica perché apparentemente il fatto avrebbe dell’inspiegabile, non comprensibile a lume della ragione? Siamo quasi alla sindrome di Stoccolma applicata alla materia elettorale.

E poi ricorre il caso tutto casertano dei lavori pubblici perenni, perpetui, che appena  fatti sono da rifare. Questo sottopasso ha avuto decine di interventi di sistemazione e di riparazione con spese continue nel corso degli anni, ma inutilmente.

Sarebbe interessante studiare, per l’accademia, quale diavoleria fa sì che, mentre i lavori dei privati sono sempre improntatati alla massima efficienza, quando il committente è l’ente pubblico accade l’incredibile. Davvero molto strano!!??…che la scienza politica ci illumini.