I CORROTTI DI CASERTA. Il Riesame respinge il ricorso della Procura su Marzo, Natale e sull’eroe delle due tonache. Un poco di ordine sulle misure cautelari, altrimenti nessuno ci capisce più niente
13 Febbraio 2025 - 18:14
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Per citare che queste notizie diventino materiale solamente per gli addetti ai lavori, abbiamo cercato di spiegare nella maniera più semplice possibile per quella che è la complessità della procedura penale, ciò che è accaduto da giugno fino alla decisione odierna
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CASERTA – Quando Massimiliano Marzo e l’allora il dirigente Giovanni Natale sono stati arrestati il gip del tribunale Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, ha considerato valido l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri per alcuni capi di imputazione provvisori. Per quei motivi ha deciso di firmare l’ordinanza di arresto ai domiciliari su quel filone anche per l’allora assessore ai lavori pubblici Massimiliano Marzo e per il dirigente all’urbanistica Giovanni Natale.
Attenzione, però. Per Massimiliano Marzo e Giovanni Natale l’arresto non era stato chiesto solamente per i capi d’imputazione per i quali effettivamente finirono ai domiciliari, ma anche per altri addebita sempre riguardanti il reato di corruzione. Ma in questo caso la gip aveva opposto un diniego rigettando l’istanza. il blocco del diniego, oltre a Massimiliano Marzo e Giovanni Natale, comprendeva, come avemmo modo di scrivere a commento dell’ordinanza del giugno scorso anche gli imprenditori Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta. Il primo da noi definito, insieme al padre Ciro, l’eroe delle due tonache, in forza dei rapporti strettissimi e dei lavori ricevuti per volontà del vescovo di Caserta, e ora anche di Capua, nonchè grande esperto in economia produttiva, don Pietro Lagnese, e con il parroco di rione Acquaviva, ma soprattutto presidente dell’istituto del sostentamento per il clero della diocesi di Caserta, don Antonello Giannotti (CLICCA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DELL’EPOCA)
Se da un lato il tribunale del Riesame ha accolto le richieste formulate a suo tempo dagli avvocati difensori di Marzo, di Natale ma anche di altri indagati, liberandoli dagli arresti domiciliari, dall’altro lato la Procura della Repubblica di S. Maria C.V. si era rivolta essa stessa al Riesame di Napoli precisamente dodicesima sezione presidente Angela Paolilli.
L’istanza della Procura si concretizzava in un ricorso avverso alla decisione del gip Daniela Vecchiarelli di rigettare quella porzione di richieste di arresto per Marzo, Natale ma anche per gli imprenditori Nunziante e Marotta. Oggi i giudici della libertà, dopo aver dato torto qualche mese fa alla gip Vecchiarelli per l’arresto di Marzo, Natale & co per un pezzo delle richieste formulate dalla Procura ha dato, invece, ragione alla giudice per le indagini preliminari respingendo il ricorso dei pubblici ministeri e confermando la decisione di rigetto assunta da Daniela Vecchiarelli respingendo le richieste formulate dalla Procura
“La condotta corruttiva di Marzo – scrivono i giudici del Riesame – non si evince in alcun atto o meglio non emerge alcun patto corruttivo tra Nunziante e Marzo ...Attribuire all’ex assessore Marzo il concorso nella predisposizione delle determine illegittime è meramente presuntivo e congetturale. Nulla, tuttavia, restituiva l’essenziale ovvero la sussistenza di un accordo corruttivo“