CLAN DEI CASALESI “meglio” di un Ministero: sulla scrivania di casa Schiavone arrivavano dai comuni gli elenchi di tutte le gare aggiudicate e delle ditte vincitrici. Madonna, Massimo “Paperino” e le elezioni provinciali

13 Novembre 2022 - 19:27

Nella lunga teoria delle dichiarazioni, rilasciate negli anni dai collaboratori di giustizia, datati e meno datati e aggregate all’ordinanza imperniata sulla figura di Dante Apicella, oggi è la volta di Raffaele Maiello, anche lui appartenente alla ristretta corte di Nicola Schiavone e dei fratelli

CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) La serie di testimonianze acquisite dai collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi nell’ambito dell’ordinanza imperniata sulla figura dell’imprenditore Dante Apicella, per anni e anni, anche rappresentante diretto di Nicola Schiavone nel sistema degli appalti a Casal di Principe ma non solo, incrocia oggi le parole di Raffaele Maiello, considerato ex affiliato degli Schiavone.

Sono due le cose interessanti che Maiello racconta. Una ha a che fare con un’attività di fiancheggiatore pieno svolta da Dante Apicella che come tanti altri imprenditori ha ospitato dei boss in modo da rendere difficile la loro individuazione da latitanti. Il pentito Raffaele Maiello indica nell’abitazione di Dante Apicella, poi sequestrata il luogo dove Russo veniva nascosto. Sempre Maiello viene portato alle 5 del mattino in gran segreto in via Corsica a Casal di Principe dove individua in un immobile che reca l’insegna della Costruzioni srl, gli uffici di Dante Apicella.

Particolarmente interessante è il passaggio in cui Maiello racconta di una sua conversazione con Luigi

D’Ambrosio, a qua volta divenuto collaboratore di giustizia e uomo vicinissimo a Dante Apicella. D’Ambrosio gli avrebbe raccontato di aver visto l’imprenditore consegnare alcuni fogli di carta a Carmine Schiavone, presumibilmente si tratta del fratello di Nicola Schiavone. In questi fogli era contenuto l’elenco delle gare d’appalto assegnate con l’indicazione dell’impresa aggiudicataria.

Maiello non specifica questo elenco riguardasse solo le gare di Casal di Principe, ma questo racconto la dice lunga sul ferreo controllo del sistema degli appalti pubblici, operato dal clan dei casalesi dentro a comuni in cui ormai l’anti Stato si era totalmente sostituito allo Stato di diritto. Al riguardo, la spiegazione fornita da Raffaele Maiello, è chiarissima: “Quegli elenchi ci servivano a controllare gli importi degli appalti per quegli imprenditori che intendevano fare i furbi“. Fare i furbi significa eludere, eventualmente, il pagamento della tangente a clan.

Questo discorso si lega anche ai racconti che Raffaele Maiello fa sui rapporti tra il clan e due tra i più noti imprenditori del mattone di Casal di Principe: i fratelli Michelangelo e Nicola Madonna. A proposito infatti di ferreo controllo, l’assessore ai lavori pubblici, il più volte citato e da noi declinato Antonio Corvino, avrebbe eretto una sorta di sbarramento, in modo da consentire, almeno per certi appalti, solo a poche e ben definite società di parteciparvi. C’erano i soliti noti dunque Giacomo Letizia, lo stesso Dante Apicella, i nipoti di Dante Apicella, i Mazzucchi e poche altre, tra queste c’era anche l’impresa di Michelangelo e Nicola Madonna che dunque godevano di una posizione di privilegio, che li esentava a detta di Raffaele Maiello anche dal pagamento del pizzo.

Ciò avveniva in quanto Michelangelo e Nicola Madonna erano imparentati con Pasquale Vargas, al tempo latitante, punto di riferimento del clan dei casalesi in diverse faccende e soprattutto in grado di rappresentare gli schiavone nell’area di Castel Volturno. Intanto ciò sarebbe vero, in quanto, all’indomani della scelta di Pasquale Vargas di diventare un collaboratore di giustizia, alla società dei fratelli Madonna sarebbe stato tolto il privilegio dell’esenzione dal pizzo. Da quel momento in poi, avrebbero dovuto versare il 5% nelle casse del clan.

Ma i Madonna hanno contato nella politica. Raffaele Maiello parla delle elezioni in cui era candidato Michelangelo Madonna, Dunque, per facile deduzione nostra, parla delle elezioni provinciali. A suo dire, Michelangelo Madonna si sarebbe rivolto a Massimo Russo detto Paperino, fratello di Peppe Russo o padrino. Massimo Russo gli avrebbe spiegato che Nicola Schiavone era già impegnato con altri candidati consigliandogli però contestualmente, di rivolgersi a Roberto Vargas, fratello di Pasquale.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA