CONSORZIO di BONIFICA. IMPUNITI! Incarico da 35mila euro più Iva e spese a un avvocato di Salerno per un semplice ricorso in commissione tributaria provinciale

4 Dicembre 2019 - 13:10

CASERTA(g.g.) Il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno con sede in via Roma a Caserta nasconde i suoi atti amministrativi allo scopo di rendere impossibile la loro comprensione ai cittadini contribuenti. Le cose bisogna scriverle con chiarezza. Sul sito viene pubblicato solo l’oggetto e poi, come accadeva prima dell’avvento del computer e bruciando ogni riforma normativa sulla trasparenza degli atti amministrativi, l’unico modo per consultare le delibere e le determine consiste nel recarsi nei locali del consorzio, chiedere a un impiegato, ammesso e non concesso che lo trovi in sede alla sua scrivania, di aprire la bacheca, di prendere materialmente la delibera in modo da poterla leggere.

Attenzione, non è che vai così e quello ti apre. Devi presentare una richiesta formale.

Commissario Carlo Maisto da Frignano. Le vogliamo dare un consiglio: quereli l’estensore di questo articolo, cioè il direttore di CasertaCe perché almeno andiamo davanti a un giudice e vediamo se la sua gestione osserva tutte le norme sulla trasparenza e se accoglie e applica tutte le esortazioni, fatte dall’autorità anti corruzione negli anni, in tema di trasparenza degli atti amministrativi.

Fate strage di danaro pubblico, attivate procedure amministrative a dir poco dubbie e naturalmente fate in modo che nessuno le possa controllare. Perchè se voi non aveste nulla da nascondere, non costituirebbe un problema pubblicare le delibere, le determine e le altre fonti di potestà amministrativa in versione integrale. E invece, evidentemente, avete qualcosa da nascondere. Le istituzioni continuano a dormire e vi permettono di gestire il danaro pubblico in questa maniera. Viva l’Italia, viva la Campania, viva Caserta, alè alè. Tanto che ci mettiamo a dire che il prefetto di Caserta, persona di specchiata onestà, di ottima reputazione e di buona carriera, non è all’altezza del compito che svolge è perfettamente inutile, dato che l’abbiamo scritto 200 volte e nulla è successo.

La premessa di ordine generale serve a introdurre brevemente l’argomento specifico, la cui trattazione ha necessitato una complessa acquisizione da parte nostra della delibera cartacea. Col tempo che ci abbiamo impiegato, non avremo mai la possibilità quotidianamente, periodicamente di offrire ai nostri lettori, che sono anche cittadini contribuenti che pagano le tasse grazie alle quali il signor Maisto, il signor Marcantonio Abbate, dominus dell’area legale, il signor Mastracchio e tutta l’allegra compagnia, intascano stipendi sontuosi. Però questa qua l’abbiamo presa.

Un incarico di 50mila euro con lo sconto del 30%, che il buon cuore del professionista gratificato ha ridotto a 35mila euro, oltre spese generali, indovinate per far che? Un ricorso alla Corte costituzionale per il quale nel fantasmagorico ufficio legale di Marcantonio Abbate non era presente il giurista adatto? Un ricorso al Consiglio di Stato su materia complessa? Una “schifezza” di ricorso al Tar? Un ricorso importante in Corte di Cassazione, magari impostabile dall’ufficio legale ma per il quale occorre la benedizione di un giurista di fama internazionale? No, un semplice ricorso alla commissione tributaria provinciale di Napoli, cioè al primo grado della giurisdizione del procedimento fiscale, adita da decine e decine di migliaia di persone fisiche e di enti in una routine quotidiana che impegna veri e propri plotoni di avvocati e altrettanti commercialisti, i quali per la modica cifra di 500, 600 euro, ti consegnano il numero di protocollo.

E invece, no. Gli impuniti di questo consorzio che sono impuniti esattamente come quelli del consorzio idrico, come certi politici, dirigenti e funzionari del comune di Caserta, e potremo continuare l’elenco, componendo una vera e propria “summa”, hanno stabilito una parcella di 35mila euro, oltre Iva e CPA, per un semplice ricorso in commissione tributaria, attenzione, provinciale, cioè inerente a cose non di grandissimo rilievo.

Domanda: quanto guadagna al mese il signor Marcantonio Abbate per svolgere la funzione di capo degli avvocati del Consorzio di Bonifica? La sua struttura da quante persone, cioè da quanti professionisti è formata? Pignata e quell’altro paio di persone che ci lavorano, insieme al pluridecorato e pluri-stipendiato Marcantonio Abbate non sono in grado di scrivere un ricorso alla commissione tributaria, dando un minimo di senso al loro stipendio? No, ci vuole un avvocato, con studio in Roma ma con salda residenza, se non anagrafica, sicuramente etnico moral-familiare in quel di Salerno. Dunque ci vuole un avvocato con studio a Roma per scrivere un ricorso alla commissione tributaria provinciale di Napoli.

Come ci è voluto uno scienziato proveniente da Roma per stangare i contribuenti del Consorzio Idrico. Manco a dirlo, sia all’Idrico, sia al Consorzio di Bonifica c’è in pratica un solo uomo al comando, cioè Stefano Graziano.

Il professionista in questione, sicuramente autorevolissimo e capacissimo, si chiama Enrico Detta,. Naturalmente sono in corso, come si diceva nei vecchi telegiornali, quando si parlava dei sequestri di persona, ricerche e battute di CasertaCe per capire se l’esimio avvocato Enrico Detta appartenga a quella famosa schiatta salernitana che campa ancora di rendita oggi sulle luci d’artista, dopo aver amministrato la Regione in maniera proto clientelare, come un vecchio arnese dell’apparato democristiano e catto-comunista.